Autore Topic: Studio Ghibli  (Letto 404729 volte)

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Offline DRZ

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1665 il: 15 Apr 2015, 13:49 »
DRZ: è inevitabile

Non è assolutamente inevitabile o, per meglio dire, c'è un altro modo di fare il lavoro dell'adattatore che cerca di limitare l'effetto straniante di cui sopra proprio per restituire quanto più possibile il messaggio ed il tono originale... lo fa sacrificando in parte la fedeltà linguistica e ci sta che a te questo sacrificio non sembri particolarmente utile o positivo ma è, per l'appunto, un'opinione tua che alcuni apprezzeranno ed altri meno.


Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1666 il: 15 Apr 2015, 14:11 »
Sei in ridondanza ciclica, perché avevo già preventivamente tappato la falla in cui ti infili, scrivendo:

Citazione
questa cosa non può cambiare - salvo ridicoli inganni

Come far parlare dei giapponesi da italiani, tipo, e snaturare l'opera originale in mille modi.

Che è ESATTAMENTE quello che, dietro mille maschere di finto buon senso e presunta normalità, talvolta mi si chiede di fare.

La grande differenza è che mentre io sono totalmente onesto sulla mia linea di condotta, chi ragiona come te ancora si inganna sulla vera natura della sua linea di pretesa.

Ovvero, sacrificare *l'obiettiva* maggiore correttezza al *soggettivo* maggior gusto è ingiustificabile.

Per dirla con Platone, è come sottomettere una ragione forte a una ragione debole.
« Ultima modifica: 15 Apr 2015, 14:14 da Shito »
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)

Offline Raiden

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1667 il: 15 Apr 2015, 14:41 »
E allora come tradurreste OTSUKARESAMA/OTSUKARESAMA DESU/OTSUKARESAMA DESHITA?
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Offline Wis

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1668 il: 15 Apr 2015, 14:48 »
Bisognerebbe chiedere a Platone.
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Offline Account_191220

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1669 il: 15 Apr 2015, 14:51 »
Laddóve la ragione forte è arbitraria tanto quanto la debole.

Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1670 il: 15 Apr 2015, 15:10 »
E allora come tradurreste OTSUKARESAMA/OTSUKARESAMA DESU/OTSUKARESAMA DESHITA?

In genere li rendo come "grazie per il lavoro", "grazie del lavoro", "grazie per l'impegno", "grazie per lo sforzo" e simili.

Nel caso di 'otsukaresama' detto da chi lascia il lavoro a chi resta a lavorare, anche 'buon lavoro' o 'buon proseguimento' possono essere opportuni, talvolta. Credo sia stato il caso di una scena in Kaze Tachinu, ad esempio.
« Ultima modifica: 15 Apr 2015, 15:15 da Shito »
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Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1671 il: 15 Apr 2015, 15:16 »
Laddóve la ragione forte è arbitraria tanto quanto la debole.

Quindi non hai proprio seguito il discorso, eh?
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Offline Raiden

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1672 il: 15 Apr 2015, 15:16 »
Bisognerebbe chiedere a Platone.
Io non capisco perché più Shito si mostra gentile nei tuoi confronti, più tu lo pigli per il culo.

Detto da uno a cui frega il giusto di dare ragione a una o l'altra parte.
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Offline Account_191220

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1673 il: 15 Apr 2015, 15:22 »
Quindi non hai proprio seguito il discorso, eh?
Purtroppo si.

Offline MrSpritz

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1674 il: 15 Apr 2015, 15:34 »
Conferma come Shito sia schiavo della cosa in sè. Per dirla con Croce.

Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1675 il: 15 Apr 2015, 15:34 »
Kabuto: non si direbbe.

Se così fosse, sapresti che benché la scelta di seguire la ragione forte piuttosto che la debole possa dirsi arbitraria, la ragione debole si dimostra oggettiva (indi non arbitraria), la ragione debole soggettiva (indi aribitraria).

Essenzialmente, io arbitrariamente sceglio di seguire una ragione non arbitraria, sottomettendomi ad essa.

Ti racconterò un aneddoto reale.

Doppiavamo Howl.

La brava Roberta Pellini, interprete della protagonista Sophie, incide una battuta. Io, come direttore, le dico dalla regia:

"Era molto bello, Roberta, ma servirebbe più così e più cosa, in quel punto lì quel dettaglio là, etc etc".

Roberta capisce, ri-incide la battuta, mettendovi tutto quanto stato registicamente cercando.

Al che io le dico "grazie, ora è perfetta, passiamo al prossimo anello".

Siccome con Roberta ci siam sempre trovati bene, lei dolcemente e sinceramente, senza alcuna polemica, mi dice: "ah, a dire il vero a me piaceva più l'incisione di prima".

Alche io rispondo: "ah beh, anche a me"

E qui Roberta non capisce. Come mai l'avrei fatta rifare, quella battuta, e come mai ho scelto una versione che mi piaceva di meno?

La mia risposta che diedi a lei ora la giro a voi:

"Perché a chi importa cosa piace a me? A me non importa. A me deve importare cosa piacesse al regista, e quello che piace a lui è fuso nell'originale. Io devo ricreare quello."



MrSpritz: CERTO che sono schiavo della cosa in sé, parliamo di TRADUZIONE, qui.

