Ha coerenza interna.
Il muro. Che è un pò come "Abbiamo scoperto la cura per il cancro, ma provoca alitosi, torniamo alla chemioterapia". La coerenza interna prevederebbe "Abbiamo provato con una idea medievale come il muro, non ha funzionato, proviamo con i robot"...
Ma il muro è come dire: ha fallito l’attacco, abbiamo paura, ci mettiamo in difesa (in maniera ottusa, ché siamo politicanti incapaci). Un background manierista (anche se concettualmente valido, ma non sviluppato opportunamente) che fa da preludio al gesto eroico. Si tratta di un topos narrativo piuttosto comune, dagli albori del poema epico, nonché da quelli della storia umana stessa.
Può essere non affascinante, non brillante, ma mi pare che s’infierisca eccessivamente e in maniera un po’ categorica.
Pure io, che non mi sono strappato i capelli, fatico a non trovarci del buono e della sostanza in Pacific Rim. Qualità che sono presenti in un’estetica curata, personale e rispettosa degli archetipi-pop di riferimento, capace di comunicare molto anche da sola.
Non è il discorso “dai robottoni contro i godzilloni cosa pretendi”, mi pare di averlo argomentato a lungo (pure troppo
) e ciò che ho scritto non ha la velleità di portare a galla chissà quale contenuto antropologico-filosofico. Semmai è l’estetica che suggestiona a sufficienza da trasmettere a livello emozionale i significati associati agli elementi visivi portanti della pellicola. IMO lo fa bene, per questo non dico che sia un capolavoro, ma che in parte il film funziona.