MGSV l'ho finito, con true ending, cassettine e tutto.
Il punto nodale della linea di pensiero che sposo è stato centrato pochi post fa: "preponderanza."
Le sgraziata forma espositiva di Kojima, che estendo a tutto il comparto narrativo (ogni movimento di camera enfatizzato coi rallenty alla Snyder, cassettine come ennessimo strumento di fruizione passiva subentrato al codec,ecc.), è davvero poco digeribile in MGSV a fronte della pochezza di contenuto, ossia plot sgangherato, retcon a base di supercazzole con triplo salto carpiato, e pg scritti col culo.
Quiet, a mio modestissimo avviso, non è un pg piatto e banale, ma la maniera in cui è comunicato non è all'altezza del peculiare intento e, anzi, il netto contrasto tra presentazione estetica vanziniana e pippe kojimiane ulteriori lo rendono un coniugo alquanto grottesco.
Esistono vari modi di mettere in scena la sessualità. Non ho pregiudizi sul merito del contenuto. Autorialità non significa bigotta pudicizia. Puoi anche sbattermi un clitoride o un pene in primo piano, per quanto mi riguarda. Il punto è come lo fai. "Tutto è espressione artistica e perciò lecito" è un paradigma che non mi ha mai convinto. Il rischio è di perdere la (mica tanto) sottile linea di demarcazione che divide un parto artistico competente (chessò, Antichrist di Von Trier) da un rutto a caso (horror porn random).
Mi piace leggere altre opioni sul punto. Anche e soprattutto quelle molto divergenti dalla mia. Tuttavia MGSV è una di quelle poche cose su cui sono davvero poco incline a rividere il mio giudizio, che si riassume in "gameplay sandbox da fine dell'universo - giocatelo anche solo per quello, se potete - infilato in struttura semi-cancerogena, con narrativa abbastanza raccapricciante."