Autore Topic: Asian Movies: Acquisti, commenti, link & recensioni  (Letto 253185 volte)

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Offline naked

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Re: Asian Movies: Acquisti, commenti, link & recensioni
« Risposta #2205 il: 09 Ago 2009, 08:49 »
Se sei iscritto ad AvistaZ c'è già, senza sub però.
io voglio la extender
Se fosse un’orchestra a parlare per noi Sarebbe più facile cantarsi un addio Diventare adulti sarebbe un crescendo Di violini e guai I tamburi annunciano un temporale Il maestro è andato via Metti un po’ di musica leggera Perché ho voglia di niente Anzi leggerissima

Offline Getter

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Re: Asian Movies: Acquisti, commenti, link & recensioni
« Risposta #2206 il: 10 Ago 2009, 14:33 »
Per chi cerca Love Exposure e non è iscitto ad AvistaZ, rapidshare vi da una mano. ;)
Voi siete sicuri di essere nel giusto, tuttavia non volete che la pensino tutti come voi. Non c’è verità senza gli scemi. (Don DeLillo)

Offline Sol_Badguy

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Re: Asian Movies: Acquisti, commenti, link & recensioni
« Risposta #2207 il: 10 Ago 2009, 21:55 »
Dopo Grotesque, mi sono pulito le pupille dalla viuulenza con il decisamente più leggero Last Ghost Standing, recuperato grazie al magellanico consiglio di Naked, dopo anni che, avendone letto la review su Asian Feast, lo cercavo ma non riuscivo a trovarlo (tranne che in un miserrimo rivenditore online di Hong Kong la cui affidabilità sembrava pari a quella di un bordello gestito dalla triade).

Che dire, mi è parso un frizzante incrocio tra Fracchia Contro Dracula e i due live acrion nippohongkonghesi ispirati a Kujaku Oh (AKA Kujaku l'Esorcista, AKA Peakock King). Dilagante demenzialità a grana grossa, grossissima, ma a tratti divertente, miscelata con fasi oniriche e il tutto shackerato con mostroni 'infernali' di gomma, che, appunto, richiamano la coppia di pellicole mistico-demoniache di cui sopra. Ma, non avendo in questo caso il creature design di Mr. Keita Amemiya, i demoni risultano piuttosto squallidi, soprattutto quando, come nel finale, assumono un ruolo più 'drammatico'. La storia d'amore, durante le ultime battute, infesta anche questa horror comedy di Hong Kong, ma è il loro stile, sta all'osservatore apprezzarlo, oppure accettarlo per quel che é senza farsi troppo girare le scatole (io sono della seconda ipotesi). Certo è che cucire baci-abbracci-amanti-ritrovati addosso a un'ora e un quarto di uscite trash e citazioni di Evil Dead è come guarnire con capperi sotto sale una torta alle fragole. 

Filmetto 'assurdo' per divertirsi una serata, con queste premesse lo cercavo e all'interno di questa funzione ha svolto il suo ruolo.
« Ultima modifica: 10 Ago 2009, 22:06 da Sol_Badguy »
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« Risposta #2208 il: 11 Ago 2009, 18:20 »
Per chi cerca Love Exposure e non è iscitto ad AvistaZ, rapidshare vi da una mano. ;)
Lo sto rivedendo, sono a un'ora di film, che droga! Un'opera direttamente consegnata all'olimpo.
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« Risposta #2209 il: 11 Ago 2009, 23:27 »
Pantsu, pantsu, pantsu... ^___^

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Offline greven

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Re: Asian Movies: Acquisti, commenti, link & recensioni
« Risposta #2210 il: 12 Ago 2009, 22:49 »
Lo sto rivedendo

Significa che possiedi sottotitoli in linguaggio non esotico? ;D

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« Risposta #2211 il: 13 Ago 2009, 01:11 »
No, ma se leggi la trama, o il primo veloce commento che avevo rilasciato qui (correzione: il titolo compare dopo 58 minuti) dopo la visione al Far East, proprio la prima ora te la puoi vedere anche se non capisci una parola.

Se prima non esce la versione HKese, penso proprio che i primi sottotitoli inglesi saranno quelli della versione UK - uscita gennaio 2010 - targata Third Window Films (http://www.thirdwindowfilms.com/loveexposure/synopsis.htm).

