Ciao a tutti. Alla fine Tommaso mi ha praticamente costretto ad intervenire su questo forum, postando una mail che gli avevo spedito privatamente.
Eccomi qui, sono Simone di City17. Ringrazio tutti per i consigli, cercherò - per quando mi sarà possibile - di non parlare come se avessi "la patata in bocca" quando registreremo i prossimi episodi. Per inciso: si trattava della mia prima volta nelle vesti di podcastaro, ma non sono completamente a digiuno di nerdate...
Rispetto alle cose dette sinora, i dati che avevo spedito a Tommaso sono tratti da un rapporto dell'OECD/OCSE che si intitola "Education at Glance 2008".
Ha ragione Seppia (mi pare fosse lui ad averlo notato), in molti hanno osservato che il dato potrebbe essere parzialmente falsato dal fatto che le lauree triennali in Italia esistono soltanto da qualche anno, mentre in altri paesi esistono da più tempo. Tuttavia il caso italiano è "anomalo" e non lo è soltanto nel contesto europeo (
http://archiviostorico.corriere.it/2008/settembre/10/Ocse_Italia_peggio_del_Cile_co_9_080910054.shtml).
Fino a questo punto parliamo di dati statistici - per così dire - "istituzionali", quindi tutto sommato attendibili.
Per quanto riguarda la musica classica e i pallosissimi film iraniani, si trattava invece di una annotazione del tutto personale. Mi riferivo al fatto che Tommaso, cercando nel motore di ricerca di feisbùc, avesse trovato così pochi laureati con interessi così "ricercati" (erano l'1% del totale o sbaglio?).
Secondo me questo dato dipende dal fatto che i laureati in Italia - e in particolare gli adulti con titoli di istruzione superiore - tendono un po' a "snobbare" fenomeni "pop" tipo feisbùc. Piuttosto, preferiscono "consumare" prodotti dell'industria culturale molto ricercati che in qualche modo contribuiscono a confermare il loro status di minoranza acculturata. Però si tratta - lo ripeto - di una mera speculazione personale (distorta, forse, dal fatto che lavoro in un'università italiana ma conosco anche abbastanza bene il mondo accademico europeo, dove la gente se la tira mooooooolto di meno...).
In merito alle ragioni per cui i laureati in Italia sono così pochi credo (anzi: temo) che c'entri poco il funzionamento del sistema universitario in sè ma c'entri più il funzionamento del mercato del lavoro. Per fare un esempio, in Italia, condizioni più favorevoli nel mercato del lavoro a livello locale non - sottolineo il n-o-n - si associano a livelli di scolarizzazione mediamente superiori (sempre a livello locale).
In generale, in Italia sembrerebbe esserci una eccedenza di forza lavoro "qualificata"...
Vabbè, mo' vado a magnà. Alla prossima.