Autore Topic: Gender e insegnamento scolastico  (Letto 31738 volte)

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #90 il: 26 Ago 2015, 22:55 »
Infatti, immaginavo, avevo scritto "BOOOM!"... :D

Il prossimo passo sarebbe quello di perder(ci)si ne "Cosa vuol dire MIGLIORE? E' misurabile con la felicità? Chi siamo, e dove andiamo? L'uovo o la gallina? Eh? Eh?"

Posso - con mia somma stoltezza! - ritenere che una cultura dove puoi farti la risonanza magnetica e metterti un by-pass sia """superiore""" ad un'altra, dove DEVI ciucciare i peni? NON "libero di", eh, ma "DEVI"? Perché, da quanto scrive Oberon, è proprio un passaggio necessario alla post adolescenza.
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Offline DRZ

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #91 il: 26 Ago 2015, 23:41 »
In realtà lui ha parlato di rituale molto ambito quindi, no, credo che nessuno sia obbligato a succhiare peni.

Comunque continui a non afferrare il punto: non è che si debba discutere su quale cultura sia superiore e quale inferiore... quello può essere un discorso interessante in altri ambiti, ma qui non c'entra assolutamente nulla.

Offline Claudio1885

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #92 il: 26 Ago 2015, 23:49 »
La cosa veramente interessante di questa discussione è come su dieci messaggi cinque vertano sulla tribù della Papua Guinea e le sue usanze sborrofile, come se il succo (oh! oh! oh!) del discorso fosse quello, suvvia.

Si dovrebbe parlare di tolleranza e rispetto verso le diversità (innate o acquisite o un mix delle due, anche sticazzi, no?), e sul gender non mi pronuncio, perché sono un ragazzo semplice. Cosa vi fa così tanta strizza di, orrore, provare a dare ai vostri figli qualche strumento in più per capire il mondo che li circonda?

Avete timore che al loro diciottesimo compleanno, invece della Cinquecento Fiat, chiederanno cinquecento cazzi?

Seriamente, domanda rivolta ai padri qui dentro: se i vostri figli dovessero manifestare preferenze non allineate al loro sesso, voi come reagireste? Cerchereste di correggerli verso la retta via (blu= maschio e rosa=femmina )o li assecondereste?

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #93 il: 27 Ago 2015, 00:02 »
In realtà lui ha parlato di rituale molto ambito quindi, no, credo che nessuno sia obbligato a succhiare peni.
Se una cosa è "molto ambita", non sei quantomeno "portato" a perseguirla?
Ah, tanto per: Disprezzata, invece la vagina delle donne. , en passant, ottimo...

Citazione
Comunque continui a non afferrare il punto: non è che si debba discutere su quale cultura sia superiore e quale inferiore... quello può essere un discorso interessante in altri ambiti, ma qui non c'entra assolutamente nulla.
Sono d'accordo. Dico che, finché non saranno chiari i metodi OPERATIVI da attuare, e finché non saremo certi delle consuguenze, per me fare dei mappazzoni [cit.] è molto rischioso.

[Edit] @Claudio: pur non avendo figli, penso proprio che gli farei fare ciò che vuole, l'importante è che scelga lui. E' un problema se non ci ho messo lui/lei, vero?  :baby:

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« Ultima modifica: 27 Ago 2015, 00:06 da answer »
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Offline The Fool

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #94 il: 27 Ago 2015, 00:08 »
Ma quelli ciucciano piselli e bevono sborra perché pensano che faccia bene, dia la Forza o li protegga da chissà quale divinità che in realtà non esiste.
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Offline Gaissel

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #95 il: 27 Ago 2015, 00:19 »
Infatti, immaginavo, avevo scritto "BOOOM!"... :D

Il prossimo passo sarebbe quello di perder(ci)si ne "Cosa vuol dire MIGLIORE? E' misurabile con la felicità? Chi siamo, e dove andiamo? L'uovo o la gallina? Eh? Eh?"