Ad ogni modo avendolo rivisto non capisco proprio come questo film possa essere piaciuto a l'Amico dal momento che è una pellicola profondamente femminile.
« Ultima modifica: 13 Ago 2009, 01:21 da Getter »
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« Risposta #2212 il: 13 Ago 2009, 15:13 »
Ieri mi sono visto Grotesque [...] (continua)
Avete in mente le produzioni di quel furbetto di Luc Besson? Ecco 'sto filmucolo è uguale. Investe su un paio, non di più, di scenografie cantinospedaliere e ci piazza una curata fotografia palustre. Insomma il tipico modo di vendersi esercitato a più riprese dall'horror - e non solo - americano.
Unico momento di rivalsa su Hostel e soci sono proprio i liquido-appiccicosi inserti squirt & cum, il resto è un noioso e uniforme ritornello, meno pulp e più severo del solito, salvo poi instupidirsi con un doppio finalino scriteriato che c'entra quanto portarsi dietro una picozza per una gita al mare.
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« Risposta #2213 il: 13 Ago 2009, 18:52 »
[KR] BREATHLESS (2008) di Yang Ik-joon
Il duro genere di film che Kim Ki-duk non sa fare più da un pezzo - 5 anni almeno - e che ricorda gli esordi di Kitano. E infatti anche in tal caso il regista, oltre che sceneggiatore, montatore e interprete principale, è al suo debutto. Violenze inaudite che si tramandano e che legano due disgraziati nuclei famigliari, film dolorosissimo e che insinua sottopelle un crescente disagio. Non proprio originale per chi frequenta anche solo sporadicamente i criminal-drama sudcoreani, sforbiciabile in talune parti, ma avercene.
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Offline Sol_Badguy

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« Risposta #2214 il: 14 Ago 2009, 14:53 »
io voglio la extender

Misà che it's in da haus ;).
Però sempre senza sottotitoli


Insomma il tipico modo di vendersi esercitato a più riprese dall'horror - e non solo - americano.

Mah, indubbiamente Grotesque si allinea con il filone mondiale del torture porn, ma, a mio avviso, lo fa nel rispetto della ultraventennale tradizione filmica che il Giappone ha in relazione a questo genere.
L'approccio registico e di sceneggiatura mi sembra molto più vicino agli esempi citati (a cui aggiungo anche Flower of Flesh and Blood , sempre della serie Guinea Pig, per quel che riguarda la trattazione dell'aspetto prettamente 'torture') piuttosto che a un Hostel.
 
Ovvio che gli scantinati illuminati da luci soffuse color verde-muschio/giallo-banana-marcia ricordino la roba prodotta da Eli Rotto e i vari Saw, ma si parla di contaminazioni meramente estetiche e di contorno, che personalmente interpreto più come un utilizzare l'attuale grammatica visiva del torture porn, piuttosto che come uno scopiazzare a fondo lo stile d'oltreoceano.   

Unico momento di rivalsa su Hostel e soci sono proprio i liquido-appiccicosi inserti squirt & cum

Naah, lo sai bene anche tu, Hostel è di ben più bassa caratura. Ha tutto un noioso preambolo ridicolamente xenofobo, a base di tette e culi gratuitissimi, ‘utilizzato’ per introdurre una trama dalla semplicità disarmante. Quando infine si arriva al dunque,  tutto esplode con la potenza di una scoreggia di formica, grazie a una regia refrattaria a qualsivoglia forma di tensione, supportata da scene ‘splatter’ che avrebbero fatto ridere il più derivativo mestierante dell’horror anni ‘70/’80, americano, italiano o giapponese.
 
Nel suo piccolo, Grotesque va dritto al punto, con un atteggiamento ‘severo’ che anche tu hai osservato.  Sì, il finale ingenuo e quasi ‘nonsense’ lascia spaesati, però anche questo fa parte del cinema nipponico, ricco di horror con finali assurdi, talmente stridenti con il resto del contesto da essere al limite dell’onirico. Può effettivamente far sorridere, concordo, ma, come per altri elementi di cinematografie diverse da quella occidentale, tocca un po' prenderle per quello che sono.

