QUANTO SEGUE E' SPOILER PER CHIUNQUE NON ABBIA VISTO LA SESTA PUNTATA DELLA SETTIMA STAGIONE DI GAME OF THRONES!
Noi tutti ci siamo chiesti cosa ne sarebbe stato di GOT nel momento in cui la storia si sarebbe allontanata dai libri di Martin e quando la guerra fantasy avrebbe affiancato (spodestato?) lo svolgimento da thriller fantapolitico medievaleggiante: la risposta è culminata in uno dei più disastrosi e compromettenti episodi che questo show ricordi.
L'episodio 6 della settima stagione ridefinisce il concetto di pretestuosità e forzatura all'interno di un racconto di azione.
Invero, già il pretesto lasciatoci alla fine dell'episodio 5 (la missione suicida di Jon Snow e compagni per prelevare un non-morto da un'intera armata per esibirlo a Cersei al fine di raggiungere una tregua/alleanza) non prometteva assolutamente bene, ma lo svolgimento successivo è andato oltre ogni più catastrofica aspettativa.
Sì può chiudere un occhio sul cameratismo della prima porzione di puntata in cui in team-Jon da sfoggio di personaggi ridotti a macchiette e di un humor a prova di teenager che ha appena scoperto l'uso delle parole "cazzo", "uccello" e "fica".
Ma poi arriva il pretestuoso incontro con un manipolo di non-morti allontanatisi dal resto dell'esercito messo lì, ad uso e consumo esclusivo del team-Jon.
E ancora arriva l'accerchiamento sul lago ghiacciato come pretesto per fermare le forze in gioco e dare tempo ad un personaggio di fare il velocista fino alla Barriera e all'ennesimo corvo-postino supersonico di consegnare la richiesta di soccorso a Daenerys, che manco le civette di Harry Potter.
Poi, come se la compressione di timelines e distanze geografiche non avesse già stuccato per tutto il corso di questa settima stagione, si usa il lancio di una pietra ad opera del Mastino per rivelare al nemico accerchiante la praticabilità del percorso.
Quindi vai di annunciatissimo deus ex machina (l'arrivo di Daenerys coi draghi).
E vai, quindi, di pretestuoso indugiare di Jon Snow nella battaglia al solo fine di creare, artificiosamente, il momento drammatico su cui impiantare il deus ex machina del deus ex machina (l'arrivo del tutto casuale di Benjen Stark), l'ennesima morte (di un personaggio usato alla stregua di carta ingienica) e l'ennesima forzatissima spinta verso la love-story tra Jon e Daenerys più volte troppo forzatamente annunciata (sulla base del "perché sì") da Davos e Tyrion.
Quel "Dany" sussurrato da Jon ed il ripescaggio ad opera dei non-morti del drago dalle acque (quando fino a qualche scena prima gli stessi ci vengono mostrati come incapaci di muoversi in acqua e di risalire in superficie) vanno a fare da pietra tombale ad un cadavere già in via di putrefazione.
Poi si potrebbe indugiare sugli elementi che hanno contornato lo svolgimento del plot principale di questa puntata: dalle forzate e psicotiche ostentazioni di una sempre più macchiettizzata Arya, all'imbecillità di una Sansa che per bocca degli altri personaggi dovrebbe apparire come una baby-Cersei, passando per un Tyrion relegato al ruolo di zia bisbetica che ripete allo sfinimento i soliti ammonimenti per ricevere le solite atroci risposte, concludendo con un Bran del tutto inutilizzato (mandato in viaggio per una intera stagione, bloccato in un allenamento off-screen per un'intera altra stagione, per fare il nulla cosmico in questa tornata di puntata... Qualsiasi corvo-Bartolini di Westeros è più utile del sedicente "corvo con 3 occhi" a quanto pare...!).
La scrittura, in definitiva, ha sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare.
Appena decente la regia, dopo i frizzi e lazzi di una quarta puntata che prometteva grandi cose.
Bocciato il montaggio: sia per la solita questione di timelines e distanze, sia per il pressapochismo con cui le riprese della battaglia son legate tra loro, incapaci di enfatizzare certi momenti o anche solo di rendere leggibili le morti dei vari commilitoni di Jon.
In vistoso imbarazzo gli interpreti: pronunciano, esitanti, un copione in cui non sembrano credere particolarmente neppure loro.
Il bilancio finale è agghiacciante a dir poco.
Come da una serie come questa - sì con alti bassi ma, fino alla quarta stagione, imprevedibile, eppure SOLIDA in termini di andamento logico-consequenziale-motivazionale degli eventi e finanche tecnicamente pionieristica - sia potuta arrivare una tale fan fictionata paradigmatica di come non si scrive, gira e monta un qualsivoglia prodotto cinematografico/televisivo, per me resta inspiegabile.
E trattandosi, come da tradizione delle ultimissime puntate di stagione di GOT, di un capitolo di convergenza e al contempo di svolta per l'andamento dello show, un'ombra di decadimento qualitativo incombe su tutta questa settima infornata di episodi unitariamente considerata, nonché su quello che sarà l'andamento della parte restante di questa storia. Una storia che pare ormai incapace di costruire gli eventi e dare degno svolgimento agli stessi, nonché sterile in termini di utilizzo dei personaggi.
Voto: 3/10
Nota a margine: curioso di leggere le recensioni che arriveranno domani, quando la puntata sarà resa ufficialmente disponibile. Se non partono stroncature da ogni dove, ci saranno gli estremi per gridare al fanboyismo ed invocare la riabilitazione di Zack Snyder.