...e venne il giorno in cui lo finii
Come tutte le cose, anche quelle più belle, persino l'avventura per eccellenza di Geralt di Rivia, Witcher giunge infine al termine.
Ancora "scosso" dal climax finale (lunghissimo) cerco di elaborare due pensieri in croce per congedarmi in modo opportuno da una delle esperienze di gaming e di ruolo definitive, almeno per quanto riguarda la mia personale storia di giocatore.
Tutto in "The Witcher 3: Wild Hunt" è stato portato a livelli di eccellenza dai prodigiosi ragazzi di CDPR: dalla maestosità dell'impianto grafico, all'ambizioso e riuscito sviluppo di un open world vivo e pulsante; dalla strepitosa colonna sonora degna di un Oscar, alla cura maniacale ed inaudita per la sceneggiatura e per l'intreccio narrativo. Per non parlare infine della creazione e del tratteggio di personaggi memorabili, grandi o piccoli che siano nell'economia generale del gioco.
Difficilmente capiterà a breve di essere nuovamente trascinati in un'avventura così ricca e soddisfacente, in un mondo così fantastico e credibile al tempo stesso.
Tutto quello che avete fatto, o farete nel mondo dello Strigo avrà conseguenze immediate o future, prevedibili o meno. Tale è il trasporto e l'immersione che vi troverete a camminare all'alba in mezzo a prati e campi in fiore alla ricerca del prossimo mostro da uccidere, della prossima taglia da rivendicare.
Mai un'avventura uguale ad un'altra, tutto sempre ricco e nuovo.
Tutto sempre sorprendente.
Sia come sia, se amate gli RPG e siete alla ricerca di un fresco tocco mitteleuropeo (evidentissimo) fate in modo di NON mancare all'appuntamento con Geralt di Rivia, Witcher.
Per me, GOTY 2015 a mani basse.
Va Fail, Gwynbleidd