Posso - con mia somma stoltezza! - ritenere che una cultura dove puoi farti la risonanza magnetica e metterti un by-pass sia """superiore""" ad un'altra, dove DEVI ciucciare i peni? NON "libero di", eh, ma "DEVI"? Perché, da quanto scrive Oberon, è proprio un passaggio necessario alla post adolescenza.
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Prova del nove: a te piace poter ricevere un by-pass coronarico e ti fa schifo (l'idea di) succhiare un pene. Bene. Bravo.
A loro, probabilmente il contrario (non ho idea se qualcuno gli abbia mai spiegato cos'è un by-pass coronarico. L'ignoranza in effetti è una bella discriminante, ma in effetti posso ipotizzare con un discreto margine di certezza che anche tu stia giudicando cose che non conosci. In entrambi gli ambiti - mi auguro che tu non abbia dovuto sottoporti a un by-pass coronarico).

Detto ciò, quale autorità ti investe del potere di uscire dal ruolo parziale che ricopri come componente di uno dei due sistemi di valori e, osservando entrambi da una posizione esterna e assoluta, di giudicare l'altro? Oppure giudicare qualcuno che preferisca l'altro rispetto a quello a cui appartieni?
Tu sei ontologicamente di parte. Sei arruolato in una squadra, non puoi fare il commentatore sportivo. È quel che si dice conflitto di interessi.
  Quello che puoi fare è osservare i sistemi altri da te, parteciparvi temporaneamente se ne sei in grado o ignorarli, e stabilire eventualmente alla fine che PER TE continua ad essere meglio il tuo.

Il problema sussiste solo e soltanto quando un sistema pretende di dettare legge all'altro.
Ma è un rischio che non corri, vai tranquillo. Più facile che una colata di cemento pagata coi nostri soldi asfalti la tribù dei mangiasperma eliminandoli dalla storia.
Sacrifici umani, indeed.

La cosa chiaramente si fa interessante quando si parla di educazione infantile collettiva, che poi è la ragione di esistere di questo topic.

Nessuno vuole costringere i bambini a vestirsi da bambine o imparare quanto è bello succhiare cazzi.
Il punto è, tornando a uno dei tuoi esempi: se un bambino si diverte a rotolarsi nella merda (e i bambini si divertono un mondo a rotolarsi in qualunque cosa) cosa ci induce ad impediglielo? Siamo sicuri che il tabù della merda sia un vantaggio culturale assoluto? Possiamo invece trovare mediazioni, accomodamenti, che lascino spazio all'istinto creativo delle nuove generazioni piuttosto che fissare dei divieti assoluti? Tipo, chessò, la merda è fonte di infezioni quindi il gioco non vale la candela, ma il fango ci può stare, a patto che poi impari a lavarti come si conviene? Giusto per buttare lì un esempio banalissimo.
In altre parole, instaurare un percorso dialettico di scoperta reciproca con la spontaneità dell'infanzia, che è tra le altre cose la forza rivoluzionaria più grande che abbiamo tra le mani. E la castriamo ogni dì che il buon dio (?) manda in terra.
Senza saperne un bel niente, perché nei millemila anni della splendida evoluzione culturale di cui parli siamo stati troppo impegnati a fissare regole e tirare scoppole con l'idea fissa di non soccombere, per preoccuparci granché di ciò che potesse davvero riempire di stimoli il cammino dei nostri figli al di là della mera sopravvivenza (del forte sul debole).

A te l'onere del passaggio simbolico tra il parossismo del rotolarsi nella merda e quello di succhiare cazzi. Assunto che ai bambini (non abusati) la seconda non passa manco per la testa. Potrebbero essere interessati al salto della corda e alla cucina giocattolo, però, invece che al football e ai gormiti. Per x motivi che non per forza includono l'orientamento sessuale. Magari sì, magari no. Vogliamo lasciarli provare e vedere cosa succede? Prova a ripartire da lì.
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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #96 il: 27 Ago 2015, 00:27 »
Ma quelli ciucciano piselli e bevono sborra perché pensano che faccia bene, dia la Forza o li protegga da chissà quale divinità che in realtà non esiste.
Oh, meno male. E' proprio quello che intendevo. Non è l'atto in sé, bensì, appunto, lo stato della "cultura" in cui si trovano.
Trovo molto più grave ciucciare i pozzi petroliferi altrui, per dire, che non i piselli.