By the way, in generale, i miei giudizi sugli horror vanno sempre presi con una certa tara, dato che sono un appassionato di horror prima ancora che un cultore di cinema orientale, quindi esprimo pareri in quest’ottica :).
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« Risposta #2215 il: 14 Ago 2009, 21:14 »
io voglio la extender
Misà che it's in da haus ;).
EH?!!! Vorresti dire che sei in possesso della prima versione da sei ore montata da Sono e che nessuno ha mai visto?

Mah, indubbiamente Grotesque si allinea con il filone mondiale del torture porn, ma, a mio avviso, lo fa nel rispetto della ultraventennale tradizione filmica che il Giappone ha in relazione a questo genere.
Che si allinei ok, per il resto rischio di ripetere certi concetti che ti ho già spiegato secondo il mio punto di vista. Basta il marchio Jolly Roger in apertura per non credere a questa cosa.

L'approccio registico e di sceneggiatura mi sembra molto più vicino agli esempi citati (a cui aggiungo anche Flower of Flesh and Blood , sempre della serie Guinea Pig, per quel che riguarda la trattazione dell'aspetto prettamente 'torture') piuttosto che a un Hostel.
Ma la tradizione dei Guinea Pig che allora scioccò gli orrorofili che li avvicinarono (lo sai anche tu che c'era chi farneticava sul loro essere veri snuff movie) appartiene al passato.
Hostel è stato un nuovo modo "pulp" di intendere il cinema horror solo per chi prima di allora non era passato attraverso tali film nipponici - e andando ancora più indietro nel tempo gli esempi prolificano: i film di Teruo Ishii o Shogun's Sadism di Yuuji Makiguchi - e non conosce(va) neppure il trittico degli August Underground (anche se il terzo è arrivato dopo) o i film di Andreas Schnaas.

Ovvio che gli scantinati illuminati da luci soffuse color verde-muschio/giallo-banana-marcia ricordino la roba prodotta da Eli Rotto e i vari Saw, ma si parla di contaminazioni meramente estetiche e di contorno, che personalmente interpreto più come un utilizzare l'attuale grammatica visiva del torture porn, piuttosto che come uno scopiazzare a fondo lo stile d'oltreoceano.
Non è un modo di copiare lo stile, è un esatto rifacimento atto al solo scopo di essere istantaneamente riconoscibile dallo spettatore e quindi facilmente vendibile, questo ho detto. Da qui il riferimento a Besson che coi suoi film si proclama autore e in fase di produzione si comporta come il più misero morto di fame.

Naah, lo sai bene anche tu, Hostel è di ben più bassa caratura. Ha tutto un noioso preambolo ridicolamente xenofobo, a base di tette e culi gratuitissimi, ‘utilizzato’ per introdurre una trama dalla semplicità disarmante.
Guarda, sotto tale aspetto, che al cinema mi aveva fatto girare le balle tanto da surriscaldarmele, devo dire che l'ho un pochino rivalutato. In fondo adotta un mezzo stra-stra-stra abusato dagli slasher.

Quando infine si arriva al dunque,  tutto esplode con la potenza di una scoreggia di formica, grazie a una regia refrattaria a qualsivoglia forma di tensione, supportata da scene ‘splatter’ che avrebbero fatto ridere il più derivativo mestierante dell’horror anni ‘70/’80, americano, italiano o giapponese.
Perfetto, non ci piove.
« Ultima modifica: 16 Ago 2009, 19:50 da Getter »
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« Risposta #2217 il: 17 Ago 2009, 16:22 »
EH?!!! Vorresti dire che sei in possesso della prima versione da sei ore montata da Sono e che nessuno ha mai visto?

No, no, la ‘house’ in questione era Avistaz, non casa mia :D.
Avevo ricevuto notifica di una versione triplo CD e speravo fosse quella. Ma sono stato fuori, quindi non ho potuto verificare, al tempo del post,  se fosse uscita la extended in Giappone e se si trattasse di quella.   


Che si allinei ok, per il resto rischio di ripetere certi concetti che ti ho già spiegato secondo il mio punto di vista. Basta il marchio Jolly Roger in apertura per non credere a questa cosa.

