Autore Topic: ::: City17 ::: Episodio#1 - Podcast di civiltà in rovina e pagliacci di pasta  (Letto 11594 volte)

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Offline Konron

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Ehm non ho capito il musica classica + film iraniano VS facebook...a livello culturale meglio i primi due no?

Offline Seppia

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"In allegato trovate una figura con le percentuali di adulti con titolo di istruzione post-secondaria (dopo le superiori, quindi non tutti laureati) nei diversi paesi OECD (magari vi interessa).
Però secondo me la questione è più complessa.
Il laureato in Italia è una specie rara, poco premiata nel mercato del lavoro (lo mostrano i dati che non conviene andare all'università e le famiglie italiane - soprattutto nelle regioni più ricche - si stanno comportando di conseguenza). Ergo, siccome ha studiato tanto ma non se lo incula nessuno, preferisce ascoltare la musica classica, vedere pallosissimi film iraniani con piani sequenza di 10 minuti l'uno invece che usare facebook."

il neretto potrebbe spiegare in parte il nostro distacco dai paesi civilizzati allora
in italia le non lauree di due anni esistono da poco, in francia spagna olanda e uk(per dire solo paesi di cui sono sicuro), esistono da tempo immemore. questo potrebbe falsare la classifica

non ho capito invece la seconda parte per la quale il laureato senza lavoro dovrebbe vedere film iraniani invece di cazzeggiare su feisbukk

comunque si in italia è penalizzante fare l'università (o meglio, è meno vantaggioso che altrove) anche per come è strutturata
in nessun paese al mondo uno diventa ingegnere in 9 anni
in italia si può
"Se vuoi lavorare con i piedi in mostra vai a vendere il cocco in spiaggia"
Cit. Vn Vomo Givsto

Offline keigo

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il neretto potrebbe spiegare in parte il nostro distacco dai paesi civilizzati allora
in italia le non lauree di due anni esistono da poco, in francia spagna olanda e uk(per dire solo paesi di cui sono sicuro), esistono da tempo immemore. questo potrebbe falsare la classifica

non ho capito invece la seconda parte per la quale il laureato senza lavoro dovrebbe vedere film iraniani invece di cazzeggiare su feisbukk

comunque si in italia è penalizzante fare l'università (o meglio, è meno vantaggioso che altrove) anche per come è strutturata
in nessun paese al mondo uno diventa ingegnere in 9 anni
in italia si può


si, andrea è vero che in parte gli studenti abbiano lo spessore di un foglio di carta, ma è anche vero che in italia abbiamo un sistema che di fatti assegna poteri immensi al docente, e quasi nulli allo studente. L'avere esami solo orale, o scritto+orale, in effetti favorisce la corruzione, poter falsare il risultato, ed il fatto che se uno ti stia sul cazzo magari glielo fai fare 3 volte perchè tanto nessuno può contestartelo. Poi guarda va anche bene se il proefssore è un luminare, ma se è un coglione che ha preso la cattedra per "assegnazione di partito" [ed a gomorrah è l'ordine del giorno] il vero studio non è tanto quello fatto sulla materia ma quello sulla conoscenza del professore. Senza scomodare pirsing, in realtà se uno studente cercasse di studiare quello che il professore sa - e vuole - piuttosto che la materia in se, cercando magari di imitarlo, ottiene un voto più alto [forse più del meritato].
a me hanno detto che i nostri ingegneri sono molto ricercati all'estero. Certo quando vedo i miei amici farsi il culo per finire ingegneria aerospaziale, e poi scoprire che il fratello di uno di loro dopo un corso in catia è finito a lavorare prima in alenia, ed è stato poi chiamato in germania... beh qualche perplessità mi sorge.


questione podcast-radio diretta/non diretta. Semplicemente non mi piace. In genere preferisco avere qualcosa che possa darmi delle conoscenze in più, o per lo meno mi faccia divertire. Ora non potendo avere un podcast di troisi [peccato] preferisco cercarne altri che mi diano informazioni che per lo meno siano difficili da reperire, o che mi diano un punto di vista diverso su un argomento trattato. O per lo meno un parere autorevole.
« Ultima modifica: 02 Apr 2009, 20:10 da keigo »
chi semina vento raccoglie sfaccimma
ma chi me lo fa fare?!? il petrolio è una figata.

