Uhm, non credo che questo sia il messaggio del post di Oberon eh.
L'identità sessuale è sicuramente innata (i.e. esser gay o meno)
Scusa ma, abbiamo letto due post diversi ? Oberon nel primo post sostiene che l'orientamento sessuale ha origini culturali.
Si, ho visto il suo chiarimento sopra ed e' chiaro che avevo mal interpretato il suo post originale.
Mi chiedo pero' se non sia comunque necessario/opportuno fare una distinzione tra:
- comportamento sessuale, condizionato dalla societa:
- orientamento sessuale (o preferenza): innato, direi.
Per le teorie sul gender l'innatismo è in gran parte costruito culturalmente. Questo non vuol dire che facoltà innate non esistano, ma che passano comunque attraverso il filtro della cultura.
@Eugenio: d'accordo con. C'è molta strada da fare.
Ho letto un post serio (e interessante) di Darro.
È tempo di morire.
Io ho sempre creduto in Darro
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@Gaissel: obiezioni e suggerimenti accolti. E' un problema per me difficile da superare, la mia scrittura riflette il modo di procedere involuto del mio pensiero. Non aiuta il fatto che io abbia sempre letto e scritto sempre e soltanto in inglese (unica eccezione l'esperienza editoriale per chi sappiamo), lingua in cui mi esprimo in maniera infinitamente più efficace che non in italiano. Credimi però quando ti dico che da parte mia non c'è alcuna volontà di complicare il discorso più del dovuto, anzi mi sforzo di abbassare di parecchio il registro. Ho smesso di far finta di essere intelligente sui forum un bel po' di tempo fa e, credo, lo dimostra il fatto che in post normali parlo "come mangio", facendo abbondante uso di espressioni colloquiali o imprecisioni lessicali.
Voglio però anche aggiungere che con il mio post non mi interessava la percentuale di successo divulgativa. La mia intenzione è di fornire qualche strumento in più a chi, leggendo, pensa di potersene servire. In questo senso, non mi preoccupo minimamente di prevenire i colpi di persone che si esprimono come scrivi. La loro reazione, purtroppo, è comprensibile e prevedibile. Per loro, il miracolo dell'incontro (non accettazione, bada bene) con idee così radicali è un evento che chiama in gioco molte variabili.
Sono intrappolati nelle maglie dei binarismi culturali per cui, paradossalmente, trovano sicurezza solo rifugiandosi all'interno di un mondo fatto di opposizioni.
Parli di omosessualità e mostri un video in cui compare un pene? Allora puoi essere solo un 'gay' (da pronunciare alla Biancofiore). Naturale, perché quello di cui non si accorgono è che quella repulsione, quel disgusto che provano alla semplice vista di un pezzo di carne deriva precisamente dall'assoggettamento a quelle norme per cui la vista di tale organo può rappresentare una minaccia alla loro sessualità. La loro è una vita trascorsa costantemente nella paura e le invidie che questa alimenta. Hanno già deciso chi sono e cosa gli serve sapere e ottenere, per cui si sentono minacciati da quello più intelligente, da quello più ricco, da quello più bello, da quello più dotato, dallo straniero, dal sinistro o il destrorso, dalla possibilità di essere contaminati da qualcosa di femminile. Qualsiasi cosa possa turbare le loro aspettative. Vorrei potessero provare anche loro il piacere più bello e intenso derivante dalla vista di un corpo femminile nudo liberati dalle loro paure, alleggeriti da spettri e pregiudizi, nella serenità che deriva dallo scatto intellettuale necessario per arrivare a nuove consapevolezze. Ma questo, purtroppo, resta un mio desiderio. A quel che leggo, invece, i figli di Kabuto partono con un vantaggio considerevole.
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@Answer: i miei due esempi sono 'eccessivi' perché è solo spingendo certe convinzione al loro paradosso che emergono con chiarezza i loro limiti.
Prendendo spunto dal tuo avatar, vediamo se riesco a fare un esempio a te più 'gradito'. Pensiamo ad alcuni modi riconosciuti per far ottenere un’erezione a un maschio eterosessuale. Se volessimo ricodurre tutto all’idea dominante di atto sessuale corretto e naturale, allora dovrebbe esserci la vista dei genitali femminili e il pensiero della penetrazione. Ma sappiamo che una pratica sessuale molto diffusa è quella del cunnilingus, le cui motivazioni vedono il complesso intreccio tra feticismo dei sensi e cultura. Secondo alcuni, l’atto rimanda a una ripresa/rielaborazione di quegli atti di suzione che il bambino maschio era solito compiere nei confronti della madre, unita a una ricerca dello stato di joussince che il bambino sperimenta quando si sente tutt’uno col corpo della madre. Il praticarlo, infatti, corrisponde in tutto e per tutto a un atto di adorazione. La parola viene dal latino ad orem, cioè portare alla bocca. Sono state date diverse spiegazioni in tal senso, ma una abbastanza recente rimanda al fatto che tendiamo a portare alla bocca ciò che ci piace particolarmente perché in questo modo si attiva il coinvolgimento totale di tutti i sensi. Portando qualcosa alla bocca possiamo sentire l’odore e assaporare l’oggetto del desiderio. In più, viene a collocarsi generalmente in una posizione che domina il nostro campo visivo. Il senso del tatto è massimamente stimolato, soprattutto se l’oggetto del desiderio può cingere il capo e andare quindi a sollecitare il fascio di nervi che comincia a diramarsi nel resto del corpo proprio a partire dalla nuca. Insomma, come detto le motivazioni andrebbero ricondotte a un intreccio tra ragioni psichice e biologiche. Per non parlare, di quelli che si eccitano se vengono penetrati dal tacco di una donna. Sono tutti modi di vivere la sessualità femminile e nessuno è più o meno legittimo di un altro. Allo stesso modo, la tribù che prevede un certo rituale per accedere al mondo virile non ha alcun problema con la natura o la normalità. Quello ce l’abbiamo noi quando il nostro sentire viene sabotato dalle costruzioni che mettiamo in piedi per capire il mondo.