Salve! Un utente mi ha segnalato che era ricominciata la manfrina del "ma a me non suona bene1!1!!!", e così rieccomi.
Mi scuso, siccome ho molto poco tempo faccio una collatio di un po' di post già emersi qua e là:1) A proposito del Mar Marcio, ma ci credereste che quando adattai 'Fukai' in Mar Marcio NON avevo ancora saputo che la fonte di ispirazione del suo nome fosse questa:
https://it.wikipedia.org/wiki/Siva%C5%A1perché sì, la fonte di ispirazione è quella).
Ma io ero partito dalla semplice analogica (死海) 'ShiKai' -> Mar Morto, (腐海) 'FuKai' -> Mar Marcio.
Si chiama proprio così e vuole proprio significare quello. In realtà, se avete un po' di cognizione di tipo linguistico poetico troverete anche che 'Mar Marcio' è metrico nei suoi accenti tonici e allitterante su Mar-Mar, quindi no, non è cacofonico. Semmai callifonico (<- sì, lo so, non credo esista sul dizionario).
Ah, quando adattai in prima battuta 'Mar Marcio' non avevo neppure ancora sentito il commentario di Anno e Katayama, dove viene proprio detto che Miyazaki intendeva quella foresta come 'un mare', e che quando si è all'interno della foresta voleva 'una sensazione di ambiente subacqueo'. Questo è quello che Miyazaki ha scelto, fatto e inteso.
Beh, che dire, è proprio vero che a tradurre precisamente non si sbaglia mai, perché i conti tornano. Vi è una sottile geometria, nella traduzione, che funziona anche quando magari si è ancora all'oscuro di qualcosa. Bisogna capire che non perché qualcosa sembra insensato a noi significa che lo fosse per l'autore di quel qualcosa. La traduzione ben fatta nasce dal nichilismo del traduttore.
(Extra: ma per voi non è una vera gioia pensare che ci saranno bambini e ragazzi che non conosceranno mai un'idiozia quale "GIUNGLA TOSSICA"...? Perché per me è una vera gioia, tipo una pacata serenità che mi fa pensare che è valsa la pena di tutto, dagli sforzi agli insulti. Va bene così.)
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2) Signorina Principessa - immagino sarà saltato fuori anche questo, anche perché si sono viste solo poche clip, giusto?
Sì, la chiamano proprio così. Comunque in realtà è una cosa dolce e carina: sono *solo* le bambine a chiamare Nausicaä come 'himeneesama' (sorellona principessa), perché Miyazaki così come ci fa vedere che 'la principessa' fa lavori manuali di fatica (ripara il mulino), ci fa vedere che ha un rapporto da mammina con le bambine del villaggio. Tutti gli adulti chiamano Nausicaä solo 'himesama' (principessa).
NO, non è qualcosa che suoni usuali a i giapponesi. Non presumetelo. 姫姉様 (ひめねえさま) come scrittura non esiste neppure sui dizionari monolingua. E' solo un composto giapponese strambo che un giapponese capisce, perché è in giapponese, tanto quanto un italiano capisce 'sorellona principessa', che è infatti in italiano. E' proprio tutto così semplice.
Anzi, mettendo 姫ねえさま su Google, il sistema incomincia a suggerire ricerche che contengano anche 'naushika' o 'serifu' (battuta). Buffo, eh?
Quella di 'sorellona principessa' una 'miyazakiata' molto bella, che manco a dirlo torna in
Mononoke Hime, ma sin dai tempi del suo interesse etnico-antropologico manifestato in "Sabaku no Tami", Miyasan aveva questa idea del popolo quasi tribale in cui "si conoscono tutti, sono tutti come parenti" - e la cosa trabocca nell'effettiva assenza di reale gerarchia politica o nobiliare. Questa è una tipica cosa che fa Miyazaki. A lui non importa affatto se quello che fa suoni buffo, o strano, o sinanco incomprensibile. Fa -giustamente- come vuole e piace a lui.
Ribadisco che per esempio, durante il *doppiaggio originale giapponese* di Mononoke Hime, gli interpreti giapponesi di Asgitaka e Kaya pensavano, recitando il testo, che i due fossero semplicemente fratelli - dato che Kaya chiama Ashitaka come 'anisama'. Che fossero sposi promessi lo sapeva solo Miyazaki, non era implicito nel testo giapponese per dei giapponesi, non era neppure intuibile, no. ZERO. Infatti poi Miyasan spiegò la faccenda (che aveva in testa solo lui) agli attori.
Ah, nel commentario audio del film, Anno (Hideaki) e Katayama rimarcano più volte quanto Miyazaki usi sempre dialoghi strani e verbosi. E' una sua caratteristica, e lo dicono proprio che "è difficile, ma da ai suo film un tocco particolare, tipo da sceneggiato storico" (a lui piacevano da sempre).
Ah, sul vituperato uso del termine 'sorellona', ecco qui un igenico esempio che non mi vede autore:
https://www.youtube.com/watch?v=XDnbzEAOseIQuindi: in giapponese "himeneesama", in italiano "sorellona principessa".
Quindi: E' usuale? No. Si capisce? Sì. E' corretto? Sì.
E tanto basta. Sono delle persone in un futuro post apocalittico in una valle che sembra il villaggio di Babbo Natale (è calcato sulla Svezia, tipo). E qualcuno vorrebbe che suonassero "normali"?
Di cosa stiamo parlando?
Ah, sì: della sempre illegittima pretesa del pubblico di sapere a priori cosa un'opera che ancora non conosce dovrebbe essere, ovviamente basando e calcando questo giudizio sui suoi personalissimi gusti.
Ma così non si può conoscere niente di diverso dal sé. Non c'è bisogno di andare al cinema. Di specchi ce ne sono in tutte le case, in genere.