Allora, premessa: per me questa generazione è caratterizzata da due titoli principalmente: uno è Zelda BOTW per tanti motivi e l'altro è il qui presente TW3. E' un fondamentale del videogioco, un classico ed è un titolo che deve necessariamente essere affrontato per comprendere il progresso di questo medium.Però c'è una cosa che mi lascia sempre interdetto: la rinuncia al senso critico e all'oggettività praticabile. Si può amare un gioco, si può anche capire meglio e spiegarlo ad altri ma questa passione non deve distorcere alcune semplici questioni.
Del tipo:
- Storia e personaggi sono scritti benissimo. No, non bene, benissimo.
Sì, sempre nel novero dell'approssimazione data dai videogiochi, per cui si fanno le nozze coi fichi secchi. TW3 è decente, laddove altri sono intollerabili. Va benissimo così ma non facciamolo passare per buona letteratura in assoluto.
- I dialoghi sono spesso adulti, molto maturi, ed aiutano ad immedesimarsi.
Sono d'accordo, la scrittura in sé è valida, più che altro coerente.
- Le missioni secondarie sono tutte bellissime, anche quelle che sembrano fetch, come quelle dei tesori sepolti, raccontano sempre storie che vale la pena sentire.
No. Le missioni secondarie sono di ottima fattura per quel che concerne i nuclei narrativi ma sono circondate e ingrassate da tutta una serie di missioncine stupide e ridondanti che, se si affronta il gioco per esplorarlo tutto, si mostrano in tutta la loro dozzinale forza. Essendo la qualità narrativa leggermente migliore della media, lo scarto tra le due cose è forse più evidente che in altre opere. Non basta una paginetta di diario con l'ennesimo,basico, racconto di un naufragio a fare grande immedesimazione, visto che alla fine : Punto A --> Punto B ---> cerchio dell'indagine ---> loot di infima qualità X n°.
Questo mi sembra incontrovertibile.
- La main story è in pratica una serie tv HBO, solo più epica, ed interattiva.
Siamo sempre lì, è l'effetto Bocelli: se sei un tenore scarso tra i tuoi simili combini poco ma se vai a cantare pop diventi un fuoriclasse.
- I combattimenti sono gradevoli, e spesso le ricompense sono adeguate, la sfida (in MdM) c'è e si sente.
Le altre difficoltà non sono nemmeno da considerare.
TW3 ha un combattimento funzionale, nel senso buono e nobile del termine. Lo hanno detto in molti qui. Quei molti che sanno che si può rompere facilmente dopo 5 ore di gioco utilizzando i mezzi che fornisce il titolo stesso. Per goderselo bisogna sostanziarlo, fare rinunce, obbligarsi a tenere una condotta che lo aiuti perché da solo è carente. TW3 non ha un CS profondo anche perché, per fortuna, non è il suo scopo ultimo. Mi fa piacere che non sia un'opinione isolata, basta fare retroreading.
- Il gioco sorprende sempre. Anche il dungeon più "palloso" ha sempre qualcosa che ti fa pensare che qualcuno ha pensato a quella cosa, fosse solo per "alleggerirti" il flow di gioco.
I dungeon del Velen sono pressoché anonimi, piuttosto omogenei come stile e grafica, con alcune lodevoli eccezioni (quasi tutte presenti nella main). Le caverne, altrimenti, sono indistinguibili e la personalizzazione è davvero scarsa. Non parliamo di level design, siamo quasi ai minimi storici. In questo senso le prende anche da Skyrim. TW3 ha un level design topografico pazzesco ma non ludico.
- Le espansioni sono smascellanti. La prima è pazzesca, la seconda (mi dicono sia)
"te non ne esci vivo se la giochi...ci sono i vampiri!"
Le espansioni sono meravigliose, infatti correggono molti difetti del gioco base.
- Il gioco è semplicemente, e molto naturalmente, il miglior ACTION-GDR degli ultimi 10 anni. Si distanzia dal resto perché semplicemente non è "il resto"
Vero. Ma l'insieme fa la forza, esaminarlo lo ridimensiona.
Per qualsiasi protesta e reclamo basta rileggersi la parte in grassetto.