Il mio anno cinematografico si è chiuso coi botti... oggi pomeriggio ho visto finalmente
The Sword of Doom, film giapponese del 1966 diretto da
Kihachi Okamoto con protagonista
Tatsuya Nakadai nei panni di un malvagio samurai. In un ruolo minore, maestro del rivale di Nakadai,
Toshiro Mifune. Storia di vendetta, ma qui il ruolo principale viene affidato al cattivo. Nakadai da vita a un villain semplicemente epico. Pacato, viso imperturbabile solo sporadicamente turbato da qualche ghigno sardonico, occhi vacui persi nel vuoto....Nemmeno l' eccesso di sake sembra riuscire a strapparlo da questa sorta di maligna apatia. L'unica cosa a cui tiene è la sua spada. In forma anche il resto del cast ma nessuno ai suoi livelli.Eccellente la regia di Okamoto, con tante scene epiche,
in primis i combattimenti con un piano sequenza in un bosco e leggera foschia davvero rimarchevole, il combattimento sotto la neve, lo stupro al mulino con la mazza battente che “sublima” l'atto sessuale, le scene della pazzia e la mattanza conclusiva.
Finale coraggioso, non per tutti. A me è piaciuto ma posso capire l'eventuale delusione di altri. Nota di merito per il montaggio che cuce le scene sempre in maniera armonica (es: personaggio che beve sake – stacco – altra scena con personaggio che beve sake). Visto su DVD dell' inglese Artsmagic, riversamento qualche gradino sotto la sufficienza anche se oggettivamente trasferire un film del 1966 presumo non sia cosa semplice. Mi sembra superfluo sottolineare che ne consiglio la visione a tutti, anche se probabilmente ero l'unico a non averlo ancora visto...
* la traduzione dal titolo originale sarebbe Great Bodhisattva Pass, meno evocativa ma sicuramente più attinente la trama. Consolante sapere che non siamo solo noi italiani a tradurre i titoli a minchiam