I libri forniscono una chiave ulteriore alla comprensione del gioco e pad alla mano, ancora più emozioni.
A mio avviso sono insidacabilmente necessari, non è opinabile più di tanto risparmiarseli, si potrebbe riempire una stesura di 200 pagine a tal proposito e dimostrare empiricamente su quanto si gode maggiormente a conoscere i personaggi ed il contenuto dei racconti.
Questo è l'unico vero difetto che ho riscontrato in TW3. Se non hai letto i libri non arriva, o meglio non arriva con la botta emozionale prevista. E' come guardarsi ep 1-2-3 per poi andare al cinema a vedersi Il Risveglio della Forza.
Non c'è tempo utile per metabolizzare.
I primi due giochi sono riuscito ad apprezzarli comunque. Avevo anche provato a fare lo sforzo prima di questo terzo capitolo, ma nulla: per due volte consecutive mi sono arenato al secondo libro della saga. Noia, troppa noia. Mettici che non sono appassionato di letteratura fantasy e il gioco è fatto
E' davvero un peccato ma so come ci si sente, quello lo definisco il richiamo del genere (non di Cthulhu)
Io provo un moderato disinteresse per tutto ciò che è fantascienza ma anche in questo caso non mancano libri/cicli/saghe che mi hanno destato dal torpore e mi hanno appassionato (Herbert e Simmons su tutti)
La speranza è dargli un terzo tentativo, direttamente da il Sangue degli elfi che non è poi così fantasy e dispersivo come i primi due tomi.
Il problema (per così dire) in TW3 è che persino le più miserevoli missioni secondarie sono quasi sempre ispirate a fatti avvenuti nei romanzi per conto terzi (diciamo così)
Chiaramente tante situazioni non sono "vissute" da Geralt, come invece accade nell'opera videoludica, ma nel libro sono gesta comunque compiute che inevitabilmente richiamano la mente del giocatore/lettore a scenari conosciuti, con lacrimuccia annessa, in alcuni casi.
Senza contare i discorsi, i dialoghi ermetici, come quando Gerry la mena con lo zuleg/zuelegh (un mostro che affronta dentro un letamaio) o ricorda Stregobor o quel che accadde a Balviken, che resta per la maggior parte sconosciuto o ancora le missioni con titoli roboanti a dir poco (no spoiler).
Il primo Witcher e anche il secondo erano più miti, meno citazioni (anche se non mancavano affatto) qui siamo proprio in mezzo al pantano del meta-citazionsimo, non muovi passo che incappi dentro un
"ah, questo tizio me lo ricordo..forte"Onestamente poi, avrei fatto un bel glossario alla Dragon Age, giusto per non farsi mancare nulla ma sarebbe stata una impresa titanica provare a spiegare le complessità dei personaggi di ben 7 (?) romanzi.
Il peccato, al di fuori di tutto, è quello di Bandai Italia.
Non essere riusciti ad allacciare un ponte con Editrice Nord che ne detiene i diritti, avrebbe spinto molto di più il gioco.
Evabbè, quando si parla di libri vorrei che tutti li leggessero.