Autore Topic: Il lavoro  (Letto 1967669 volte)

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Offline naked

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Re: Il lavoro
« Risposta #4920 il: 12 Nov 2010, 23:15 »
mi sto rendendo conto di avere dei grossi problemi di comunicabilità.

Se fosse un’orchestra a parlare per noi Sarebbe più facile cantarsi un addio Diventare adulti sarebbe un crescendo Di violini e guai I tamburi annunciano un temporale Il maestro è andato via Metti un po’ di musica leggera Perché ho voglia di niente Anzi leggerissima

Offline 1c0n 0f s1n

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Re: Il lavoro
« Risposta #4921 il: 12 Nov 2010, 23:39 »
1c0n, posso darti solo la mia solidarietà :(

Ti ringrazio. La cosa che mi fa imbestialire è che io voglio bene all'azienda, davvero. E sapere che andiamo a male non perchè abbiamo fatto male il nostro lavoro ma perchè è arrivato un gommista del cazzo a darci il colpo di grazia (a spolparci ci ha pensato lui definitivamente, ma anche altri prima di lui) è una cosa che mi fa impazzire e deprimere allo stesso tempo.
Ormai è come camminare nel braccio della morte, dalla cella al patibolo, ma al rallentatore. Sappiamo tutti che nel 2012 incominceranno -se va bene- con la cassa. Tanto paghiamo noi.

Offline Seppia

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Re: Il lavoro
« Risposta #4922 il: 13 Nov 2010, 00:27 »
La cosa che mi fa imbestialire è che io voglio bene all'azienda, davvero.

nell'economia di oggi non bisogna mai voler bene all'azienda.
mai
come in ogni rapporto (anche la conoscenza tra persone) e' importante che ci sia lo stesso atteggiamento da ambo le parti
altrimenti si finisce come quelle situazioni uomo/donna in cui uno/a vuole solo scopicchiare ogni tanto mentre l'altro/a si innamora. una catastrofe
oggi le aziende ci guardano tutti (tutti, dalla spugnetta per francobolli [cit.] al megamanager milionario) come cose da sfruttare e basta.
sta a noi lavoratori fare altrettanto
le aziende oggi si sfruttano per quello che servono e quando non servono si abbandonano.
o se non si possono abbandonare bisogna solo guardare al lavoro come un male necessario all'alimentazione
"Se vuoi lavorare con i piedi in mostra vai a vendere il cocco in spiaggia"
Cit. Vn Vomo Givsto

Offline naked

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Re: Il lavoro
« Risposta #4923 il: 13 Nov 2010, 01:51 »
La cosa che mi fa imbestialire è che io voglio bene all'azienda, davvero.

nell'economia di oggi non bisogna mai voler bene all'azienda.
mai

sacrosante parole seppia.
« Ultima modifica: 13 Gen 2013, 19:23 da naked »
Se fosse un’orchestra a parlare per noi Sarebbe più facile cantarsi un addio Diventare adulti sarebbe un crescendo Di violini e guai I tamburi annunciano un temporale Il maestro è andato via Metti un po’ di musica leggera Perché ho voglia di niente Anzi leggerissima

Offline Aether

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Re: Il lavoro
« Risposta #4924 il: 13 Nov 2010, 02:25 »
Beh va bene che "amor a nullo amato amar perdona", ma sinceramente non concordo.
L'ideale, nella mia ottica, è lavorare in un posto nel quale si crede per il quale si vuole fare il meglio, dare tutto quello che si ha per ottenere il massimo possibile.
Il "mi sfrutti ok ti sfrutto pure io e nel caso fanculo" secondo me non è un gran imperativo, alla fine si rischia di lavorare male e senza i giusti simoli.
Poi oh, io purtroppo non ho mai lavorato in posti nei quali mi sentissi veramente "carico" per i quali avrei dato anche l'anima, ma finora ho solo scelto compromessi del momento.
Conosco gente che crede al 100% in quello che fa e ogni mattina si sveglia entusiasta e felice, invidia.
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Offline Seppia

