Per me il tema del viaggio con Eden Ring c’entra davvero poco e in generale è anche qualcosa che con la struttura classica degli open world ha poco a che vedere. Lo sento ripetere come un mantra ma mi pare davvero un’osservazione fuori fuoco. Il viaggio, infatti, ha in sé il senso e nelle sue parti di inizio, attraversamento e raggiungimento della destinazione che poi potrebbe anche includere il ritorno. E’ un processo individuale dato da uno scopo e una missione. Nell’antichità era pure sinonimo di morte proprio a causa della sua indeterminatezza e il concetto di viaggio non può essere confuso con quello di esplorazione casuale e random per vedere curiosamente quello che mi piace. Sono cose diverse, a volte si contengono ma possono essere scisse.
E’ stato citato opportunamente Death Stranding, un gioco che ho ignorato con colpa per tanto tempo a causa di un mal risposto pregiudizio su alcune cose. Alla fine l’ho preso per Ps5 e me ne sono innamorata, anche come metadone per l’eterno MGSV. Ecco, DS è davvero un viaggio, nel senso che il viaggio è proprio il suo scopo, nel senso che la struttura è pensata per l’attraversamento da un punto all’altro per ragioni precise. Il viaggio ha senso se il senso è viaggiare. Per questo l’odissea di Sam per le UCA, da est verso ovest, è proprio un’eccellente costruzione di viaggio in cui c’è crescita, sofferenza, maturazione e proprio traslazione, necessaria come solo un viaggio da intraprendere può esserlo.
Gli open world raramente sono viaggi, a meno che “viaggio” per alcuni non sia sinonimo di “esplorazione e movimento libero”. Esploro un giardino, non viaggio in giardino. Prendo coscienza di un cittadina dove sto in vacanza ma è una tangenza del viaggio. Solitamente sono giochi un cui si può andare in una direzione oppure un’altra per prendere consapevolezza del territorio e prenderne possesso secondo le dinamiche specifiche del titolo.
Dove sarebbe il viaggio in GTAV? Segui una storia e vai in giro su e giù, nessun viaggio.
In RDR 1 e 2 vieni inviato in giro a risolvere questioni/esaurire missioni ma il contesto non ammette il viaggio. Forse il 2 con la carovana ma il dispositivo era meramente narrativo.
Ghost of Tsushima l’ho adorato ma lì liberi zone spostandoti, punto.
Spider-Man, Batman o qualche Far Cry a caso, zero viaggi.
Skyrim filosoficamente somiglia più a Elden Ring ma anche qui, qual + l’idea? Ti metto in un contesto e fai quello che ti pare ma anche il viaggio inteso in seno esplorativo deve avere “una missione”.
In Elden Ring puoi andartene in giro per Sepolcride esplorando, ti può colpire la grotta così come il bastione lontano ma che viaggio sarebbe? Vado di qua oppure dillà? Che poi se mi fa il culo il gamberetto di Mazara del Vallo extralarge della palude allora dico: “Vabbè, sai che ti dico, vado dall’altra parte del mondo è continuo nella zona rossa dei cagnoni testoni e i corvacci, così INTANTO VADO AVANTI.
Che è come dire che, andando in vacanza passando per l’A14 nei lavori in corso di San Benedetto (
@Valas73 lì mortacci di voi dell’ascolano, ci sono rimasta un’ora in fila l’altro giorno!) allora torno indietro e me ne vado toh, all’isola dl’Elba. Manca il costrutto, il viaggio è un costrutto.
Naaa, non c’è viaggio in Elden Ring. C’è la mappatura, c’è la curiosità, c’è la voglia di cazzeggiare in giro perché puoi farlo, nella nebulosa costellazione dei grossi nemici da battere e che stanno in giro e trovo quello in vece di quell’altro.
Per dire, pur coi loro limiti AC Origins e Odyssey fanno tanto meglio in questo senso anche se poi è una cosa fine se stessa.
Porca puttana lo fa benissimo GoW 2018 nella prima parte ma poi cincischia e si perde nelle laudi dell’open world circoscritto.
Ecco, TLOU è un bel viaggio ma ci allontaniamo dal genere per cui a me sembra che il problema, alla fine, sia comunque la declinazione dell’open world che mal si sposa con questo tema.