ma infatti l'esaltazione senza senso dell'uno ad oltranza e lo spalamerda eccessivo sulll'altro erano stati già decisi ancora prima di vedere PR, ebbè ^___^
come se il primo non avesse girato anche un sacco di fuffa e il secondo non avesse mai fatto film buoni
che poi, anche volendo stare solo in ambito robottoni, se vai a vedere sti giudizi così negativi per TR1 manco c'erano stati, a parte quello storico di darro, escono tutti ora, pare una director war
Per carità, Devil, mi stai simpatico e ti voglio bene, ma non buttiamola in director war solo perché si hanno delle opinioni divergenti, altrimenti mi girano le lame rotanti.
Qualsiasicosa-war è quando uno non argomenta le proprie idee e s’impunta a testa bassa. Io e molti altri qui abbiamo fatto analisi e disamine lunghe, sia pro, sia contro, sia intermedie. Quindi quel Wdifesa a oltranza senza senso" è un po’ un’offesa verso chi ha piacere a sacrificare parte del proprio tempo libero per condividere qui le proprie opinioni in maniera ragionata.
Tra l'altro, per quanto mi riguarda, non mi pare di non aver scritto da nessuna parte che Pacific Rim sia tutto ‘sto capolavoro.
Qualora t’interessasse, inoltre, dico che i Transformers di Bay non mi piacciono perché prolissi, scontati, privi d’ironia (se non quella più becera) e poveri anche dal punto di vista registico stretto. Dieci minuti INUTILI di COD, con camera in modalità first person shooter, nella parte finale di Dark of the Moon, sono un esempio di quello che per me è zozzeria a livello registico. Per me, punto. Sono un utente come te, mica il Mereghetti.
Della trilogia salvo il rapporto tra il ragazzotto e Bumblebee nel primo film (perché poi degenera nel melenso e nel grottesco IMO) e un abbozzo di Megatron come antieroe durante le battute finali della terza pellicola, quando,
quasi ridotto in pezzi, guarda con nostalgia l’arrivo di Cybertron sulla Terra e lascia intuire delle sfumature più sottili della sua personalità e della sua “missione”, che vengono poi sepolte nella violenza gratuita un quarto d’ora dopo, da un Optimus Prime in modalità berserk, tanto ridicolo quanto gratuitamente brutale.
Lo penso oggi come lo pensavo ai tempi, sia chiaro, non ne ho mai avuto un giudizio positivo. Questo non vuol dire che Bay mi faccia cagare a prescindere, ma, a parte The Island, non ricordo altro della sua filmografia che abbia incontrato un po’ il mio gusto.
Poi accetto che ad altri quei film piacciano, ognuno ha la sua idea di entertainment e i suoi guilty pleasure. Allo stesso tempo, però, se a te di Del Toro è piaciuto solo Blade II non ti vengo certo a dire che fai "una critica senza senso", è la tua opinione e bòn.
Il tutto lo scrivo tranquilissimo, eh, però preferisco arginare questo punto sul nascere, per amore del dibattito ^__^.
Il fatto è che la magia nagaiana non stava nelle idee, ma proprio nella realizzazione che a Pacific Rim manca del tutto. Realizzazione che si esprimeva dal punto di vista estetico, con gli alieni che visivamente prendevano a piene mani dal folklore mitico giapponese e non (esseri giganteschi e barbuti, incazzusi e autoritari come generalissimi nemici non potevano, anche solo inconsciamente, non richiamare anche la nostra cultura mitico-religiosa), con effetti di suggestione e reverse-imprinting (ti richiamo alla mente qualcosa che già c'era) davvero fenomenali.
Capisco il tuo punto sulla magia nagaiana, anche se lo condivido solo in parte. Rimanendo strettamente in topic, va detto che, in Pacific Rim, quell’immaginario lì sfuma nell’icona dei daikaiju, che è “epistemologicamente” ed esteticamente diversa dagli invasori nagaiani, eccetto alcuni punti di contatto concettuali che citavo nel post a cui fai riferimento.
Il Daikaiju è la forza della natura, sia libera (il Godzilla Stomp è il terremoto) sia antropizzata (il fiato radioattivo è la tragedia dell’atomica). I Kaiju di Pacific Rim sono un ponte tra i daikaiju classici e gli invasori/creatori
(ché, in questo caso, hanno portato sulla Terra i dinosauri e tornano nel mondo contaminato dagli uomini)
di Nagai/Ishikawa.
Questa “crasi” la ritrovo anche nell’estetica, personalmente, giacché credo non sia una coincidenza che gli
alieni di Pacific Rim siano insettiformi
così come quelli di Shin Getter Robot (il manga) e ciò, in entrambi i casi, fa virare semplicemente le icone mitologico-storiche di Jeeg/mazinger verso un simbolismo dal sapore più fanta-evoluzionistico, maggiormente vicino alla poetica di un Getter, appunto.
In Pacific Rim tutto questo torna solo a livello di citazione testuale, ma mai audio-visiva [...]
Come prorompente forza della natura, mi pare che i Kaiju funzionino benissimo con le loro fattezze ferine, movenze imponenti e le loro brutali dinamiche predatorie di gruppo. In tal senso mi trovo assai d’accordo con il commento emozionale di Eugenio.
