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Ci sto, naturalmente.
Inutile aggiungere che se perdono i negazionisti, dovranno anche farsi un profondo e circostanziato esame di coscienza e chiedersi cosa ne è stato del loro pascoliano fanciullino interiore, quello che quando erano bambini fissava l'orizzonte con gli occhi a stella, pronto a credere che tutto era possibile e realizzabile.
Come diceva Faber, "un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire senza passioni e senza slanci sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio, una specie di cinghiale laureato in matematica pura."
Insomma, siete persone tristi, ammettetelo