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #97 il: 27 Ago 2015, 00:36 »
Uhm, non credo che questo sia il messaggio del post di Oberon eh.

L'identità sessuale è sicuramente innata (i.e. esser gay o meno)
Scusa ma, abbiamo letto due post diversi ? Oberon nel primo post sostiene che l'orientamento sessuale ha origini culturali.

Si, ho visto il suo chiarimento sopra ed e' chiaro che avevo mal interpretato il suo post originale.

Mi chiedo pero' se non sia comunque necessario/opportuno fare una distinzione tra:

- comportamento sessuale, condizionato dalla societa:

- orientamento sessuale (o preferenza): innato, direi.

Per le teorie sul gender l'innatismo è in gran parte costruito culturalmente. Questo non vuol dire che facoltà innate non esistano, ma che passano comunque attraverso il filtro della cultura.

@Eugenio: d'accordo con. C'è molta strada da fare.

Ho letto un post serio (e interessante) di Darro.
È tempo di morire.

Io ho sempre creduto in Darro  :yes:

@Gaissel: obiezioni e suggerimenti accolti. E' un problema per me difficile da superare, la mia scrittura riflette il modo di procedere involuto del mio pensiero. Non aiuta il fatto che io abbia sempre letto e scritto sempre e soltanto in inglese (unica eccezione l'esperienza editoriale per chi sappiamo), lingua in cui mi esprimo in maniera infinitamente più efficace che non in italiano. Credimi però quando ti dico che da parte mia non c'è alcuna volontà di complicare il discorso più del dovuto, anzi mi sforzo di abbassare di parecchio il registro. Ho smesso di far finta di essere intelligente sui forum un bel po' di tempo fa e, credo, lo dimostra il fatto che in post normali parlo "come mangio", facendo abbondante uso di espressioni colloquiali o imprecisioni lessicali.
Voglio però anche aggiungere che con il mio post non mi interessava la percentuale di successo divulgativa. La mia intenzione è di fornire qualche strumento in più a chi, leggendo, pensa di potersene servire. In questo senso, non mi preoccupo minimamente di prevenire i colpi di persone che si esprimono come scrivi. La loro reazione, purtroppo, è comprensibile e prevedibile. Per loro, il miracolo dell'incontro (non accettazione, bada bene) con idee così radicali è un evento che chiama in gioco molte variabili.
Sono intrappolati nelle maglie dei binarismi culturali per cui, paradossalmente, trovano sicurezza solo rifugiandosi all'interno di un mondo fatto di opposizioni.
 Parli di omosessualità e mostri un video in cui compare un pene? Allora puoi essere solo un 'gay' (da pronunciare alla Biancofiore). Naturale, perché quello di cui non si accorgono è che quella repulsione, quel disgusto che provano alla semplice vista di un pezzo di carne deriva precisamente dall'assoggettamento a quelle norme per cui la vista di tale organo può rappresentare una minaccia alla loro sessualità. La loro è una vita trascorsa costantemente nella paura e le invidie che questa alimenta. Hanno già deciso chi sono e cosa gli serve sapere e ottenere, per cui si sentono minacciati da quello più intelligente, da quello più ricco, da quello più bello, da quello più dotato, dallo straniero, dal sinistro o il destrorso, dalla possibilità di essere contaminati da qualcosa di femminile. Qualsiasi cosa possa turbare le loro aspettative. Vorrei potessero provare anche loro il piacere più bello e intenso derivante dalla vista di un corpo femminile nudo liberati dalle loro paure, alleggeriti da spettri e pregiudizi, nella serenità che deriva dallo scatto intellettuale necessario per arrivare a nuove consapevolezze. Ma questo, purtroppo, resta un mio desiderio. A quel che leggo, invece, i figli di Kabuto partono con un vantaggio considerevole. :)

