E spesso semplicemente perché mancano/mancavano i posti in terapia, quindi la politica era di restare in casa ammalati e magari senza tamponi
Leggo spesso qui la faccenda della mancanza di tampone...come se il tampone fosse importante ai fini della malattia e della sua evoluzione.
Quello che è mancato è stato un intervento tempestivo sul territorio, vuoi per mancanza di protocollo, vuoi per mancanza di DPI e di organizzazione. Mi rendo conto che all'inizio fossimo impreparati sia su come affrontarlo che su come gestirlo, ma ora no!
Uno dei grandi errori è stata la gestione "ospedale-centrica" perché se i pazienti si trattavano meglio/prima al domicilio non si arrivava ad avere tutti quei malati con necessità di terapia intensiva.
Esperienza personale. Mia madre lavora in casa di riposo. A marzo iniziano ad ammalarsi ospiti e morire, fanno tamponi a loro e ai dipendenti. Mia madre ne ha fatti 2 a distanza di una settimana uno dall'altro sempre negativi, l'ultimo il 31 marzo. Mercoledì (8 aprile) dopo il lavoro comincia ad avere febbre, nausea ed astenia. Mi dice che pensa di esserselo preso.
Sente il medico di base che le dice di stare a casa e prendere tachipirina al bisogno per la febbre. Lo sento anche io, gli chiedo se sia il caso di iniziare una terapia più specifica e mi risponde che hanno allertato il servizio igiene per fare il tampone, che potrebbe essere una influenza banale e si aspettare. Dico ok.
Avendo comprato un saturimetro ad inizio marzo glielo porto, satura a 89. Sento un mia amica AR che lavora in rianimazione e le chiedo cosa fare, mi dice di allertare il 112 e farla portare dentro. La vanno a prendere e viene inghiottita nei meandri dell'ospedale.
Usando conoscenze lavorative e non (il giorno dopo) vengo a sapere che ha fatto tampone (positivo, ma va?), Ecg e tac che ha evidenziato una iniziale polmonite interstiziale con sospetta sovrainfezione batterica.
Inizia la terapia completa con anche un po' di ossigenoterapia.
Ora, secondo il medico di base doveva stare a casa (lei vive da sola), non aveva sintomi respiratori, si sentiva tanto stanca e aveva nausea.
Io posso capire che il medico di base non possa andare a visitare tutti, ma servono le unità sul territorio che si bardano e vanno ma non solo a fare il tampone e via, che valutino una saturazione, che magari facciano anche un ECG ed impostino una terapia di massima perché magari in caso come mia madre lasciato a casa arriva ad avere dispnea quando non basta l'ossigenoterapia per farla star meglio.
La mia non vuole essere un'accusa verso i medici, magari mi si fraintende, ma verso le indicazioni che hanno ricevuto e verso la mancanza di organizzazione.
D'altra parte ci si trova in una situazione mai affrontata prima, in cui tra l'altro ora vengono chiamati eroi ma già iniziano a fioccare le prime denunce. Io giovedì sera ero sfatta fisicamente e mentalmente, l'aver dovuto prendere decisioni sulla salute di mia madre è stato difficile, da una parte avevo paura di esagerare e dall'altra paura di essere superficiale...per fortuna nel mio lavoro non devo prendere decisioni in questo modo...non fa per me!
Comunque ora mia mamma è seguita, i medici sono gentili e quando chiamo mi informano sull'evolversi della situazione.
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