"Spaccare" in italiano vuol dire rompere in due o più parti, deriva da una parola longobarda che significava fendere.
Se in giapponese "kuzushi" si usa sia per spaccare che per distruggere, nella traduzione di "kunikuzushi" a mio parere sarebbe stato preferibile il secondo termine perché il soprannome di quell'arma nasce evidentemente in virtù della sua potenza: i suoi colpi erano così forti da poter distruggere (per assurdo, certo) un paese, una provincia.
Se tiri una palla di ferro con un cannone non è che tagli a metà qualcosa: lo frantumi, lo annienti, lo distruggi.
Non a caso tutte le traduzioni inglesi che ho trovato usano il verbo to destroy e non to break, to split o altri.
Dalle mie parti quando spacchi qualcosa in tante parti si dice anche che l'hai distrutta.
Per me "Distruggi-Province" e "Spacca-Province" sarebbero andati bene ugualmente, con una preferenza per il secondo per motivi di musicalità.
Mah, non sono del tutto d'accordo.
Anche con "Eboshi vuole distruggere le province" la risatina è in tema: è una battuta "esagerativa" che non modifica i registri della scena.
No, con "Eboshi vuole distruggere le province" non poni l'accento sul gioco di parole, le province si possono distruggere in qualsiasi modo, anche con le armi tradizionali.
Invece l'accento viene posto sul metodo che si vuole usare, utilizzando il soprannome di un'arma esotica come il cannone.
Un conto è dire "Xibal vuole difendere Cannarsi", un conto è dire "Xibal vuole fare l'Azzeccagarbugli nel topic Ghibli", capirai che l'azione è la stessa, ma il senso, il taglio e il giudizio soprattutto che chi la proferisce vuole dare sono profondamente differenti.
Faccio una illazione: Diciamo che in Giappone fino all'introduzione delle armi da fuoco le armi bianche tradizionali avessero dei nomi che ne indicassero pressappoco le caratteristiche, magari per uso, per folklore costruito attorno ad esse ecc.
Es: Spada "Zanbato", che grossomodo potrebbe indicare qualcosa che riesca facilmente a tagliare bersagli grossi come un cavallo (non ci addentriamo sul reale utilizzo storico o meramente letterario).
L'arrivo delle armi da fuoco rivoluziona il modo di fare la guerra grazie ad un potere che prima era inimmaginabile, e così, come attorno ad una katana, questi oggetti esotici si ammantano di quell'aura frammista di cultura popolare e storia che le rende nel tempo quello che sono, e così magari un cannone diventa un "Distruggi-Province", per descriverne le peculiarità.
A quel punto se io voglio descrivere l'attitudine di una persona verso una azione, non descriverò più l'azione in sè, ma utilizzerò un termine che sia peculiare a quella azione: Es: "Eboshi vuole tagliare la testa al toro" invece di "Eboshi vuole risolvere la situazione in maniera spiccia e senza troppi giri di parole".
Nella situazione specifica facciamo finta che stiano producendo un cannone, che nella tradizione popolare ha assunto il nome di Spacca-Province o Distruggi-Province per via del suo potere d'attacco, e che l'artigiano nella volontà della sua committente di costruire quelle armi voglia scherzare indicando, con un gioco di parole, sia l'effettiva costruzione che l'attitudine mentale di chi voglia che siano costruiti, e così Eboshi diventa una Spacca-Province, cioè viene identificata da chi fa la battuta con l'oggetto che le consentirà di esserlo, e che si chiama allo stesso modo.