Questo titolo utilizza il racconto come forma di progressione della storia, in altri termini è la parola che ti porta a scoprire alcuni potenziamenti per Jin.
Trovo questa idea molto "giapponese" molto itinerante, per così dire. Era possibile affibbiare al classico NPC, che Jin incontra sul mappone, la classica storiella su cui fare luce, così come mettere in forma testuale, metodo assai pigro a mio avviso, le informazioni o la mappa per raggiungere il luogo specifico. Invece SP si vede proprio come ha attinto dalla più pura radice nipponica del racconto orale, attraverso la melodia del biku/shimasen per farci partecipi di questa idea/concetto.
I vari "bardi" sparsi su Tsushima non fanno che "cantare" - anche sarebbe più corretto definire recitare - strofe di alcuni famosi poemi nipponici, alcuni dei quali non appartenevano chiaramente al folclore/mhytos di Tsushima, ma quello che conta è che Jin (e noi) dobbiamo ascoltare il racconto, per capire non solo l'origine leggendaria dell'oggetto che aneliamo, ma anche avere dei punti fermi della nostra indagine, spesso collegati ai fiori, o alla pittura ukyo-e, o altro.
Io ho trovato questa ricerca appassionante come poche cose negli OW attuali, di una narrazione poetica veramente mirabile, di gran lunga superiore al valore che molti hanno distrattamente accennato.
Del resto tutto il gioco ha una forma assai particolare, la moneta è quasi fuori questione, anche se a ben cercare si trovano nei ruderi, mentre invece sono i fiori ad essere la valuta della merce di scambio per ottenere colorazioni nuove del nostro equipaggiamento. I fiori sono legati indissolubilmente all'Ikebana, arte della composizione dei fiori "vivi" e venivano usati in antichità per dipingere, per colorare i tessuti, e rappresentano, in ultima istanza, quell'ammirazione sacrale del popolo giapponese per la natura, che da sempre si manifesta in tutto. Tutti i "mon" o simboli araldici, avevano fiori.
È come se si volesse comunicare al giocatore che qualcosa di Tsushima ha ancora profonde radici sul territorio, nonostante gli eccidi, gli incendi, ed i massacri perpetrati dai mongoli.
Tra l'altro regalare i fiori in Giappone è un gesto dal valore fortemente simbolico, si regalano fiori ai maschi, così come alle femmine, solitamente per comunicare sentimenti che "si fermano" con le parole. Insomma, quando regaliamo un hasu, o meglio lo scambiamo, nel caso di Tsushima (un fiore di loto) vogliamo comunicare un messaggio molto preciso, ci stiamo incamminando dal fango al paradiso, dall'impurità, lo stesso identico concetto di Sekiro (kegare) alla forma dell'elevazione spirituale di protettore dell'isola. Quando scambiamo un fiore di Prugno (Ume) doniamo speranza, e così via. Andando oltre trovo impressionante l'idea del flauto "Ocarina of Time"
perché il cambio meterologico rappresenta perfettamente le 4 stagioni nel Nihon, veramente tanto importanti per il popolo giapponese, vedi feste nazionali, agricoltura, e persino arte culinaria. Per esempio, nella zona del Tempio Dorato, siamo in autunno. Diversi momenti ci aiutano a capire diversi fenomeni naturali tipicamente giapponesi, come per esempio il koyo o momiji (che significa foglia rossa) che troviamo presso il Tempio Dorato del clan di Masako Adachi, quando cadono le foglie rosse. Quando le temperature si abbassano dopo la torrida estate che investe il paese del Sol levante, i colori delle foglie cambiano in vivaci tonalità di arancione, rosso, giallo e marrone. È uno spettacolo magnifico (visto di persona) che ha ispirato artisti e poeti per secoli. In Giappone, l’attività di ricerca delle tonalità di foglia più sorprendenti è conosciuta come Momigari (caccia alle foglie rosse). Per secoli questa attività è stata popolare in Giappone ed è oggi una grande attrazione per i turisti di tutto il mondo. La stessa modalità Kurosawa non è stata poi spiagata benissimo.
Non è che Kurosawa era Kurosawa perché faceva i film in bianco e nero, nope. Kurosawa è un maestro epocale del cinema perché in tutti i suoi film egli inseriva contestualmente al campo visivo, una stagione per identificare un sentimento particolare dei protagonisti.
Se per esempio un samurai era innamorato di una concubina di un daimyo (signore feudale) e secondo il suo codice non poteva certo frequentarla, ecco che sullo sfondo, appariva una nevicata. Atta a simboleggiare la stasi, il cuore innevato, i sentimenti ghiacciati che forse solo durante la primavera, si sarebbero "scongelati". Ho fatto un esempio totalmente casuale. Kurosawa è intimamente legato alle 4 stagioni nel suo cinema, oltre ad una padronanza assoluta delle ombre e delle luci che il 90% dei registi attuali si sognano di possedere. Mi fermo, ma dietro a questo gioco c'è una comprensione veramente profonda della cultura giapponese, che non passa solo attarverso al bushido che manco esisteva all'epoca, come "codice" etico e dottrinale.