Autore Topic: Studio Ghibli  (Letto 404723 volte)

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Offline Ifride

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2010 il: 05 Ott 2015, 11:20 »
Andiamo stasera per Nausicaa :)


Diana canticchia sempre la musica, il coro di bambini

 :) :cry:
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Offline Kairon

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2011 il: 05 Ott 2015, 11:31 »
 :scared: :scared: :scared:

Ma cos'è, un forum dell'accademia della crusca?

Ma parliamo del disegno, dei colori, della trama.
Io vado mercoledì sera. Lo vidi su VHS tanti anni fa subito dopo aver letto il fumetto. Ricordo un buon film ma con molte cose cambiate rispetto al manga. Lì per lì non mi entusiasmò questa cosa. Ora non ricordo nulla così sarò più imparziale nel giudizio

Offline Ifride

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2012 il: 05 Ott 2015, 12:06 »
Il manga per forza di cose (il formato che ha permesso una storia molto più lunga oltre al fatto che l'ha completato quando il film era già uscito da anni) è sicuramente più approfondito in alcuni temi e ne tratta altri (il rapporto con un dio) che sono assenti nel lungometraggio. Non per questo il film non è un capolavoro, per come riesce a condensare in poco meno di due ore le tematiche che diventeranno lo "stile" di Miyazaki, e quindi il rapporto dell'uomo con la natura, il volo, etc...
L'ho fatto vedere per la prima volta ad una mia amica e ha pensato dopo averne visti altri dello studio Ghibli che fosse il film della maturità, ed effettivamente potrebbe anche sembrare.
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Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2013 il: 05 Ott 2015, 15:01 »
Andiamo stasera per Nausicaa :)


Diana canticchia sempre la musica, il coro di bambini

Anche se è un requiem, l'immagine (quella che hai descritto tu) è meravigliosa. Curiosità: in realtà è una sola voce bianca, quella di Mai (nome d'arte), la figlia di Hisaishi Joe. Ai tempi era una bambina. Ha cantato ancora per il padre, soprattutto per Mononoke Hime (il tema canoro, originariamente non previsto nel film, nell'image album è intonato appunto da Mai - in seguito Miyazaki avrebbe 'perso la testa' per la voce del controtenore Mera Yooshikazu decidendo di includere il tema cantato nel film), e poi in Ponyo, dove la versione canatat de "Himawari no Ie no Rondo" (Il rondò della Casa dei Girasoli) è cantato (ancora: solo nella versione 'image') sempre da Mai. ^^
« Ultima modifica: 05 Ott 2015, 15:21 da Shito »
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Offline The Fool

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2014 il: 05 Ott 2015, 15:05 »
Ma chi è Lei? A un certo punto mi sono chiesto se era Cannarsi, un personaggio di Nausicaa o quello di Tekken infiltrato come double agent.
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Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2015 il: 05 Ott 2015, 15:20 »
Sul rapporto col manga: come saprete il film animato di Nausicaä viene realizzato quando del manga non erano stati che serializzati i contenuto di circa i primi due volumi.


Il manga sarebbe andato a concludersi tredici anni dopo.

Questa cosa è interessante e significativa: Miyazaki è 'cresciuto' lungo la lavorazione del manga, che disegnava nei momenti di 'pausa' tra un film e l'altro. La gestione di quel soggetto, di quell'idea, è cresciuta con lui. Quindi, l'inizio del manga vive di un ordine, di una 'semplicità della visione del mondo' (si nota molto l'eredità dal ciclo di Earthsea della Le Guin), che è del tutto assente in come il manga va a finire. Infatti il manga va a finire "con Mononoke", nel senso che il tempo della conclusione del manga era proprio quel tempo per la mente e il pensiero di Miyazaki Hayao.

Naturalmente, il manga è molto molto più complesso del film animato. Per contro, il film animato vive di una sua 'unità narrativa' che nell'evoluzione del manga non può essere inclusa.

Parlando dell'animazione, il commentario di Katayama e Anno è davvero illuminante. Quello che emerge soprattutto è:

1) Nausicaa venne realizzato come un film indipendente, che raccoglieva molti giovani talenti molto diversi tra loro, e

2) Miyazaki ha fondato il suo modo artigianale di lavorazione di un film animato con quella produzione, e

3) Miyazaki stava cercando di staccarsi dai 'cartoni animati' e guardare al 'cinema'.

Sono tutte cose che vengono dette e ripetute molte volte da Anno e Katayama.

