Naturalmente Eugenio ha ragione quando critica le proiezioni ipotetiche di come avrebbe potuto essere il film optando per snodi narrativi differenti. Il film è quello che è, non quello che immaginavamo.
Dispiace che la disamina del film debba ridursi al mero gusto personale attinto da suggestioni giovanili, quello che non capisco della posizione dei sostenitori è lo scarto qualitativo apprezzabile tra la concretizzazione di un sogno e la realizzazione filmica dello stesso. I detrattori contestano il come, dando per assunto che il cosa sia la premessa seducente del film. I sostenitori continuano a ribadire come la messa in scena del cosa sia di per sé un mirabilissimo risultato che da solo giustifichi l'esperienza.
Mi chiedo però cosa sia cambiato da un anno a questa parte, quando apparve il primo trailer. Fu tutto uno stracciarsi di vesti, una commozione puerile per qualcosa di mai visto prima e che nelle intenzioni avrebbe rappresentato il sogno bagnato di ogni quasi-quarantenne. Non mi tiro fuori da questo, facevo parte degli adoratori incalliti. Ora, visionato il film, a me pare che il plauso si riduca quasi esclusivamente alle premesse e alla gratitudine che qualcosa di simile ai nostri cartoni animati di gioventù, almeno per un attimo e in forma sghemba, sia comunque arrivata in forma di film.
Credo che da questo nodo gordiano di potenza ed atto non ci possiamo tirare fuori così facilmente con una spadata, evidentemente nel cervello di molti di noi il film aveva già assurto a ragno di leggenda a causa del soggetto trattato. Tutto quello che non si vede in quei trailer peggiora l'esperienza, impossibilitato a fondarla. Le giustificazioni dei folgorati pescano da un demanio incontestabile come i ricordi, gli accordi interni, la nostalgia e chi potrebbe mai contestare il suscitare così sincero e trepidante di talune emozioni? Da quest'altra parte, quella dei delusi, la forza delle argomentazioni ricade sempre al di là della condivisione dialettica per via di tautologie assolutamente incontestabili ma, purtroppo, abbastanza inefficaci. Per fare un esempio alla moda, è come se avessero realizzato un film di Superman assolutamente incoerente e pasticciato ma i fan dicessero: "
Eh, però Superman vola e usa la vista laser...tanto basta!", come premessa, causa-effetto e causa efficiente della possibilità che il film esista. Cosa dire? Nulla, con rispetto che ovviamente si deve alle posizioni diverse ma bisogna ribadire (come già altri soddisfatti hanno sinceramente ammesso) che filmicamente parlando la pellicola è un insieme di contraddizioni, buchi di sceneggiatura, vicoli ciechi narrativi, sciocchezze, pretestuosità bilanciate da una realizzazione tecnica pregevole. Certo, la stessa che si vedeva nei trailer e che ha suscitato un simile plebiscito, tutto quello che riguarda il resto sembra non importare...
Purtroppo non credo nell'ermeneutica dello spettatore/fruitore, è una prospettiva considerata molto feconda in contesti artistici mentre a mio modo di vedere il danno che possono produrre la precomprensione, la cultura e gli accordi interni di chi visiona un'opera inficia lo scopo stesso dell'atto creativo, inteso come intuizione emotiva canalizzata di una forma razionalizzante. Pena il fraintendere l'origine stessa dell'opera d'arte. Per questo leggo con piacere i contributi di gente preparata come Sol Badguy e Getter, però temendo tantissimo che la bellezza sia negli occhi di chi guarda e una robusta cultura, al pari del sonno della ragione, se non genera proprio mostri, diciamo che fa scorrazzare un paio di chimere qua e là...
Per questo, per quanto di facciata, mi rivolgo sempre al pensiero dell'autore.
Intervista di Guillermo del Toro:
"L'interconnessione dei piloti ai robot è il fulcro centrale del film, l'idea forte dietro Pacific Rim. Ciascuna coppia controlla il proprio Jaeger attraverso un ponte neuronale dalla duplice funzione: primo, si muovono e pensano in perfetta sincronia, creando un legame stabile di fiducia e forza; secondo, una parte rappresenta l'emisfero cerebrale destro, l'altra quello sinistro, uno è la creatività bellica, l'altro le opzioni tattiche. E' una metafora molto forte, gli Jaeger sono uno strumento di sviluppo della percezione umana del prossimo e della posizione nello scacchiere mondiale. Non esiste una singola nazione o una singola persona in grado di salvare il mondo. O l'umanità cresce grazie alla forza dei robot o siamo destinati a soccombere. Rispetto ad altri film in cui la macchina è indipendente, credo che in Pacific Rim la filosofia dell'aiuto reciproco e della profondità dell'uomo emerga in tutte le sue conseguenze, drammatiche e non. Non è un semplice film di robot che combattono mostri, è un film sull'evoluzione umana e sono felice di averlo portato a compimento nel migliore dei modi!" (Best Movie)
Ecco il vostro film semplice e divertente sui robot...
Evoluzione umana???
La sincronia dei piloti???
Non è un semplice film di robot???