Allora, questo è per rispondere all’amico Answer che si diletta in tali questioni. Ci avvaliamo di immortali studi di radice ebraica (si parte dal principio no?) e di qualche stimato biblista in tanti dialoghi telematici. Oltre che a quella rottura di palle del mio prof. di Ebraismo.
Qual è il significato del termine ELOHIM?Biglino li descrive come esseri che volevano e vogliono il dominio sulla terra. Per lo meno è quello che ne scaturisce dalla sua interpretazione della Bibbia, il fatto che anticamente non si usava mettere le consonanti ha fatto si' che ognuno interpretasse un po' a suo modo.
Chiariamo un concetto sin da subito: non esistono gli elohim al plurale, se non nella fantasia di Biglino.
Basta prendere una vera grammatica ebraica o si possono leggere le infinite spiegazioni che abbiamo dato sui plurali di indefinibilità e di astrazione in ebraico, per capire che questi scoop sensazionalistici possono colpire solo gli sprovveduti e i completi ignoranti in ebraico.
Il problema è anzitutto puramente grammaticale. La non vocalizzazione evocata nei suoi libri non c'entra nulla. Inoltre per capire un passo biblico non si può prescindere dalla tradizione ebraica scritta e orale che insegna come una certa espressione o parola, vada compresa in funzione di un certo uso e in una certa epoca, biblica, profetica, talmudica, mishnica, medievale ecc. Vanno guardate le corrispondenze e le ricorrenze.
Elohim è: o il plurale di Eloha o il suo superlativo. Eloha viene dalla radice
alah(~giuramento) e significa Giudice. Tradurre letteralmente il suo superlativo indefinito in italiano è impossibile perchè in italiano non esiste questa forma. Per rendere un pensiero simile a quello espresso in ebraico diremo in italiano: Giudice Supremo .
Quando invece è un plurale significa semplicemente: Giudici, legislatori, governatori.
Es. : Tamim(integro, perfetto, Genesi 6:9) che è superlativo indefinito di tam(Genesi 25:27).
Poi fanno parte della stessa specie i seguenti termini:
haiim
panim
zhekunim
sanverim
zhenunim
rahhamim
shammaim
maim
iamim
damime sono tutti presenti nel sefer Bereshit.
Hanno sempre il verbo al plurale ma se si traducono in italiano si rendono al singolare.
Infatti non si dirà "
le vecchiaie" per tradurre "zekunim", e neanche "
i sangui" per tradurre "damim".
Nel caso di "elohim" si traduce sempre al singolare se il verbo che lo accompagna è singolare e nel Tanach, ogni volta che il termine si riferisce a DIO IL VERBO è SEMPRE SINGOLARE ed in questo caso è IL PLURALE DI ASTRAZIONE O PLURALE DI INDEFINIBILITA' o se vogliamo, SUPERLATIVO INDEFINITO.
Nel Tanach si trova il plurale di "eloha" "elohim ", con verbo o aggettivo al plurale, quando non è riferito a DIO, per esempio "elohim acherim" nel senso di "divinità straniere" oppure " elohim tzadikim" "giudici giusti".
Allora se "elohim " è plurale e indica molti dei, perchè in genesi "Bereshit barà Elohim" il verbo "BARA'" è al singolare "creò" e non "BARU' "crearono" e altrove tutti gli altri verbi, sempre quando il termine è riferito a DIO, sono al singolare come per esempio "ELOHIMNATAN (diede ) e non NATNU' (diedero), YATZA' (fece uscire) e non YATZU', "TZIVA'(comandò e non TZIVU'), VAIKRA' (chiamò) e non VAIKRU' , NISHBA' (promise) e non NISHBU' , "VAIDABER" (parlò e non VAIDBRU', VAIOMER (disse) e non "VAIOMERU'" ecc.
Grammaticalmente parlando non c'è assolutamente posto per interpretare la creazione biblica come svolta da una pluralità. Chi si ostina a dire che "Elohim" è un termine plurale è segno che non conosce bene l'ebraico. Il numero in ebraico non è come nelle lingue moderne. Abbiamo anche situazioni inverse ove un termine apparentemente singolare è invece un plurale
Piuttosto che voler difendere il monoteismo, problema che l'ebreo non si pone nemmeno, è il contrario: è l'uso, da parte dei gentili, della grammatica ebraica a proprio piacimento e non conoscendo la lingua, per portare avanti teorie di comodo o che giustifichino le loro teologie.
Poi, ognuno può restare delle idee che più gli aggradano e che più fanno piacere, non è un problema.
Non vi è errore più grande, inoltre, dell'estrapolare parole o frasi dal loro contesto e tradurle a proprio piacimento, stravolgendone il senso o peggio, cambiando radicalmente il significato.
Agli ebrei non interessa convincere nessuno, né interessa spiegare le cose ha chi ha già un'idea preconcetta, Ma se parliamo di grammatica ebraica, allora lì ci sono regole ben precise che non possono essere ignorate.
Ancora, per precisare: che il termine Elohim sia un singolare non ha bisogno di dimostrazioni come queste perchè, come detto prima sono i verbi e il resto della struttura grammaticale a renderlo noto senza dubbio alcuno. Pensiamo al “facciamo” al principio di Genesi.