Trovo molto buone anche le scelte di design, governate da un giusto compromesso tra il rispetto verso i modelli ispiratori originali e l’estetica peculiare tipica di Del Toro, che balza all’occhio attraverso tocchi di classe come gli elementi luminescenti, che ricordano i pesci delle profondità abissali oceaniche e, allo stesso tempo, sembrano geroglifici che suggeriscono un "marchio di fabbrica" alieno.
Sugli Jaeger anche trovo veramente pochissimo da ridire dal punto di vista estetico-concettuale. Rendono molto bene (e con suggestioni talvolta assai delicate) la forza dell’uomo contro la natura madre/matrigna/aliena. La connessione neurale che attiva gli Jaeger nasce dai sentimenti più viscerali connaturati nell’uomo, che ci hanno sempre portati ad affrontare e contrastare le avversità naturali.
La fratellanza e la coordinazione di gruppo dei tre fratelli cinesi, l’amore di coppia dei russi, il legame padre figlio degli americani e il semplice destino, che fa incontrare due persone così diverse ma anche così affini, dei due protagonisti sono tutte espressioni dell’archetipo uomo, sin da quando ha cominciato a organizzarsi per passare da preda a cacciatore (jaeger, appunto).
È la possibilità di consolidare queste rapportualità primitive, più che l’affidarsi a una struttura sociale articolata, ma disumazzinata e disumanizzante (i politici che costruiscono muri sfruttando i cittadini), ciò che permette di muovere i robottoni-"majin". Ed è una soluzione che funziona benissimo, anche sul livello di lettura che hai introdotto tu.
Pensa agli uomini di Aristofane, inizialmente doppi, fusi insieme, e poi divisi da Zeus per invidia, che tornano a unirsi per ridivenire "perfetti".
Tutto questo viene mandato in scena in maniera molto chiara, pulita, limpida, semplice, esplicita e senza rinunciare al gesto estremo dell’autodistruzione, che completa il quadro, sia inserendo quell’istinto animalesco di sacrifico del singolo per la preservazione della specie, sia quello spirito di abnegazione nipponico che paga dazio all’immaginario robotico ispiratore.
In sintesi a me è parso un film assai “primordiale” nella sostanza intima e nella forma. Più che altro direi che fallisce nello sviluppo organico di tutti questi elementi, che risultano parcellizzati a causa di qualche personaggio “inerte” (Pentecost in primis) o perché malamente inserito in una sceneggiatura poco robusta.
È una mia assunzione che questo sia dovuto a direttive impartite della produzione (ché ho notato discrasie stilistiche troppo marcate e forzate… tipo Mako che guarda il belloccio dallo spioncino, cazzo, dai), ma può anche essere un fail di Del Toro, ci mancherebbe.
Non nego che in sostanza mi abbia deluso come film di Del Toro (sicuramente lo considero il peggior film del regista, per essere chiari) e che trovi condivisibili alcuni punti sollevati da te, Fulge, Gladia o da altri. Ciò non toglie che, IMO, alla fine, Pacific Rim resta un film con un’anima, per certi aspetti di pancia anche, dove l’ispirazione genuina non deflagra del tutto, ma in una qualche misura arriva e ti lascia dentro qualcosa.
Con rispetto parlando a me la difesa di Del Toro rispetto a Bay in questo topic pare proprio una presa di posizione, il primo capitolo dei Transformers presenta proprio tutte le peculiarità tipiche del prodotto nagaiano, fuse nella medesima alchimia, mentre Pacific Rim appare come un freddo ed arido bignami citazionistico, in cui il tentativo di riproporre la potenza archetipale dei titani giapponesi si infrange su un filtro intellettuale capace di analizzarla e di parlarne, ma non di riproporla senza scimmiottarla goffamente.
No, questa non te l'appoggio proprio. IMO Transformers non ha nulla di nagaiano, ma proprio zero. Si riallaccia all'immaginario robotico americano e a quegli elementi pop ad esso associati, come le parentesi da "romanzo di formazione" tipiche degli show televisivi (il cartone animato di Transofrmers stesso) e dei film anni ottanta a tema adolescenzial-fantastico di Hollywood. Siamo proprio nell'altra metà del cielo, Ying e Yang. Lo dico a livello di poetica, senza entrare in giudizi di merito.
Sulla potenza archetipale di Pacific Rim, ti ho già esposto la mia idea e tutto mi è sembrato tranne che freddo e arido, al di là del fatto che sia firmato da Del Toro o meno.
Pacific Rim è un adulto che pensa che i bambini siano sciocchi e infantili, ma nell'imitarli non si accorge di mancare del tutto proprio di quella purezza per non apparire sciocco e infantile, ma solo vagamente idiota...
Per me, invece, Pacific Rim, citando una frase di Kentaro Miura è una dimostrazione (parzialmente riuscita, per carità) che "il bambino è il padre dell'uomo". Quando ciò che da piccolo ti stupiva, resta ancora oggi un simbolo potente di ciò che stai vivendo, ma con un significato diverso.
Se per il bimbo il robottone era l'ideale di un'umanità eroica che si erge contro il male, oggi lo Jaeger possono essere, semplicemente, due persone adulte che si amano, e scoprono quanto forti possano essere quando il sentimento che condividono riesce a fargli superare enormi difficoltà. That's it
.