Mi stupisce che proprio tu faccia fatica a capire il parallelo artistico.
Non è che faccia fatica a capire, è che lo trovo errato alla base e senza particolare attribuzione di realtà.
L'arte, quella classica, nasce dapprima come rappresentazione dell'utile e poi del bello, in seguito si capisce che anche il brutto ha la sua dignità e l'arte diventa quindi rappresentazione del reale, poi si capisce che ci sono cose astratte che meritano di essere prese in considerazione e quindi l'arte diventa rappresentazione del mondo, poi si astrae addirittura dal bisogno di rappresentare e comincia a riflettere ed esistere in funzione di sè, senza dover dipendere da soggetti terzi (ciò che viene ritratto/rappresentato).
Interessantissimo, anche se io la spiego in maniera diversa quando tratto la concezione artistica di Platone e Aristotele. Però non capisco il nesso. Vuoi dire che il concetto cambia di significato col tempo? In questo caso non sono d'accordo, anche perché l'Arte Contemporanea non supera né eguaglia la sua concezione classica. Anzi, può vivere solo grazie a essa. Tanto da lì non si sfugge, se si vuole capire la natura di una cosa bisogna risalire alla sua origine. Nel termine, di solito, c'è nascosto il senso.
Il caso del videogioco è specioso in tal senso perché include nel suo stesso nome un termine che lo classifica ("gioco"). Non è un caso che circa vent'anni fa, in quel di Ring, avessi cercato di convincere la redazione a usare il termine "videointerazione". Il termine era orrendo e sarebbe stato stupido usarlo (ma io credo d'averlo fatto^^) ma resto convinto che la particella gioco/game sia fuorviante.
"Videointerazione"?
Per fortuna non ti sei imposto!
Nel momento in cui ti poni come "giocatore" stai già assumendo una posizione pregiudiziale. Trovandoti lì, e con la definizione che dai di videogiochi, hai sacrosanta ragione e The Witness è solo la Settimana Enigmistica.
Non mi ci pongo io, mi ci pone l'oggetto. Altrimenti lo fraintendo.
Io davanti ai videogiochi mi pongo però come un "fruitore" e se quello che cerco non è la giocattolosità, posso trascorrere ore sull'isola di Blow e fare la Settimana Enigmistica, finendo però sconvolto e meravigliosamente appagato da tutta una serie di cose che con il "gioco" non hanno nulla a che fare.
Io voglio solo godere, il come mi importa relativamente poco.
Posso solo prendere atto e accettare ma sappi che, per me, la frase in neretto nega in massima parte cosa sia costitutivamente un videogioco. Ma ok, tutto chiaro.
Comunque, per essere chiari: io mi trovo d'accordo con quello che scrive Fulgenzio come concetto ma non attribuisco (ancora) tutto ciò a DS, che è un gioco ancora da vivere e capire.