@Answer: i miei due esempi sono 'eccessivi' perché è solo spingendo certe convinzione al loro paradosso che emergono con chiarezza i loro limiti.
Prendendo spunto dal tuo avatar, vediamo se riesco a fare un esempio a te più 'gradito'. Pensiamo ad alcuni modi riconosciuti per far ottenere un’erezione a un maschio eterosessuale. Se volessimo ricodurre tutto all’idea dominante di atto sessuale corretto e naturale, allora dovrebbe esserci la vista dei genitali femminili e il pensiero della penetrazione. Ma sappiamo che una pratica sessuale molto diffusa è quella del cunnilingus, le cui motivazioni vedono il complesso intreccio tra feticismo dei sensi e cultura. Secondo alcuni, l’atto rimanda a una ripresa/rielaborazione di quegli atti di suzione che il bambino maschio era solito compiere nei confronti della madre, unita a una ricerca dello stato di joussince  che il bambino sperimenta quando si sente tutt’uno col corpo della madre. Il praticarlo, infatti, corrisponde in tutto e per tutto a un atto di adorazione. La parola viene dal latino ad orem, cioè portare alla bocca. Sono state date diverse spiegazioni in tal senso, ma una abbastanza recente rimanda al fatto che tendiamo a portare alla bocca ciò che ci piace particolarmente perché in questo modo si attiva il coinvolgimento totale di tutti i sensi. Portando qualcosa alla bocca possiamo sentire l’odore e assaporare l’oggetto del desiderio. In più, viene a collocarsi generalmente in una posizione che domina il nostro campo visivo. Il senso del tatto è massimamente stimolato, soprattutto se l’oggetto del desiderio può cingere il capo e andare quindi a sollecitare il fascio di nervi che comincia a diramarsi nel resto del corpo proprio a partire dalla nuca. Insomma, come detto le motivazioni andrebbero ricondotte a un intreccio tra ragioni psichice e biologiche. Per non parlare, di quelli che si eccitano se vengono penetrati dal tacco di una donna. Sono tutti modi di vivere la sessualità femminile e nessuno è più o meno legittimo di un altro. Allo stesso modo, la tribù che prevede un certo rituale per accedere al mondo virile non ha alcun problema con la natura o la normalità. Quello ce l’abbiamo noi quando il nostro sentire viene sabotato dalle costruzioni che mettiamo in piedi per capire il mondo.
« Ultima modifica: 27 Ago 2015, 00:40 da Oberon »
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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #98 il: 27 Ago 2015, 00:44 »
Infatti, immaginavo, avevo scritto "BOOOM!"... :D

Il prossimo passo sarebbe quello di perder(ci)si ne "Cosa vuol dire MIGLIORE? E' misurabile con la felicità? Chi siamo, e dove andiamo? L'uovo o la gallina? Eh? Eh?"

Posso - con mia somma stoltezza! - ritenere che una cultura dove puoi farti la risonanza magnetica e metterti un by-pass sia """superiore""" ad un'altra, dove DEVI ciucciare i peni? NON "libero di", eh, ma "DEVI"? Perché, da quanto scrive Oberon, è proprio un passaggio necessario alla post adolescenza.
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A loro, probabilmente il contrario (non ho idea se qualcuno gli abbia mai spiegato cos'è un by-pass coronarico. L'ignoranza in effetti è una bella discriminante, ma in effetti posso ipotizzare con un discreto margine di certezza che anche tu stia giudicando cose che non conosci. In entrambi gli ambiti - mi auguro che tu non abbia dovuto sottoporti a un by-pass coronarico).
[]
Ce l'ha il marito di mia madre da X anni, ed è per questo che è ancora vivo. Ma non ha importanza.

Riguardo i peni vari ho già risposto (non mi fanno né caldo né freddo), a quanto pare o non sei attento nel leggere, o non mi esprimo bene.

