Autore Topic: Studio Ghibli  (Letto 404705 volte)

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Offline eugenio

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1830 il: 02 Ott 2015, 15:01 »
Sembrate veramente i bulletti sfigati che si divertono a prendere per il culo quello diverso, rigorosamente in superiorità numerica. Senza che il "diverso" sia presente, poi.

A memoria, qui ho letto - e per quanto mi riguarda, scritto - esclusivamente critiche circostanziate, anche aspre, ma solo all'opera, non alla persona. Che comunque è presente, visto che quando ha potuto ha risposto: vedi per esempio qui.

Offline Azraeel

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1831 il: 02 Ott 2015, 15:02 »
Né.

Non mi frantumare gli stramaroni.

Offline Raiden

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1832 il: 02 Ott 2015, 15:03 »
Né.

Non mi frantumare gli stramaroni.
:D

Volevo far finire il topic in un vortice di grammar nazi senza uscita!  :D
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Offline Azraeel

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1833 il: 02 Ott 2015, 15:04 »
 :D :D :D


Offline Cryu

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1834 il: 02 Ott 2015, 15:07 »
Sarà desueto, ma di certo non è ne incomprensibile ne tantomeno errato.
Nel senso che li mangi ma stai attento che nel mentre non si rovinino. Tipo che non mastichi. O che li avvolgi nel cellophane e poi cerchi di cacarli intonsi come li hai buttati giù. Come i "bachi umani", quelli che ingollano la droga impacchettata per passare i controlli aeroportuali. Sì, insomma. Li mangi con riguardo... Sorry, non vuol dire nulla, e neppure lascia intuire cosa diavolo volesse dire in giapponese. Quindi sì, è sia errato (non si può consumare qualcosa e al contempo averne riguardo) che incomprensibile.
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Offline DRZ

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1835 il: 02 Ott 2015, 15:13 »
Prima ti informi sul testo originale giapponese e poi giudichi l'adattamento, non il contrario come vi divertite a fare voi da non so quanto tempo.

No.
Al massimo ti informi sul testo originale giapponese e poi giudichi la traduzione. L'adattamento, nei termini in cui se ne sta parlando qui, può giudicarlo chiunque anche senza sapere nulla del testo originale.


Offline Azraeel

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1836 il: 02 Ott 2015, 15:17 »
Secondo me intende che li mangerà come faccio io con le cose che mi piacciono: gustandomene uno ogni tanto senza strafogarmi!

Offline DRZ

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1837 il: 02 Ott 2015, 15:20 »
Quindi sì, è sia errato (non si può consumare qualcosa e al contempo averne riguardo) che incomprensibile.

A me continua a sembrare sia corretto che comprensibile. Strano e poco comune di sicuro, ma per quelle che sono le possibili definizioni di riguardo l'adattamento ci sta tranquillamente.



Offline eugenio

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1838 il: 02 Ott 2015, 15:52 »
Sorry, non vuol dire nulla, e neppure lascia intuire cosa diavolo volesse dire in giapponese. Quindi sì, è sia errato (non si può consumare qualcosa e al contempo averne riguardo) che incomprensibile.

Non è incomprensibile. Il riguardo lo si ha nel modo in cui venga consumata la cosa, immagino. Nel senso: non mi ci abbufferò, li mangerò assaporandoli. Però devo ricorrere al mio intuito, cercando di diradare un velo di poca chiarezza che alla fine, rimane anche dopo il mio intervento. Se anche alle mie orecchie la frase suona come 'li gusterò uno a uno', di fatto l'espressione originale è diversa, non solo 'strana'; e a me resta il dubbio di non aver capito completamente cosa si intendesse.

Offline The Fool

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1839 il: 02 Ott 2015, 15:56 »
No. Per niente.
Sì che suona strana perché "sciocco" non si usa più molto e soprattutto in quella situazione (col tizio che sta precipitando) in un film realistico di azione non vedresti mai un personaggio dire "fuggite sciocchi". Anche sul "fuggite" (anziché "scappate" magari) avrei qualche perplessità. Però siccome è uno stregone ed è fantasy scritto negli anni '50 non si può stare a giudicare come parla. Senza sapere cosa dice in inglese, poi...

Citazione
Ma qui sei te che hai perso per strada una virgola, a proposito di punteggiatura.
Sì e pensi che non me ne sono accorto? E cosa c'entra una frase citata di 2 parole (una virgola in 2 parole) coi post senza punteggiatura scritti da Spritz, che sono 10 anni che scrive senza virgole ed è un palo in culo da leggere? E sta qui a fare il professore di italiano senza contraddittorio e senza argomentazioni valide.

A memoria, qui ho letto - e per quanto mi riguarda, scritto - esclusivamente critiche circostanziate, anche aspre, ma solo all'opera, non alla persona. Che comunque è presente, visto che quando ha potuto ha risposto: vedi per esempio qui.
Appunto, chiamatelo e chiedete a lui com'è il testo originale. Perché non è detto che legga, e se non vi risponde magari è perché s'è rotto i coglioni di ripetere sempre le stesse cose.

Al massimo ti informi sul testo originale giapponese e poi giudichi la traduzione. L'adattamento, nei termini in cui se ne sta parlando qui, può giudicarlo chiunque anche senza sapere nulla del testo originale.
Per giudicare traduzione e adattamento devi conoscere il testo orginale. Sennò non ha senso. Capace che quello parla in modo particolare pure nell'originale e te non lo sai. Poi dopo puoi fare tutte le critiche che vuoi, capace pure che siano critiche sensate. Ma criticare così senza sapere niente è sbagliato.
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Offline DRZ

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1840 il: 02 Ott 2015, 16:11 »
Per giudicare traduzione e adattamento devi conoscere il testo orginale. Sennò non ha senso. Capace che quello parla in modo particolare pure nell'originale e te non lo sai. Poi dopo puoi fare tutte le critiche che vuoi, capace pure che siano critiche sensate. Ma criticare così senza sapere niente è sbagliato.