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Re: Il lavoro
« Risposta #4925 il: 13 Nov 2010, 06:54 »
no ma figurati
assolutamente d'accordo
il lavoro, dato che e' una cosa che ti assorbe 9-10 ore al giorno, e' bene che sia una cosa che ti piaccia e che ti motivi la mattina quando ti alzi
ma vabbe' questo e' il caso per me.
solo la passione ce la metto in quello che faccio, per il mio lavoro in se e per i miei clienti.
non per la mia azienda
poi chiaro in realta' meno grandi rispetto alla mia puo' accadere che uno si senta in sintonia anche con l'ambiente eh
quello che cercavo di dire e' solo che con realta' grandi e spersonalizzanti e' meglio evitare sentimenti (di solito fomentati da capi che sul fomentare sentimenti positivi ci prendono gran bonus)
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Cit. Vn Vomo Givsto

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Re: Il lavoro
« Risposta #4926 il: 13 Nov 2010, 08:19 »
Beh va bene che "amor a nullo amato amar perdona", ma sinceramente non concordo.
L'ideale, nella mia ottica, è lavorare in un posto nel quale si crede per il quale si vuole fare il meglio, dare tutto quello che si ha per ottenere il massimo possibile.
Il "mi sfrutti ok ti sfrutto pure io e nel caso fanculo" secondo me non è un gran imperativo, alla fine si rischia di lavorare male e senza i giusti simoli.
Poi oh, io purtroppo non ho mai lavorato in posti nei quali mi sentissi veramente "carico" per i quali avrei dato anche l'anima, ma finora ho solo scelto compromessi del momento.
Conosco gente che crede al 100% in quello che fa e ogni mattina si sveglia entusiasta e felice, invidia.
Guarda, io mi sono sempre impegnato, e sono un semplice (e sfigato) impiegato del Controllo Fatture, mica sono un dirigente né un quadro.
Inizialmente ho visto che le piccole modifiche personali alle procedure interne, per lavorare meglio e più velocemente, erano viste come un qualcosa di destabilizzante... Un impiegato sfigato che ha una testa pensante? Ma scherziamo? Attieniti alle procedure!
Parlando con alcuni colleghi ho scoperto che era così, che chi lavorava di più la prendeva solo nel culo (= sei bravo, ti diamo più lavoro da fare), che chi lavorava di meno, vuoi per "furbizia" vuoi per effettiva "incapacità", veniva aiutato da chi lavorava di più. Comunque tutti nella stessa merda.
Ora, davvero è possibile affezionarsi a un'azienda così?
Eppure io ero sempre il primo, quando l'azienda ci esortava a fare la spesa nei propri supermercati o quando cercava di proporre idee per farci affezionare a lei (la tessera sconto vitalizia, per esempio), a pensare che fosse giusto sostenerla. Perché sostenere lei era anche sostenere me stesso, noi stessi. Così pensavo, almeno.
E invece il cazzo.
Come ha ben detto Seppia, siamo solo cancelleria, sacrificabile per aumentare un po' il rapporto tra fatturato e spesa.

Ieri, a un mese dall'accordo sulla procedura di mobilità (dunque perfetto tempismo), abbiamo ascoltato una conference call su quello che sarà il nostro (o, meglio, di chi rimarrà) 2011. La responsabile ha sottolineato un passaggio in cui l'amministratore delegato diceva qualcosa come "cosa fareste voi se foste nei nostri panni, se poteste decidere?". Lei, ha affermato, ci ha sempre pensato, ha sempre ragionato in questo modo. Io rimango nei miei panni e mando a cagare te, responsabile, e te, amministratore delegato. Perché cassaintegrato o mobilitato posso anche capirlo, funziona così, ma pure perculato, no, non mi va.

Offline Darrosquall

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Re: Il lavoro
« Risposta #4927 il: 13 Nov 2010, 16:04 »
figa, i più pagati nel podio della pirelli http://finanza.it.msn.com/speciali/manager.aspx?cp-documentid=153103539&page=20

14 milioni l'anno, incredibile, e ancora parliamo di democrazia.
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Offline naked

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Re: Il lavoro
« Risposta #4928 il: 13 Nov 2010, 16:14 »
si chiama meritocrazia.

Se fosse un’orchestra a parlare per noi Sarebbe più facile cantarsi un addio Diventare adulti sarebbe un crescendo Di violini e guai I tamburi annunciano un temporale Il maestro è andato via Metti un po’ di musica leggera Perché ho voglia di niente Anzi leggerissima

Offline Barbelith

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Re: Il lavoro
« Risposta #4929 il: 13 Nov 2010, 16:24 »
si chiama meritocrazia.