Rispetto il tuo punto di vista, ma, per quanto concerne la questione distribuzione, mi auguro tu non la veda così categorica, considerato che pure Kill di Oshii et al. è distribuito sotto marchio Jolly Roger  :whistle:.

Seriamente,  si saranno pure affidati a una casa di produzione e distribuzione, che, sotto alcuni punti di vista, sembra strizzare l’occhio al pubblico occidentale (prodotti come il primo live action di Oneechanbara o Gheisha Vs Ninja possono lasciare quest’impressione), ma partire da questo dato per affermare che un regista dal pedigree angura-horror come Shirashi  (quindi potenzialmente non simpatizzante USA) abbia  aderito supinamente a dei cliché filmici americani, realizzando il tutto nell’ottica del mercato d’oltreoceano, lo trovo un po’ forzato.
 
L’approccio generale, per come l’ho visto io,  è stato quello di realizzare una muratura con scelte estetiche e , in parte, di script ereditate dal filone torture porn USA, per rifinire una struttura portante dal sapore nipponico.  Ovvio, non si tratta più di angura in senso stretto, e NON è certo ero guro, però il buon horror nipponico classico (e non) è pieno di esempi di questo genere di ‘edilizia  filmica’.  Escluso l’esordio con Eating Schoolgirls, tutto il cinema di Tomomatsu, che tu stesso apprezzi,  è denso di richiami a Romero e soci, sia nella sceneggiatura che nell’estetica, ma anche in seno a prodotti ‘duri e puri’ come lo stesso Guinea Pig ci sono episodi ampiamente mutuati dal cinema splatter USA di allora. Per dire, Devil Woman Doctor è tutta una rielaborazione in chiave giapponese del cinema di Frank Henenlotter (con esplicitissime citazioni di Basket Case).   

Ma la tradizione dei Guinea Pig che allora scioccò gli orrorofili che li avvicinarono (lo sai anche tu che c'era chi farneticava sul loro essere veri snuff movie) appartiene al passato.

…sì, appartengono a un passato, che, come ho citato pocanzi, era denso di contaminazioni quanto il presente. Finanche icone nipponiche pop come Kaiju Eiga e Tokusatsu hanno una strettissima parentela con produzioni multimediali USA analoghe e precedenti, tanto che entrambi i generi hanno avuto da sempre un gran seguito in America.  Limitando il discorso all’horror e ai generi liminali, lo sai bene anche tu che l’unica eccezione è costituita dal magmatico mondo angura, nato da fermenti culturali di matrice antiamericana, che, ovviamente, imponevano una sintassi scevra da richiami espliciti al cinema yankee.

By the way,  sì, Charlie Sheen è indubbiamente un pazzo ;D. Cioè, sarebbe stato pure concepibile aver scambiato per uno snuff Devil’s Experiment, ma Flower of Flash and Blood ha FX così cafoni che neanche la casalinga più puritana e naif del midwest avrebbe preso per veri, figuriamoci un attore :D.

Hostel è stato un nuovo modo "pulp" di intendere il cinema horror solo per chi prima di allora non era passato attraverso tali film nipponici - e andando ancora più indietro nel tempo gli esempi prolificano: i film di Teruo Ishii o Shogun's Sadism di Yuuji Makiguchi - e non conosce(va) neppure il trittico degli August Underground (anche se il terzo è arrivato dopo) o i film di Andreas Schnaas.

Ci mancherebbe, concordo perfettamente su tutto, tranne che su Schnaas. IMHO ci calzerebbero più i due Necromantik di Buttgereit, parlando di proto-torture-porn tedeschi. Il cinema di Schnaas mi pare più una (dignitosissima) derivazione della shoxploitation Troma, tanto che pure lo stesso Kaufmann, con occhio lungo, l’ha in qualche modo sdoganato.
Non lo dico per voler spaccare il pelo, ma per il piacere di discutere, considerato che questo punto lo volevo già mettere in luce nel nostro precedente scambio di opinioni, nel senso che considero e fruisco Tokyo Gore Police et similia come una scoppiettante e trashissima declinazione nipponica della ‘cultura’ Troma (della quale sono piuttosto addicted, per lo meno verso i calssici anni ’80).

