Ma infatti l'acquisto del Milan è da ricondurre a ragioni di cuore, come no? Poi un giorno sarebbe interessante capire come mai Berlusconi abbia provato a rilevare l'Inter di Fraizzoli anni prima o perché Galliani avesse la tessera dello Juve Club di Monza da giovane...
Quisquilie irrilevanti al cospetto di tutto ciò che poi è de facto stato realizzato, abbi pazienza. In questi casi, difronte a determinati investimenti/risultati, cuore ed interessi collaterali vanno giocoforza a braccetto. Negare l'uno o gli altri sarebbe abbastanza miope.
Ma non ho dubbi che tutta la vicenda abbia pesato al momento del voto. Però precisiamo: la cessione è stata effettivamente annunciata dopo le elezioni, nel goffo tentativo di arginare il danno d'immagine della partenza di Kakà. Hanno tentato fino all'ultimo di tenere nascosta un'operazione che in realtà era già conclusa da tempo, con gesti che vanno dal ridicolo ("lunedì farò una lunga, lunga telefonata con il giocatore". ROTFL amaro perché sapevamo tutti che quest'inutile telefonata non ci sarebbe mai stata, dato che era chiuso tutto da mò. E infatti, guarda caso, non c'è stata) al patetico (Galliani che nega di essere a Madrid, salvo poi essere beccato sul posto e ritrattare con un "ma no, dai, scherzavo quando dicevo di essere al mare").
Proprio la contraddittoria goffaggine del tutto dimostra come non esistesse certo alcuna strategia strumentale. Avesse premeditatamente badato al risvolto politico della questione, la macchina berlusconiana si sarebbe mossa in modo omogeneo ed impeccabile, con le consuete, oliate tempistiche sondaggiocratiche.
Sul resto... perdonami, ma mi pare una ricostruzione parziale dei fatti. Solo per dirne alcune, non facevamo cassa cedendo al Barca l'unico attaccante giovane, ma cedevamo al Barca un giocatore che s'era rivelato un superbidone (sei gol in quella stagione), nonché il calciatore più fischiato a San Siro negli ultimi cinquant'anni. E il tridente dei nonni ci portò allo scudo, mi sembra. Dietro arrivavano i Sala e i Guglielminpietro? Certo, però tornavano anche gli Ambrosini e arrivavano i Gattuso. Sulla resa al Milan dei vari Jose Mari e Javi Moreno non c'è granché da discutere, ma erano acquisti che ci potevano stare e per cui la società comunque si espose (80 miliardi solo per quei due, no?). Uno arrivò con Sheva, Gattuso e Sergio, l'altro con Rui Costa, Pirlo e Inzaghi.
Insomma, qualsiasi stagione si guardi negli anni passati, anche quelle in cui la campagna acquisti fu tutt'altro che esaltante, mostra acquisti più importanti (o perlomeno dello stesso livello) delle cessioni. E, soprattutto, mostra chiaramente un progetto, una chiara idea della direzione in cui proseguire nel futuro, anche perché il Milan aveva un settore giovanile all'altezza. Lo stesso Kluivert, per me il peggior attaccante che abbia mai vestito la maglia rossonera, era un giocatore da portare a casa in quel momento e sono tuttora convinto che la società abbia fatto benissimo a prenderlo.
Kluivert fu preso a parametro zero perché il Barcellona rispose al toc-toc rossonero ritenendo incedibile Ronaldo. Sai che disse Galliani? "Ci concentreremo su altri obiettivi". Moratti, che aveva il braccio più lungo già allora, non si fece invece problemi a pagare questa benedetta clausola e portare a casa quello che DAVVERO era il nuovo Van Basten (e non ci voleva un genio per capirlo).
Questo è soltanto un esempio per ricordarti come fossero anni in cui le mosse del Milan erano comunque poca cosa in confronto a ciò che facevano tutti gli altri. Trovi la mia ricostruzione parziale? Posso portarti dozzine di esempi per contestualizzare (da Panucci venduto per volere di un allenatore che avremmo cacciato 2 mesi dopo, ad Amoroso che ci facemmo soffiare dal Parma perché loro avevano i 70 miliardi richiesti da Pozzo e noi no, passando per la patetica figuraccia fatta con la supplica della wild card). Forse io ero ancora un neonato quando tu andavi mano nella mano col babbo (magari facendoti piccolo piccolo per profittare di un solo biglietto in due, come l'"interista" Berlusconi (lol) a suo tempo) a vedere Baresi in B, però possiedo una conoscenza semplicemente enciclopedica della storia rossonera. E ti posso garantire che il Milan di una volta, quello proveniente da 44 anni senza scudetti, pur risultando il primo club italiano a vincere una Coppa dei Campioni, non sognava neppure il blasone mondiale di cui gode oggi, esclusiva di una ridottissima manciata di club. Forse di due soltanto.
Negli ultimi anni tutto questo sembra mancare. Ci si muove in maniera scomposta sul mercato, il settore giovanile è allo sbando, si perdono le bandiere. Sono anch'io convinto che prima o poi torneremo ad avere una squadra fra le più forti al mondo (non rimpiango certo il periodo di Farina. Lo cito per dimostrare che si può risalire dopo aver toccato il fondo), ma dubito che questo possa accadere se non verrà cambiato un nucleo dirigenziale che ha detto tutto quello che doveva dire e fatto tutto quello che doveva fare. E personalmente gli sarò riconoscente per questo.
Se le energie finanziarie e mentali non ci sono più, sono d'accordo anch'io sul fatto che bisognerà cambiare la struttura dirigenziale, se non la proprietà. D'altro canto la carta d'identità parla chiarissimo: Galliani ha 65 anni, non può continuare a lungo a gestire una squadra di calcio. Tuttavia, prima di emettere questa sentenza, aspetterei qualcosina in più di 18 mesi dall'ultimo trofeo. E non può certo essere la vendita di Kakà a farmi cambiare idea, specie mentre un club assai più danaroso cede un giocatore più giovane e più forte di lui.
Ti perdono la bestemmia solo perché sei un pischello.
Il Milan è sempre stato il Milan, non "una grande squadra qualsiasi".
Vedi sopra. Comunque temo tu abbia capito qualcosa di diverso da quel che intendevo.