Se le possibilità fossero uguali per tutti potrei anche darti ragione...

Offline naked

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Re: Il lavoro
« Risposta #4930 il: 13 Nov 2010, 16:31 »
ma le possibilità bisogna anche cercarle/crearsele.
Se aspetti che passi uno e ti offra un posto da cinque000 euro al mese...
non mi riferisco a te ma uno deve darsi da fare per raggiungere certi livelli.
Se fosse un’orchestra a parlare per noi Sarebbe più facile cantarsi un addio Diventare adulti sarebbe un crescendo Di violini e guai I tamburi annunciano un temporale Il maestro è andato via Metti un po’ di musica leggera Perché ho voglia di niente Anzi leggerissima

Offline 1c0n 0f s1n

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Re: Il lavoro
« Risposta #4931 il: 13 Nov 2010, 16:36 »
quello che cercavo di dire e' solo che con realta' grandi e spersonalizzanti e' meglio evitare sentimenti (di solito fomentati da capi che sul fomentare sentimenti positivi ci prendono gran bonus)

Capisco cosa intendi dire. Sono fondamentalmente d'accordo ma mi sono spiegato male: voglio bene all'azienda nel senso che ho molti vantaggi che parecchia gente non ha. L'auto nuova l'ho presa grazie al prestito aziendale con l'interesse all'1%, ho il rimborso sanitario, ho il CRALT, ho la gestione pensionistica, ho i buoni pasto. Capisci che come benefit non siamo messi male. Certo, poi tutto questo va a scontrarsi con lo stipendio da fame (ripeto: 1300 euro con i turni, 1100 senza. Dopo 10 anni di lavoro) e col fatto che si lavora da schifo. Non tanto; da schifo. Nel senso che se è vero che il percorso più breve tra due punti è una linea retta, qui è uno zig zag con doppio carpiato pasticciato su un foglio di cartapesta bagnata.
Invece alla retorica dei capi sulla produttività e le altre stronzate ormai abbiamo fatto orecchio da mercante. Rompono il cazzo sulle cagate, la produttività, le assenze, poi si fanno certi pasticci che non stanno nè in cielo nè in terra e, come diceva il pupo, se apri bocca per dire che magari si poteva migliorare un po' la gestione allora sei automaticamente etichettato come polemico.
Manco mi divertissi a far notare le cose che non vanno.

Offline Barbelith

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Re: Il lavoro
« Risposta #4932 il: 13 Nov 2010, 16:37 »
Quello è poco ma sicuro.

Il problema è che alcuni posti sono fondamentalmente preclusi ai comuni mortali(quelli che si sbattono,s'intende...) per ragioni che con il merito hanno poco o nulla a che vedere...

Offline Darrosquall

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Re: Il lavoro
« Risposta #4933 il: 13 Nov 2010, 18:18 »
si chiama meritocrazia.



no, si chiama democrazia, fare il cazzo proprio legittimati dalla legge. Già, meritocrazia, questi manager strapagati e poi lavoratori bestiame con un tozzo di pane a testa, e giù di licenziamenti e a condannare chi resta a turni di lavoro più massacranti. E questi qui guadagnano l'anno quanto guadagnano 10 mila dipendenti.

La meritocrazia è che un manager guadagna quanto 10 mila dipendenti?

Questo sistema se produce queste mostruosità dovrebbe essere abbattuto.
« Ultima modifica: 13 Nov 2010, 18:20 da Darrosquall »
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Offline Daimon

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Re: Il lavoro
« Risposta #4934 il: 13 Nov 2010, 18:31 »
la meritocrazia e' una buffonata, guadagnare e' a priori immorale.
Il motto "faccio guadagnare quindi guadagno" e' proprio della societa' moderna capitalista, e quindi immorale.

Quindi il punto no e' stare a vedere se chi guadagna tanto lavora bene o male, il punto e' togliergli i soldi.
Sanctus, sanctus, sanctus, Dominus Deus Sabaoth.<br />Hosanna in excelsis.<br />Benedictus qui veni