Ma io sono assolutamente sicuro che il personaggio parli in maniera particolare anche in originale, Cannarsi mi è sembrato molto attento a queste cose.

Il problema è che il tono di un dialogo non è una faccenda binaria: non ci sono, nel lavoro di adattamento, una versione "normale" ed una "particolare" che puoi utilizzare a seconda di come parla il personaggio nel testo originale, e si può tranquillamente criticare la scelta di un termine desueto al posto di un altro anche senza conoscere il giapponese.

Offline Raiden

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1841 il: 02 Ott 2015, 16:16 »
Da quel che so io, non c'è niente di anormale o arcaico nel linguaggio usato in quella frase. Semplicemente la frase, in giapponese, è costruita in un modo non traducibile in modo letterale rispetto all'italiano. Ed è in questi casi che si dovrebbe, forse, lasciare perdere una traduzione parola per parola e adattare la frase a come risponderemmo noi in italiano in base a quello che sta succedendo a schermo.

Se pensiamo che nella fattispecie lei abbia detto "chanto taberu", considerato che lei sta solo cercando di dimostrare apprezzamento per il regalo ricevuto, credo che una locuzione che useremmo normalmente in italiano potrebbe essere "lo mangerò di sicuro", una cosa così.
Non c'entra nulla letteralmente, ma è quel che sta succedendo nel film, NOI in Italia diremmo così.

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Offline eugenio

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1842 il: 02 Ott 2015, 17:20 »
A memoria, qui ho letto - e per quanto mi riguarda, scritto - esclusivamente critiche circostanziate, anche aspre, ma solo all'opera, non alla persona. Che comunque è presente, visto che quando ha potuto ha risposto: vedi per esempio qui.
Appunto, chiamatelo e chiedete a lui com'è il testo originale. Perché non è detto che legga, e se non vi risponde magari è perché s'è rotto i coglioni di ripetere sempre le stesse cose.

Il testo originale non è in discussione. Le critiche sono sull'adattamento. Per assurdo, il testo originale potrebbe essere completamente diverso - come "mi piace giocare a monopoli" - e noi potremmo esserne totalmente all'oscuro; ma se l'adattamento fosse "esiguo rimembro" capisci che indipendentemente dall'attinenza dell'adattamento al testo originale, l'adattamento farebbe alzare qualche sopracciglio.

Semplicemente la frase, in giapponese, è costruita in un modo non traducibile in modo letterale rispetto all'italiano. Ed è in questi casi che si dovrebbe, forse, lasciare perdere una traduzione parola per parola e adattare la frase a come risponderemmo noi in italiano in base a quello che sta succedendo a schermo.

Proprio questo. E aggiungo: non solo adattare ma eventualmente, anche cambiare il testo, sempre rimanendo coerenti con azioni, personaggi, ambientazione e narrazione.

Offline The Fool

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1843 il: 02 Ott 2015, 17:51 »
Ma io sono assolutamente sicuro che il personaggio parli in maniera particolare anche in originale
Be' allora è un no-brainer, ha ragione Cannarsi e basta. Di cosa stiamo parlando? Se è così, ha ragione Cannarsi. Se non è così, bisogna vedere. Ripeto, bisogna conoscere il testo originale. Saint Seiya suonava fighissimo, negli anni '90, ma era tutto inventato. Un adattamento che suona bene non è necessariamente un adattamento corretto.

Citazione
Il problema è che il tono di un dialogo non è una faccenda binaria: non ci sono, nel lavoro di adattamento, una versione "normale" ed una "particolare" che puoi utilizzare a seconda di come parla il personaggio nel testo originale, e si può tranquillamente criticare la scelta di un termine desueto al posto di un altro anche senza conoscere il giapponese.
A parte che qui mi pare stiano facendo un altro tipo di critica ("suona male" e basta), ma poi cosa vuoi criticare se non conosci i termini usati in giapponese? Fatti dire cosa viene usato in giapponese e a quali termini italiani può corrispondere e poi giudichi. Come fai a dire che andava usato Termine Particolare A anziché Termine Particolare B se non sai che cacchio dice in giapponese? Ma che discorso è? E poi chissenefrega se tanto sono particolari entrambi e svolgono circa la stessa funzione? Allucinante 'sto thread :lol:
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Offline Wis

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1844 il: 02 Ott 2015, 18:06 »
Vabbè ma tutte queste cose sono state chiarite da Cannarsi stesso proprio in questo thread.
I personaggi di diversi film (azzarderei a dire praticamente tutti tranne Mononoke) non parlano strano agli orecchi di un giapponese. Però lui vuole rendere al meglio il termine giapponese, e se trova una parola che secondo lui racchiude il significato la usa, anche se esce fuori una locuzione che in italiano non s'è mai sentita, che stride come un artiglio sulla lavagna o che in italiano sembra ridicola e fuori posto (tipo l'abuso di sorellona, nonnino, e termini che in italiano hanno connotazioni del tutto differenti che in giapponese).
Il contesto linguistico e sociale frega zero, a Cannarsi, perché per lui è soggettivo ("suona male A TE"), mentre il rispetto del significato originale, anche quello più oscuro e sottinteso, deve essere necessariamente preservato, perché per lui è oggettivo.
Quanto sia a mio avviso sbagliato questo modo di intendere l'adattamento l'ho già espresso per cui non ci tornerò sopra.
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