La Coscienza di Zeno è il più grande romanzo italiano del secolo scorso. Certo è triste pensare che da cent'anni a questa parte il nostro massimo esponente è Svevo.
E che fino a qualche secolo prima, c'era ben altro in zona.
A me è sembrato una versione meno visionaria degli scritti di Kafka, meno ironica di Pirandello, meno fantasiosa di Joyce.
Dubito fortemente che sia il romanzo migliore del '900. Dicono niente i nomi Pirandello, Calvino, Pavese, Pasolini e Morante?
Per fare un esempio, La Storia, di Elsa Morante, mi è sembrato un romanzo che ha saputo inquadrato molto meglio il nostro secolo.
Non che La Coscienza di Zeno non mi sia piaciuto. Ma mi è sembrato, letteralmente, un romanzo di lagne. A parte qualche pagina (tra cui quelle del bellissimo finale), non ho visto nessuna vera forza poetica, ma soltanto la storia, non interessantissima, di un fallimento personale. Niente con la forza inventiva e poetica o lo spirito universale di romanzi come Diceria dell'untore (Bufalino).