L'interessante, ma anche quello che credo per noi sia più difficile cogliere, è che per i giapponesi dire "manga" è dire "bambinata". La radice è quella di una "cosa non seria, una facezia". Come dire che "comics" ha in sé il senso di comicità, proprio nell'etimo. La stessa cosa per "manga" - tant'è che ci fu la famosa corrente post-tezukiana che voleva chiamarli "gekiga" (immagini drammatiche), perché i contenuti e i tenori delle opere ormai mal si adattavano al termine "manga". Ora, dapprima in Giappone i cartoni animati si chiamavamo 'terebi manga' (cartoni in TV) e 'manga eiga' (film a cartoni). C'era sempre l'idea della bambinata, per staccarsi dal quale il fandom adotto il termine 'anime'. E si era già negli Ottanta, eh! Il trailer originale i Laputa (1986), per esempio, ancora parla di "manga eiga".

Ma nel commentario, Anno soprattutto ogni volta che c'è una scena comica, un po' slapstick, ripete sempre "aaah ,qui è stile manga, stile manga!", e Katayama gli spiega come Miyazaki si stesse proprio sforzando di rivolgere il suo sguardo 'al cinema' (che è percepito come una cosa seria): Per esempio, in Conan quando il protagonista fa le facce buffe, deformate, solleva pesi giganteschi o usa i piedi, quello in Giappone è "manga", come stile. Anche Lupin-Cagliostro, è pieno di "stile manga", a partire dalla prima fuga che apre il film. Se ci si pensa, si vede l'eredità dei 'cartoni animati' stile WB, tipo Tom&Jerry, o tipo Road Runner.

Nelle parole di Ootsuka Yasuo, collega anziano di Miyazaki: "Se non fosse stato per l'incontro con Takahata, Miyazaki avrebbe speso tutta la sua vita dietro a cose sciocche come i manga". Nel senso di: bambinate. Ma Takahata era diverso. Takahata è un regista che viene proprio dall'idea di regia cinematografica, europeista. Ama il surrealismo intrinseco del neorealismo, e lo riproduce con l'animazione - lui che non disegna. Miyazaki, al contrario, era un entusiasta del disegno e dell'animazione, un artigiano che ha sempre voluto fare "le storie animate belle ed emozionati per dare divertimento, consolazione e speranza ai bambini" (sono parole sue, ribadite più volte in tante sedi). Miyazaki si appassionò di animazione guardando due particolari film *per bambini* quando lui faceva *l'università*, e i film erano 'Hakujaden' e 'La regina delle nevi". Al contrario, Takahata capì le potenzialità dell'animazione come mezzo espressivo vedendo "La bergere e le ramonoeur" (quello con i testi di Prevert). A Miyazaki interessava il mezzo,  e in quel film francese trovate tante scene, tanti modelli poi riemersi nei film di Miyazaki. A Takahata interessava il simbolismo espressivo insito in quella "specie di surrealismo che è l'animazione" (sic.)

Quando Miyazaki vide la prima regia cinematografica di Takahata, ovvero quell'Hols no Daibouken dove aveva lavorato lui stesso, disse: "Pakusan, ma tu non stai più facendo i cartoni animati. Tu stai facendo Prevert, tu stai facendo Edith Piaf!" Secondo Ootsuka, questa epifania cambiò radicalmente Miyazaki Hayao.
« Ultima modifica: 05 Ott 2015, 15:23 da Shito »
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Offline Xibal

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2016 il: 05 Ott 2015, 15:42 »
Grazie per il contributo, davvero prezioso  :)
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Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2017 il: 05 Ott 2015, 15:57 »
Grazie della lettura, e dell'apprezzamento.

Del resto, davvero non si potrebbe non dare seguito a un'esortazione giusta, vera e bella come:

Ma parliamo del disegno, dei colori, della trama.

Dunque proseguo: sul disegno.

Il character design per l'animazione di questo film è una rielaborazione del grande Komatsubara Kazuo del design originale (il manga) di Miyazaki Hayao.

Si potrò notare infatti che il design di Nausicaä è tutto più 'rotondo', 'carnoso' di quelli degli altri film di Miyasan.

In questo film c'è una fisicità che poi Miyazaki dimenticherà per molto tempo. Anno sostiene che "Nausicaä non è la tipica eroina di Miyazaki, quelle sono come Lana o Clarisse. Nausicaä ha un seno prosperoso e un'impronta materna molto forte. Per Miyazaki, Nausicaä è speciale, perché condivide il suo lato oscuro. Nausicaä è una protagonista assassina."

In effetti Nausicaä è forse il personaggio femminile più ambivalente che Miyazaki abbia mai creato. Normalmente, in Miyazaki abbiamo questa dicotomia, questa disgiunzione tra la fanciullina immacolata e la donna amareggiata che ha durato la vita. I binomi: Lana-Monsly, Clarisse-Fujiko, Sheeta-Dola, Fio-Gina eccetera. Sempre così.