Offline Gatsu

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questione podcast-radio diretta/non diretta. Semplicemente non mi piace. In genere preferisco avere qualcosa che possa darmi delle conoscenze in più, o per lo meno mi faccia divertire. Ora non potendo avere un podcast di troisi [peccato] preferisco cercarne altri che mi diano informazioni che per lo meno siano difficili da reperire, o che mi diano un punto di vista diverso su un argomento trattato. O per lo meno un parere autorevole.

Ah bhè, non so come potessi aspettarti un parere autorevole da me. Travaglio è lì di fianco :)

Offline keigo

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eh, appunto :yes:

per questo dicevo, se devo conoscere le tue opinioni preferisco leggerle in un forum, piuttosto che in una comunicazione "univoca", anche perchè avere informazioni "vaghe" o magari filtrate, dette a mezza bocca, non è che mi pare un modo consono di "sfruttare" il mezzo podcast. Non so ma io lo vedo proprio povero di contenuti, si quella del mercato del lavoro è una mezza notizia, senza nemmeno i dati poi come ci si fa a rendere l'idea... Poi detta così a mezza bocca, un po' col timore di pestare i piedi..

vabbe' la prossima volta faccio valere il mio potere jedi e guardo una puntata di barely legal.. :D
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Offline Gatsu

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Per i podcast "sulla notizia" ci sono quelli ottimi di Travaglio o se uno capisce l'inglese l'Economist, la BBC o chissà quanti altri.
Lo scopo di City17 è proprio dare voce a riflessioni che, al di là dei forum internet (che ad essere onesti è un pò un parlarsi addosso, siamo 4 gatti) non trovano alcuno spazio "audio". Ma riflessioni di gente normale, non di professori di economia. Non vorrei che fraintendeste il punto di arrivo. Anche perchè, diciamocelo, di podcast seri è pieno il mondo e sono talmente seri che la gente non li ascolta.

Detto questo, abbiamo ricevuto parecchio feedback e inizieremo a correggere con i prossimi episodi quel che funziona meno.

Offline pedro

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Ascoltato e apprezzato.

Sulla parte della diffusione Internet però, secondo me, non avete considerato fattori come il costo della connessione e la penetrazione dell'infrastruttura tra Italia e altri paesi con territori più o meno estesi ed orografia differente (quest'ultimo è un problema insormontabile o quasi anche per la distribuzione del DDT, ma qui vado OT).

Più che sulla diffusione percentuale quindi, che in sè vuol dire poco, è interessante il dato secondo il quale il trend di utilizzo del web in Italia è in diminuzione rispetto a quello dell'anno precedente, in netta controdenza, quello sì, al resto d'Europa.
«Allora dev'essere molto pericoloso essere un uomo.» «Lo è, signora. E solamente pochi ce la fanno. È un mestiere difficile, e al fondo c'è la tomba.»

Offline Konron

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Che poi mi sono chiesto: ma come fa a DIMINUIRE? Cioè qualcuno di punto in bianco vende il computer e disdice internet? mi sembra assurdo...

Offline Gatsu

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Sulla parte della diffusione Internet però, secondo me, non avete considerato fattori come il costo della connessione e la penetrazione dell'infrastruttura tra Italia e altri paesi con territori più o meno estesi ed orografia differente (quest'ultimo è un problema insormontabile o quasi anche per la distribuzione del DDT, ma qui vado OT).

Più che sulla diffusione percentuale quindi, che in sè vuol dire poco, è interessante il dato secondo il quale il trend di utilizzo del web in Italia è in diminuzione rispetto a quello dell'anno precedente, in netta controdenza, quello sì, al resto d'Europa.

Ma, la questione geografica è un problema, ma non tanto da giustificare che in alcune zone internet non ci sia. Qui hanno le connessioni in Lapponia, che ha abitanti ogni 2 km. E' un servizio fondamentale, punto, e se gli operatori non vogliono accollarsi le spese, allora lo deve fare lo stato.

Offline pedro

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Si, però per me è molto più interessante il trend, che non tira in ballo fattori "esterni" di nessun tipo. Il numero di connessioni non può diminuire da un anno con l'altro, e nemmeno salire di prezzo: quindi perchè la gente usa meno il web?
«Allora dev'essere molto pericoloso essere un uomo.» «Lo è, signora. E solamente pochi ce la fanno. È un mestiere difficile, e al fondo c'è la tomba.»

Offline Konron

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Qui hanno le connessioni in Lapponia, che ha abitanti ogni 2 km. E' un servizio fondamentale, punto, e se gli operatori non vogliono accollarsi le spese, allora lo deve fare lo stato.

