Kabuto: non si direbbe.
Se così fosse, sapresti che benché la scelta di seguire la ragione forte piuttosto che la debole possa dirsi arbitraria, la ragione debole si dimostra oggettiva (indi non arbitraria), la ragione debole soggettiva (indi aribitraria).
Essenzialmente, io arbitrariamente sceglio di seguire una ragione non arbitraria, sottomettendomi ad essa.
Ti racconterò un aneddoto reale.
Doppiavamo Howl.
La brava Roberta Pellini, interprete della protagonista Sophie, incide una battuta. Io, come direttore, le dico dalla regia:
"Era molto bello, Roberta, ma servirebbe più così e più cosa, in quel punto lì quel dettaglio là, etc etc".
Roberta capisce, ri-incide la battuta, mettendovi tutto quanto stato registicamente cercando.
Al che io le dico "grazie, ora è perfetta, passiamo al prossimo anello".
Siccome con Roberta ci siam sempre trovati bene, lei dolcemente e sinceramente, senza alcuna polemica, mi dice: "ah, a dire il vero a me piaceva più l'incisione di prima".
Alche io rispondo: "ah beh, anche a me"
E qui Roberta non capisce. Come mai l'avrei fatta rifare, quella battuta, e come mai ho scelto una versione che mi piaceva di meno?
La mia risposta che diedi a lei ora la giro a voi:
"Perché a chi importa cosa piace a me? A me non importa. A me deve importare cosa piacesse al regista, e quello che piace a lui è fuso nell'originale. Io devo ricreare quello."
MrSpritz: CERTO che sono schiavo della cosa in sé, parliamo di TRADUZIONE, qui.
Pensa, Miyazaki stesso si dice 'schiavo del film' (eiga no dorei) o 'servo del film' (eiga no shimobe).
E lui fa la sua opera originale.
E io che di originale non devo metter nulla a più forte ragione devo essere schiavo di quell'opera, nell'adattarla.