Se hai un testo
per l'infanzia (ricordo che è nato da qua il discorso) che non rispetta la sensibilità di quelle che vengono definite minoranze, tu editore/avente diritti puoi fare tre cose:
- te ne freghi;
- modifichi il testo;
- spieghi o aiuti a contestualizzare.
Ora tu puoi pensare che l'editore/l'avente diritti agiscano per non avere rogne o anche per mero tornaconto personale, ma comunque un'azione o una non azione la dovranno percorrere.
Dunque cosa c'è di meno invasivo, per l'integrità dell'opera*, di una prefazione o una nota per i genitori?
A margine: a fine anni '80 comprai delle raccolte di fumetti di Topolino anni '30 (vedi spoiler, ma ce ne sono altre)
Potrei confondermi con altre raccolte, ne avevo a casa un po', ma ricordo di avere letto nella prefazione (o nota) di Mario Gentilini (o di Oreste Del Buono, nel caso la raccolta non sia quella dell'immagine) che nei fumetti erano presenti stereotipi sulle persone di colore che avrebbero potuto fare storcere il naso ai lettori. Parliamo di pubblicazioni degli anni '70, ma quelle in mano mia erano probabilmente ristampe degli anni '80 e quindi forse aggiornate.
Lo stesso mi è capitato in analisi delle opere di Tezuka, lette negli anni '00.
Che ora sia tutto spesso esasperato non ve lo faccio certo scoprire io, siamo sicuri però che vada bene fare finta di niente perché noi abbiamo sufficiente apertura mentale per contestualizzare e fare le giuste considerazioni?
* dato che non sappiamo cosa avrebbe scritto l'autore se avesse pubblicato il libro oggi