Per la precisione un abitante ogni 2 km², come diavolo fanno ad avere la connessione? Sarà via satellite...
« Ultima modifica: 03 Apr 2009, 12:08 da Konron »

Offline ZionSiva

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Mi pare che il fattore esterno ci sia: con la crisi economica, visto che i prezzi dei provider in Italia sono più alti che altrove, la gente tende a sacrificare il servizio. In altri paesi la spesa non è altrettanto significativa rispetto al tenore di vita.
~~porcelina, she waits for me there
with seashell hissing lullabyes and whispers fathomed deep inside my own~~~~  What's So Funny 'Bout Peace, Love and Understanding?  Wag the dog.

Offline Gatsu

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Mi pare che il fattore esterno ci sia: con la crisi economica, visto che i prezzi dei provider in Italia sono più alti che altrove, la gente tende a sacrificare il servizio. In altri paesi la spesa non è altrettanto significativa rispetto al tenore di vita.

Non è comunque bassissima, io pago 35€/mese per 5M (1 in upload), router wireless aggratis.

Offline ZionSiva

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Non è comunque bassissima, io pago 35€/mese per 5M (1 in upload), router wireless aggratis.

Rispetto al tenore di vita locale com'è? Qui io pago 18 euro per 10 mega DL e 1 UL (via cavo, e non effettivi, ma è abbastanza veloce), per il tenore di vita locale è una spesa sostenibile, e volendo si spende meno.
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Offline erbresciano

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Ciao a tutti. Alla fine Tommaso mi ha praticamente costretto ad intervenire su questo forum, postando una mail che gli avevo spedito privatamente.
Eccomi qui, sono Simone di City17. Ringrazio tutti per i consigli,  cercherò - per quando mi sarà possibile - di non parlare come se avessi "la patata in bocca" quando registreremo i prossimi episodi. Per inciso: si trattava della mia prima volta nelle vesti di podcastaro, ma non sono completamente a digiuno di nerdate...
Rispetto alle cose dette sinora, i dati che avevo spedito a Tommaso sono tratti da un rapporto dell'OECD/OCSE che si intitola "Education at Glance 2008".
Ha ragione Seppia (mi pare fosse lui ad averlo notato), in molti hanno osservato che il dato potrebbe essere parzialmente falsato dal fatto che le lauree triennali in Italia esistono soltanto da qualche anno, mentre in altri paesi esistono da più tempo. Tuttavia il caso italiano è  "anomalo" e non lo è soltanto nel contesto europeo (http://archiviostorico.corriere.it/2008/settembre/10/Ocse_Italia_peggio_del_Cile_co_9_080910054.shtml).
Fino a questo punto parliamo di dati statistici - per così dire - "istituzionali", quindi tutto sommato attendibili.
Per quanto riguarda la musica classica e i pallosissimi film iraniani, si trattava invece di una annotazione del tutto personale. Mi riferivo al fatto che Tommaso, cercando nel motore di ricerca di feisbùc, avesse trovato così pochi laureati con interessi così "ricercati" (erano l'1% del totale o sbaglio?).
Secondo me questo dato dipende dal fatto che i laureati in Italia - e in particolare gli adulti con titoli di istruzione superiore - tendono un po' a "snobbare" fenomeni "pop" tipo feisbùc. Piuttosto, preferiscono "consumare" prodotti  dell'industria culturale molto ricercati che in qualche modo contribuiscono a confermare il loro status di minoranza acculturata. Però si tratta - lo ripeto - di una mera speculazione personale (distorta, forse, dal fatto che lavoro in un'università italiana ma conosco anche abbastanza bene il mondo accademico europeo, dove la gente se la tira mooooooolto di meno...).
In merito alle ragioni per cui i laureati in Italia sono così pochi credo (anzi: temo) che c'entri poco il funzionamento del sistema universitario in sè ma c'entri più il funzionamento del mercato del lavoro. Per fare un esempio, in Italia, condizioni più favorevoli nel mercato del lavoro a livello locale non - sottolineo il n-o-n - si associano a livelli di scolarizzazione mediamente superiori (sempre a livello locale).
In generale, in Italia sembrerebbe esserci una eccedenza di forza lavoro "qualificata"...
Vabbè, mo' vado a magnà. Alla prossima.
"I fear the shark, my friend, and have no other fears" - Slavoj Žižek