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Ad-lib NightUna ragazza viene scambiata per la figlia, scomparsa molti anni prima, di un uomo in punto di morte. Nonostante l'equivoco iniziale, lei accetta comunque di porgere l'estremo saluto a quest'uomo che, poco cosciente, probabilmente non sarà in grado nemmeno di riconoscerla. Potrà quindi presentarsi come sua figlia.
Il film è meraviglioso, poetico nell'indugiare spesso sullo splendido volto della ragazza, sulla cui identità si può rimanere dubbiosi fino al finale. Finale che contestualizzerà tutte le sue precedenti azioni, nel caso non si sia stati certi sulla sua identità.
Proprio la parte finale è quella più toccante del film, con il dialogo in auto e quella telefonata, dolceamara, che tanto ci dice sulla società coreana contemporanea, profondamente diversa dalla nostra.
Mi è piaciuta tantissimo la regia, che in film del genere potrebbe difficilmente lasciare il segno. Invece il soffermarsi sui volti, sulle espressioni, sugli occhi della protagonista, in modo così intenso, quasi come se ci si trovasse presenti, ha sicuramente dato alla pellicola un valore aggiunto inatteso.
Nota a margine: ovviamente mi sono innamorato della protagonista (Hyo-ju Han), istantaneamente, alla prima inquadratura.
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