Non è un modo di copiare lo stile, è un esatto rifacimento atto al solo scopo di essere istantaneamente riconoscibile dallo spettatore e quindi facilmente vendibile, questo ho detto. […]

Sì, ho capito e concordo, alla fine diciamo la stessa cosa, infatti, con ‘grammatica’ intendevo proprio l’uso di soluzioni che rendessero la pellicola riconoscibile o subito inquadrabile in un determinato genere. Quanto questo pesi sulla valutazione finale o vada a ‘contaminare’ il giudizio di altri aspetti è ovviamente soggettivo :).
 
Guarda, sotto tale aspetto, che al cinema mi aveva fatto girare le balle tanto da surriscaldarmele, devo dire che l'ho un pochino rivalutato. In fondo adotta un mezzo stra-stra-stra abusato dagli slasher.

Verissimo, ma la xenofobia dello slasher USA anni ’70 e ’80 era intestina, focalizzata sul lato oscuro dell’America. Rintracciabile da L’ultima Casa a Sinistra a Non Aprite Quella Porta, passando per Le Colline Hanno Occhi. Si tratta ovviamente di spaccati sociali esasperati, grotteschi, ma in qualche modo consapevoli, perché basati sulla cultura popolare del regista/sceneggiatore.
 
Quella de ‘in Europa dell’Est ce so’ solo puttanelle e delinquenti’ (da cui -> puoi fare quel che ti pare in ambito di sesso e delinquenza) mi è parsa una forma di xenofobia becera, generalista, per sentito dire. Un rigurgito, probabilmente, di paure verso l’esterno inculcate durante l’era bushiana, che hanno trovato numerose applicazioni sparse nel cinema slasher contemporaneo, come il Brasile di Turistas o il Messico di Borderlands. Al di là di questo, un presupposto tanto stupidamente esterofobo mi ha reso Hostel una carnevalata da subito, come se ambientassi un horror in Cina e facessi vedere che i ‘comunisti mangiano i bambini’ :D.
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« Risposta #2218 il: 17 Ago 2009, 19:21 »
Guarda, sotto tale aspetto, che al cinema mi aveva fatto girare le balle tanto da surriscaldarmele, devo dire che l'ho un pochino rivalutato. In fondo adotta un mezzo stra-stra-stra abusato dagli slasher.

Verissimo, ma la xenofobia dello slasher USA anni ’70 e ’80 era intestina, focalizzata sul lato oscuro dell’America. Rintracciabile da L’ultima Casa a Sinistra a Non Aprite Quella Porta, passando per Le Colline Hanno Occhi. Si tratta ovviamente di spaccati sociali esasperati, grotteschi, ma in qualche modo consapevoli, perché basati sulla cultura popolare del regista/sceneggiatore.
 
Quella de ‘in Europa dell’Est ce so’ solo puttanelle e delinquenti’ (da cui -> puoi fare quel che ti pare in ambito di sesso e delinquenza) mi è parsa una forma di xenofobia becera, generalista, per sentito dire. Un rigurgito, probabilmente, di paure verso l’esterno inculcate durante l’era bushiana, che hanno trovato numerose applicazioni sparse nel cinema slasher contemporaneo, come il Brasile di Turistas o il Messico di Borderlands. Al di là di questo, un presupposto tanto stupidamente esterofobo mi ha reso Hostel una carnevalata da subito, come se ambientassi un horror in Cina e facessi vedere che i ‘comunisti mangiano i bambini’ :D.
Sul lato xenofobo non ho avuto ripensamenti, per carità, mi riferivo specificatamente ai fattori giovanil-mignotteschi della storia. ^^
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« Risposta #2219 il: 17 Ago 2009, 19:40 »
Ora che mi ci fai pensare son d'accordo.
Preso dal fastidio generale che mi suscitò la pellicola, ho incluso l'sapetto 'scene gratuite di nudo femminile' nella 'poetica' xenofoba imperante de "le donne dell'Est tutte mignotte", quando, se isolati dal contesto social-geografico, sono passaggi che senza dubbio rappresentano uno dei leit motiv dell'immaginario slasher da sempre :).
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