L’AIFA ha ufficialmente sospeso l’impiego dell’idrossiclorochina per il Covid conclamato. A quanto pare si riscontravano più problemi di tossicità che benefici (e meno male che, fino a un mesetto fa, si spergiurava che gli effetti avversi erano rari e minimi rispetto ai benefici osservati... ah, come cambia la prospettiva su farmaci e altri prodotti quando il loro impiego si espande oltre la nicchia abituale).
Il che però ci riporta al punto di partenza, ossia: non esiste una terapia domiciliare per i casi che non necessitano di ricovero. L’eparina è indicata SOLO se il paziente è allettato o ha gravi difficoltà di movimento anche in casa, condizioni che favoriscono la trombosi. L’azitromicina è stata sconfessata da tempo. Vedremo quanto ci metteranno, gli organi competenti, ad emettere nuove direttive che tengano conto di questi aggiornamenti. Mi piace soprattutto una riga, su un documento che ho ricevuto, che dice: “La prosecuzione di terapie eventualmente già avviate è a discrezione del medico curante”
Ma allora... se una terapia domiciliare efficace non esiste, e non è di fatto mai esistita... qualcuno mi deve spiegare che cosa aveva fatto, la Germania, per “gestire efficacemente i malati a domicilio senza affollare gli ospedali”, e come li avrebbe “trattati”.