Walter Tevis - La regina degli scacchi
Confesso: ho un debole per Walter Tevis, uomo e scrittore. Dell'uomo, in realtà, so ben poco se non che i personaggi dei suoi libri, tante volte, lo ritraggono nella sua solitudine e nelle sue debolezze.
Lo scrittore, invece, ci ha regalato la sceneggiatura di uno dei dieci film più belli di sempre: "The Hustler" (Lo Spaccone) di Robert Rossen con un Paul Newmann bravo come solo in Butch Cassidy lo ricordo. Ma, dalla penna di Walter Tevis, è uscito anche l'uomo che cadde sulla terra da cui il Duca Bianco trasse Ziggy Stardust e, poi, anche Mockingbird ed il colore dei soldi, forse la sua cosa più nota e, non a caso, anche la peggiore.
La regina degli scacchi (The Queen's Gambit) è la storia di Beth Harmon ragazzina americana con un talento prodigioso per gli scacchi ed uno altrettanto prodigioso per l'alcool. Profondamente autobiografico il libro è bello senza essere un capolavoro. Spicca, come in tutto il miglior cinema americano, l'antagonista di Beth Harmon, il maestro russo Vassilij Borgov: razionale, distante, implacabile, messo lì come pietra di paragone di una esistenza intera.
In un mondo migliore di questo qualcuno, un giorno, scriverà un bel libro parlando dei grandi antagonisti del cinema americano: Lancey Howard di Cincinnati Kid (che quando ti guarda negli occhi vede anche che cosa hai mangiato a pranzo) Minneosta Fats di The Hustler ("Sei un grande giocatore Minnesota" "Anche tu Eddie"), Sugar Ray Robinson di Toro Scatenato (E poi vorrei vedervi se sul ring vi misuraste con Sugar Ray chissà quante ne pigliaste...") fino ad Apollo Creed di Rocky perchè dodici riprese in piedi contro il campione del mondo fanno la differenza tra un uomo e no.