Ma Nausicaä è un prodotto rivolto all'adolescenza, non all'infanzia. Ha una complessità diversa. Anche la coppia Nausicaä-Kshana sembra più che mai una medaglia con le sue due facce, e in effetti lo stesso è per la loro rielaborazione San-Eboshi, no? Anche quello era un film "non per bambini, ma per adolescenti". Era come dicevamo la riconsiderazione dei medesimi temi.
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Offline Kairon

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2018 il: 05 Ott 2015, 17:22 »
Veramente interessante. Mi hai ricordato di un personaggio che adoro da sempre:
La Mosly di Conan. Grazie allo spazio maggiore di cui può godere nella serie secondo me è il personaggio meglio tratteggiato più riuscito e più vero di tutto il cast Miyazakiano. Il suo percorso di crescita nella serie è una cosa di rara bellezza.

Offline Gaissel

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2019 il: 05 Ott 2015, 17:33 »
Shito tu c'hai da fa' l'esegeta, il saggista, il critico. Ti s'incolla proprio addosso.

Ricordo ancora lo stupore di tredicenne con cui mi slurpavo L'enciclopedia di Evangelion, che rotolava fuori dalle cassette Dynamic e mi cadeva sul mignolino ferendomi considerevolmente, date le dimensioni.

Però 'sta pretesa, molto autocelebrativa, di fare l'adattatore in questo modo qua, non so. Ridimensionati o ritrovati, che pirla non sei, anzi.

Baciotti.
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Offline Xibal

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2020 il: 05 Ott 2015, 17:41 »

Però 'sta pretesa, molto autocelebrativa, di fare l'adattatore in questo modo qua, non so. Ridimensionati o ritrovati, che pirla non sei, anzi.

I suoi adattamenti sono autoprodotti? :|
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Offline The Fool

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2021 il: 05 Ott 2015, 18:13 »
Sempre interessanti gli approfondimenti, grazie anche da parte mia.
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Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2022 il: 05 Ott 2015, 19:22 »

Però 'sta pretesa, molto autocelebrativa, di fare l'adattatore in questo modo qua, non so. Ridimensionati o ritrovati, che pirla non sei, anzi.


Non è autocelebrazione. Potrei non firmali, gli adattamenti. Chi se ne importa se sono a mio nome?

In verità questa cosa importa solo a chi si da un tono criticandomi. E' un passatempo di alcuni - finché giustamente qualcuno dice: "ehi, ma chissene, parliamo del film!".

SOLO CHE per parlare del film, questo deve essere stato visto per quel che è.

L'adattamento, il doppiaggio, la la localizzazione... SONO SOLO MEZZI. Sono falsi di servizio. Non hanno alcun valore assoluto. Servono -se sono fatti bene (= fedelmente)- a far conoscere l'opera per quella che è. Se l'opera non è presentata per quella che è, nella sua ligia verità, il pubblico che fruisce la traduzione mistificata non potrà neppure mai conoscerla, non potrà farsi un *vero giudizio* sull'opera. Non ha senso.

Quindi no, il mio modo di adattamento non è autocelebrazione. E' la base di tutto. Prima di parlare di un'opera bisogna divulgarla per quello che è. Un adattamento fedele è solo il primo, più importante e fondativo mattone.

Non ha importanza chi lo firma, ha importanza come viene fatto. Se le fondamenta sono storte, nessun edificio può essere dritto.
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2023 il: 05 Ott 2015, 20:18 »
Secondo me c'è un bel po' di autocelebrazione (e/o presunzione) nel considerare il proprio metodo come "la base di tutto".
Per le ricerche che ho fatto, anche il metodo più preservativo o straniante tiene comunque conto dell'effetto che ha sulle persone a cui è rivolto, e cerca sempre di mantenere la comunicazione originale che, com'è ovvio, non è composta solo dal significato dei vocaboli, ma anche da come essi si intreccino con la cultura ricevente (in modo da suscitare reazioni il più possibile simili a quelle che l'autore avrebbe voluto suscitare nelle persone che capissero la sua lingua).
Quindi pensare che il proprio metodo, così particolare, accademicamente documentato ma mai (a mia memoria) applicato così rigidamente, sia l'unico SENSATO... Beh, se non è autocelebrativo è quantomeno presuntuoso.
Mi dispiace solo che l'indubbia volontà di Cannarsi di approfondire le fonti e andare oltre l'ovvio sia stata incarcerata in una tale etica folle.
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2024 il: 05 Ott 2015, 20:23 »
Perché non fare una traduzione decente e aggiungere il secondo audio con i commenti degli esegeti?