Cosa aiuta di più lo sviluppo umano e civile di una bambina o un bambino, leggere solo pagine candeggiate che non offendono nessuno o capire che chiunque, anche un autore di genio, è colonizzato dalle idee e dal sentimento del suo tempo?
Vogliamo dare alle nostre figlie e ai nostri figli l'impressione di un eterno presente o far loro capire la complessa e continua evoluzione dell'umanità?
Ma ti chiedo, il figlio di un immigrato che legge un testo in cui si fa spesso riferimento al colore della sua pelle, cosa può pensare? Come la prende? Vogliamo forse dire che deve crescere abituandosi al fatto che il colore della sua pelle può essere un problema?
Si fa riferimento anche al colore della "nostra" pelle, tanto è vero che i geni che si sono occupati della cosa hanno ben pensato di eliminare del tutto i riferimenti al colore della pelle, non ci deve essere motivo di confronto, contrasto, tensione o pulsione di qualsiasi tipo.
Come a dire che in Pinocchio il burattino non dovrebbe desiderare di diventare un bambino vero, sta bene così com'è.
Allo stesso tempo, se un bambino vero desidera di diventare una bambina, che problema c'è?
Capirai che, alla base, non ci sia alcuna velleità pedagogica assoluta, o che sia guidata da una logica, semplicemente si preme l'acceleratore verso qualcosa a discapito di altro, secondo criteri che potrebbero essere i più disparati, tranne sicuramente la presunta educazione dei figli.
Altrimenti, lo ripeto perchè pare passare sottotraccia, non ti prenderesti la briga di eliminare il riferimento a concetti di "bianco" e "nero" anche dagli
oggetti di uso comune, che (vedi esempio di Pinocchio) assurgono così a vettore di dicotomie morali nel modo più insensato possibile.
Altro che Lovecraft, questa è roba su cui davvero perdere la sanità mentale...