Pensa, Miyazaki stesso si dice 'schiavo del film' (eiga no dorei) o 'servo del film' (eiga no shimobe).

E lui fa la sua opera originale.

E io che di originale non devo metter nulla a più forte ragione devo essere schiavo di quell'opera, nell'adattarla.
« Ultima modifica: 15 Apr 2015, 15:39 da Shito »
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Offline Wis

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1676 il: 15 Apr 2015, 15:39 »
Io non capisco perché più Shito si mostra gentile nei tuoi confronti, più tu lo pigli per il culo.
A parte il fatto che Shito mi sembra capacissimo di difendersi da solo senza un cyborg effeminato a proteggerlo.
Era una battuta sul fatto stesso che Shito avesse tirato in ballo Platone, l'unico che potrebbe (dall'alto dell'iperuranio che avrà ormai raggiunto, chissà) sbrogliare questa noiosa matassa di opinioni in cui tutti sono immobili sulla propria ragione e non intendono smuoversi. Onestamente non mi sembrava offensiva né dileggiante nei suoi confronti (poi mi dica lui, non so).
Di certo continuare a leggere le stesse cose sta diventando noioso.

C'è anche da dire che non è mai stata una vera e propria discussione. Per cui rese chiare le parti in causa non si può far altro che scherzarci sopra.
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Offline Ivan F.

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1677 il: 15 Apr 2015, 15:41 »
Se il giapponese suona italiano, forse c'è un problema, no?
Io, da completo ignorante, avrei detto che se il giapponese suona italiano NON c'è un problema, c'è una traduzione :)
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Offline atchoo

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1678 il: 15 Apr 2015, 15:42 »
Salve di nuovo, rispondo in ritardo a seguito di una trasferta di lavoro. Ho letto solo ora il seguito del thread, e scrivi da un autobus con uno smartphone, argh.

1) SULLA QUESTIONE GRAMMATICALE

Non rinvengo l'errore che si imputa sulka frase in questione.

Sheeta rinviene quando il disastro si è compiuto. E' viva, come Pazu, ed è stupita dell'essersi salvata (cosa passata), perché i due avevano presunto di morire pronunciando "balse".

Quindi, allo stupore di Sheeta, Pazu essenzialmente risponde:


Sì, ci siamo salvati (passato), ad averci salvato (atto passato e concluso) sono state le radici (atto passato anch'esso).

Non avendo trapassati in campo, non capisco perché presumete un'anteriorità implicita in una remativa in forma implicita sul soggetto.

Ovvero: chi ci ha salvato? (nel passato)

Sono state le radici (ad averci salvato,nel passato).

Capisco che anche la forma con verbo presente nella principale sia accettabile, sia n forma edplicta che implicita:

sono state la radici ad averci salvato
sono le radici che vi hanno salvato

o anche con tempo presente nella relativa per la sola forma implicita:

sono state le radici a salvarci
(sono state le radici che ci salvano <- no )

ma onestamente mi pare che siano queste le concordatio temporum "ad sensum", laddove quella da me usata sia la più precisa, per una relativa così segmentata.

Ancora.

Ci siamo salvati.
Le radici ci hanno salvato.
Ad averci salvato sono state le radici.
Sono state le radici ad averci salvato.

Come si nota le ultime due frasi sono equipollenti, differendo solo per posizionlità.

Specie nella prima tra le due dovreste notare come la versione con "sono le radici" sarebbe concirdata sd sensum e sbilenca benché accettabile.

Per intenderci:

Un mio amico è stato stroncato da un tumore.
E' stato un tumore ad averlo stroncato.
(è stato un tumore a stroncarlo)
Ad averlo stroncato è stato un tumore
(a stroncarlo è stato un tumore)

mi paiono utte firme corrette e accettabili.

A mia gnosi, nelle forme relative implicite si può ben concordare passato o anche trapassato con un passato "contemporaneo" o con presente "ad sensum":

era stato un tumore ad averlo stroncato
era stato un tumore a stroncarlo

(esempio col trapassato)

Ho letto uno studio sull’argomento (tempi dell’infinito) che suggerisce di utilizzare l’infinito al passato solo quando c’è effettiva anteriorità rispetto a un MR (Momento di Riferimento), ricavato dal contesto.
A me piace decisamente di più la frase con l’infinito al presente, la trovo più adatta al contesto, appunto, ma il senso, come ha scritto The Fool, non cambia. Può pure suonare come rafforzata, ma forse impropriamente.
Va detto che lo studio era composto da oltre 50 pagine di roba: evidentemente sulla questione non c’è grande certezza e non credo valga la pena dedicarle altro tempo.
Non appena recupero il link lo posto.

Offline Account_191220

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1679 il: 15 Apr 2015, 15:45 »
Come tu possa CREDERE che le tue scelte siano quanto di più vicino all'idea di un artista che parla un'altra lingua e che quell'opera l'ha immaginata e creata nella sua lingua madre, per me rimane un mistero.
Che poi mistero non è...da cui il mio rammarico, pace.
D'ora innanzi interverrò solo in merito alle opere, perchè non vedo veramente spiragli per convergenze, in nulla, su questo argomento.

Posso solo immaginare cosa abbia pensato Roberta, dopo quella sessione di doppiaggio.