Ieri ho avuto il piacere di assistere per una seconda volta ad un concerto di Sufjan Stevens.
Il contesto era il teatro della luna a Milano, non bello per quanto mi riguarda (un tendone che fa da teatro brrr), ma che l'artista di apertura prima (una bravissima e a me nuova Basia Bulat) e Sufjan col suo gruppo poi, hanno reso speciale.
Il precedente concerto in Italia, nella qui sì splendida cornice del teatro di Ferrara, era per il tour di Age of Adz, il suo disco più elettronico, e per questo la performance fu un'esplosione di luci, colori e balli.
Qui invece, il tema del disco, la morte e il rapporto con la madre e il padre adottivo, rendono minimale la scenografia che, contraddistinta da sbarre in cui vengono riprodotti ricordi e luoghi dell'infanzia di Sufjan, ti fa sentire partecipe di questa grande riflessioni che percorre tutto il disco sul significato della morte per capire la vita come dirà verso la fine l'artista.
Gli arrangiamenti, modificati per esaltare le abilità del resto del gruppo, sono stati fantastici nell'amplificare l'impatto emotivo che le canzoni riescono ad esprimere, il tutto aiutato da una fantastica regia delle luci che qui, come quasi mai, mi ha colpito per come essere un tutt'uno con l'esperienza.
Grazie Sufjan, se ancora non lo conoscete, è il momento di approfondire uno dei grandi artisti della nostra epoca (non credo di esagerare).
https://www.youtube.com/watch?v=BTNR8PmNkKA