Queste affermazioni aiutano a spiegare la 'strategia' di Google con Stadia al lancio. Fondamentalmente, credevano vi fosse un pubblico di giocatori potenziali al di là di quello già consolidato. Questo permette finalmente di comprendere l'assurda volontà di lanciare un servizio senza un solo titolo first party, senza un solo titolo esclusivo di terze parti. Il catalogo di lancio di Stadia aveva i suoi unti di forza in titoli già ampiamente consolidati altrove come Red Dead Redemption 2 e Mortal Kombat 11. Probabilmente, Google voleva dimostrare che una tecnologia in streaming bastasse, da sola, ad allargare considerevolmente il potenziale pubblico di consumatori di videogiochi.
Alla prova dei fatti, le aspettative sono state deluse. Un pubblico di giocatori desidoroso di sganciarsi dalla console o PC esisteva, ma non si dimostrato così ampio come credevano.
Questo permette di leggere anche il lento cambio nel modo di comportarsi di Google che, silenziosamente e senza troppi clamori, sta adesso investendo in titoli propri ed esclusive esterne. Io continuo a dire che questi non vanno sottovalutati e che di uscire dal mercato non ci pensano neanche, anzi. Se vogliono che Stadia acquisti rilevanza, dovranno combattere Sony e Nintendo con gli stessi metodi. Ma con il vantaggio di avere assoluto controllo sull'hardware, cosa che i compettor non hanno. (Nemesis, lo so che la mia fede ti urta
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