Boh, sarà che a me è presa proprio male male.
Credo che sia così.
Ma nessuno sano di mente (?) te ne può fare una colpa. Siamo tutti presi a smazzarci l'emotività nuova ed estrema di una situazione nuova ed estrema. Ognuno coi sui mezzi, le sue mancanze, i suoi punti di forza e di debolezza.
Guerra igiene del mondo diceva il pessimo. Io parafraso e dico "emergenza igiene emotiva". Tiriamo tutti fuori le nostre idiosincrasie in modo più netto e contrastato, e magari è la volta buona che si fanno i conti con la polvere accumulata sotto il tappeto.
Detto da chi si cura da mo' svariate problematiche psico-fisiche, per cui ogni lockdown è una mazzata non indifferente. Fortunatamente ho iniziato a provare a risolvere ben prima del covid, pertanto ci arrivo con degli strumenti.
Ciò me la rende meno drammatica dal punto di vista soggettivo, ma comunque non facile per il contesto peggiorativo.
Abbracci & ingroppa al bruco sparsi.
Io mi sento quasi un mezzo mostro
Ho paranoia per il lavoro...ma non fosse per quello mi è davvero indifferente la restrizione della circolazione e/o le varie decisioni in divenire del governo.
Cioè...lo capisco,è un casino,basta guardare nel mondo,son tutti nel delirio.Poi ci sarà chi interviene meglio e chi peggio ma...
Invece basta fare un salto su qualsiasi social per vedere la gente impazzire e reagire allo stress odiando fortissimo qualunque cosa.In primis il governo perchè QUELLI CHE MI IMPEDISCONO DI,poi pure le persone comuni,il vicino di casa,quello in strada perchè si mette male la mascherina,o anche perchè se la mette.
E poi è davvero un fiorire di cospirazioni e complottismo in tantissime persone a me vicine (e care) ,una cosa che non mi aspettavo davvero.Capisco il bisogno di focalizzarsi su di un avversario per inquadrare meglio il delirio,però...il troppo è troppo.
Una vita di ansia e attacchi di panico (superati,fuck) mi han davvero anestetizzato a queste paranoie.
Il dramma è il lavoro,quello si.
Sperem
Io ti capisco.
Il Kairon di 10 anni fa, single e domiciliato dai suoi genitori avrebbe avuto la stessa indifferenza.
Alla fine in casa c'era la Playstation e Sky per vedere il campionato di calcio. Il resto del mondo poteva estinguersi, la razza umana mi sempre stata sui coglioni peraltro.
Era un Kairon insoddisfatto della propria vita che lavorava in trasferta e viveva per arrivare al venerdì e tornare a casa.
Adesso però sono una persona diversa. Ho una famiglia mia in un comune diverso dai miei genitori e i miei suoceri. Ho un figlio di tre anni che ha bisogno dei nonni. Ho trovato una enorme spinta motivazionale e di autostima nell'atletica leggera che mi ha fatto diventare una persona migliore.
Non poter portare dai miei parenti mio figlio è stato uno strazio in primavera. Adesso si ricomincia.
La gioia che vedevo negli occhi dei miei genitori quando sono col loro nipote era una enorme soddisfazione per me, mi sentivo come di stare ripagando tutto quello (tanto) che loro hanno fatto per me.
E mi manca terribilmente di partecipare a competizioni. La gara era non solo il momento in cui mi mettevo alla prova, ma anche un momento di incontro con tanti amici che ho fatto nel circuito. Era una giornata di gita in famiglia in vari posti di Italia era una festa. E nei periodi in cui non c'erano gare c'era comunque la preparazione di un obiettivo che mi dava uguale soddisfazione nel vedere il mio fisico via via rispondere alle sollecitazioni e migliorare. C'era il confronto con i miei compagni di allenamento, la frequentazione di un campo di atletica con tanti ragazzi con cui dividevo passione e sofferenza. Adesso anche potendo allenarmi, quale obiettivo potrei mai puntare?
Quello che mi fa male non è tanto il fatto di dover passare un periodo in cui tutto questo mi è negato ma il fatto che questo periodo non è determinato, sarà sicuramente lungo e soprattutto sarà soggetto a ripresentarsi periodicamente forse per sempre.
I miei genitori hanno 73 anni e stanno bene ora, mio figlio ha 3 anni ora, io ho 44 anni e delle prestazioni discrete nel mezzofondo rapportate alla mia categoria ora.
Non è che posso pensare "va beh, fra un paio di anni la vita sarà come prima".