"Chi ti dice che", ti rimando a quello che ho già detto, che SI', a meno di non scadere nel "Chi siamo ecc", una cultura che evita ad un bambino di rotolarsi nella merda, o di mangiarsela, è migliore di quella che lo permette.
Il cosidetto "Dio" della Bibbia pretendeva di farsi bruciare due agnelli al giorno, tutti i giorni. Tutti. Dici che qualche passo in avanti, l'abbiamo fatto?
Poi, il discorso sul cemento sui "ciucciapeni" prende una decisa svolta politica e, siccome ti conosco, lascio perdere perché non è né il topic adatto, né m'interessa, onestamente. :)

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #99 il: 27 Ago 2015, 00:58 »
[]@Answer: i miei due esempi sono 'eccessivi' perché è solo spingendo certe convinzione al loro paradosso che emergono con chiarezza i loro limiti.
[]Allo stesso modo, la tribù che prevede un certo rituale per accedere al mondo virile non ha alcun problema con la natura o la normalità. Quello ce l’abbiamo noi quando il nostro sentire viene sabotato dalle costruzioni che mettiamo in piedi per capire il mondo.
Guarda, prima di tutto ti ringrazio per il tuo approccio, che tende ad ascoltare e capire l'interlocutore, invece di alzare degli scudi che sono, tra l'altro, superflui.

Vedi, quello che mi fa timore è, appunto, un reset così drastico di quello che finora è stata la specie di "linea guida". E, non ti nascondo, alla luce di quanto affermi, pure una tribù dedita ai sacrifici umani andrebbe considerara "normale", nel loro habitat. Capisco perfettamente la differenza tra ciucciare i cazzi (ormai è un meme  :D) e sacrifici umani, il fatto è che il concetto del "male" è molto labile e non è detto che faremmo ad appurarlo in tempo, questa è la mia preoccupazione. :)

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #100 il: 27 Ago 2015, 01:04 »
Solo per dire che lammerda è piena di batteri e farebbe malissimo mangiarla o anche solo metterla a contatto col cavo orale, non è una questione culturale. Più scienza e meno cacchiate PLZ
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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #101 il: 27 Ago 2015, 01:08 »
Così come le PRECISISSIME regole imposte nella Bibbia, da "dio" al "popolo eletto" riguardo l'alimentazione e il resto erano atte ad evitare il proliferarsi delle malattie, in primis.

Nulla di "strano", tutto molto "umano". Poi ci hanno costruito sopra di ogni, ma vabbeh.

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #102 il: 27 Ago 2015, 02:08 »
Tipo, chessò, la merda è fonte di infezioni quindi il gioco non vale la candela,

Solo per dire che lammerda è piena di batteri e farebbe malissimo mangiarla o anche solo metterla a contatto col cavo orale, non è una questione culturale. Più scienza e meno cacchiate PLZ

Qual è il senso di riscrivere con altre parole quanto ho già scritto io facendola passare per un'obiezione? Non riesco a figurarmelo, davvero.
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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #103 il: 27 Ago 2015, 02:43 »
@anso: mi hai quotato due cazzate riempitive e ignorato del tutto il succo del discorso. Rispondendomi comunque con tautologie (è male perché è male, è meglio perché è meglio).

Mea culpa che ti ho seguito sulla strada della merda, ricommettendo e amplificando l'errore dialettico che imputavo a Oberon.

A scanso di equivoci: lasciare che un bambino si rotoli nella merda, in generale non è una grande idea per la sua incolumità fisica. Impedire al bambino di rotolarsi per terra, probabilmente è altrettanto una cattiva idea, solo che è un filo meno immediato da capire e accettare. Forse sarebbe persino produttivo lasciarlo nelle condizioni di farlo, se ne ha voglia. Si possono separare tranquillamente le due cose, ma richiede impegno, fatica e lungimiranza.

In modo affine anche se a un altro livello, lasciare che il bambino succhi il cazzo del parroco forse non è consigliabile per la sua incolumità psicologica. Sgridarlo se si infila le scarpe della sorella e si impasta la faccia col rossetto potrebbe essere deleterio, solo che è un po' più sottile eccetera. Forse andrebbe lasciato nelle condizioni di farlo se eccetera. Le due cose non sono collegate eccetera.

Spero di essere stato più chiaro e meno fraintendibile.
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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #104 il: 27 Ago 2015, 02:55 »
@Giuseppe: In effetti sopravvaluto sempre la volontà di confronto di certi individui. Ma non è di loro di cui parlavo, come bacino da tutelare e per cui riconsiderare l'approccio, quanto di tutti i possibili interessati che si lasciano però facilmente irretire dalle smargiassate di quelli. Non dategli il fianco, ecco. Ma forse se lo prendono a prescindere.
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