E' scritto benissimo, c'è l'epica di Ford, la violenza di Peckinpah, l'umanità di Leone, l'ironia di Hawks. I dialoghi tra i personaggi durante le passeggiate che portano all'inizio di una missione sono straordinarie, vivacissime, ricche di pathos, davvero un eccellente lavoro da parte degli sceneggiatori.
Sottoscrivo in pieno, le linee di dialogo rasentano spesso la perfezione. E' vero che i personaggi non sono granché "spessi", ma questa è una commedia goldoniana, una rassegna grandguignolesca che confonde con rara maestria l'umorismo, la psicosi, il rivoltante, il calcolo e la malizia.
A dominare la scena c'è lei, la Menzogna, con Marston che si distingue come unica voce diretta, pulita, impegnato a decifrare se i suoi interlocutori stiano mentendo a loro stessi o soltanto a lui. Ed è proprio questa onestà, questa capacità di dire ciò che pensa, che lo rende un personaggio così genuinamente positivo.
Poi vabbè, quando se ne esce con un laconico "Finché avrete armi e soldi non sarete mai liberi", attorno al falò, mentre miracolosamente evita di sbirciare le tette di Luisa, si scolpisce una statua nel museo ideale dei miei eroi di sempre.