Il testo dice: "
wayomer Elohim" con il verbo al singolare. Il "facciamo" non ha lettura univoca, il testo è leggibile "
na'assà" (=fu fatto) oltre che "
na'assè" (facciamo, faremo). il "
fu fatto" si adatta meglio con il contesto, la consueta lettura deriva da una difficoltà di intendere il suffisso "
nu" di "
bezalmenu" e "
kedmutenu".
Il "facciamo" comunque nell'Ebraismo non ha mai presentato difficoltà teologiche, ne ha mai minato il monoteismo ebraico che rimane assoluto da ora e per sempre. Ogni speculazione per cercare di tentare di dimostrare il contrario con un breve esame si rivelerà vuota e spesso dettata dall'ignoranza.
Il "facciamo" è riferito alla donazione dell'anima ad ogni nascituro. L'Ebraismo spiega che tre sono i soci per mettere al mondo una persona umana: Dio, il padre e la madre; ed il verso in questione sottolinea proprio questo fatto: maschio e femmina li creò. Il "facciamo" (più propriamente "faremo") è la creazione dell'anima, il comando divino per il corpo fu dato nel verso precedente insieme alla creazione di tutti gli animali. Il corpo dell'uomo è come quello degli altri animali, la differenza sta nell'anima, la ragione, che lo rende re e creatore.
"
Poi il Signore disse: «Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male " . (Gen 2,22)
Il "
noi" qui è solo apparente, il testo usa il verbo "
haiàh" (=fu) ed è riferito alla condizione di scelta cui fu messo l'uomo nella prova dell'Eden. Una delle interpretazioni di "
keechad mimmennu" del testo (tradotto impropriamente con "come uno di noi" ma in italiano si rende così) è infatti: "
come uno di lui" ovvero come una delle due condizioni di scelta cui fu messo.
E la resa in quanto superlativo? La verità va cercata, appunto, nella grammatica. Il superlativo assoluto in ebraico è composto di un termine singolare seguito da un termine plurale:
es.
hevel havalim(vanitosissimo),
kodesh kodashim(santissimo)
Elohe haElohim, questo è il superlativo assoluto del superlativo indefinito. In Deuteronomio 10:17 si trova, oltre a quella anche quest'altra: Adone haAdonim. Se si legge bene l'intera frase allora puoi notare l'uso degli altri termini come
El(singolare) e
Elohechem(forma composta dal superlativo indefinito singolare Elohim ). Riporto tutta ma metto sotto spoiler visto che è roba tecnica e magari appesantisce il discorso. Gli asterischi sono il tetragramma, rispettando il testo da cui è tratto:
ki **** Elohechem,
hu(=Lui, singolare)
Elohe haElohim vaAdone haAdonim,
haEl(El=Dio,singolare lett.Colui che detiene le forze, di radice ul=forza)
haGadol,haGhibbor,vehaNorah (tutti e tre aggettivi al singolare)
asher lo issà panim velo ikach shochad( notare i verbi tutti al singolare).
Poi per quanto riguarda un'altra forma ebraica simile al plurale maiestatico il "ribbui shel ribbonut" vedi in Malachia 1:6 :
dove dice: ben ichabed av, veEved Adonav= il figlio onorerà il padre e il servo il suo padrone, anche qui si può pensare che è un plurale perchè "adonav" significa anche "suoi padroni", ma invece è un singolare(suo padrone). Vedi infatti come continua poi la frase nella seconda parte: veim Adonim Ani= ..e se Io sono Signore...
Usa la forma plurale (Adonim) di Adon=Signore che in questo caso prende il nome di: ribbui shel ribbonut.
Come si vede, in Ebraico, questa forma, simile al plurale maiestatico ha il plurale, sia nella parte da narratore sia in prima persona. Se questa forma, della parte da narratore, è stata interpretata come plurale maiestatico, allora bisogna ammettere che in ebraico il plurale maiestatico non sta solo nella prima persona, ma anche nella terza.
Il termine Elohim però non centra col "ribbui shel ribbonut", ne col plurale maiestatico è invece un "ribbui shel haflagà", il suffisso del superlativo e dunque: un SINGOLARE. Un superlativo indefinito che esprime concetti indefinibili come Dio, sono analogamente concetti indefinibili: il cielo, ebr. Shammaim, maim(acqua), haiim(vita), tamim(perfetto) etc.
Quindi, fin qui: il termine Elohim può essere tutte e due le cose, sia plurale, che singolare, dipende dai verbi e dal contesto in cui è inserito: se il verbo e il resto della struttura grammaticale sono al singolare allora il termine è il superlativo di Eloha e pertanto singolare; se invece la struttura è plurale allora il termine è il plurale di Eloha. Forse potrà aiutare questo esempio a capire questo concetto: in Italiano i termini astratti Verità e realtà sono singolari e plurali, ma solo se inseriti in una frase si può identificarne il numero, esempio:
"
La verità è una sola"
(verbo e articolo al singolare = "verità" è un singolare)
"
Le verità sono tante"
(verbo e articolo al plurale= "verità" è un plurale"
L'uso della terza persona va contro la regola grammaticale che dice che il narratore non può usare il plurale maiestatico (vedi Genesi 1:1) , tutte le traduzioni in lingua moderna (tranne l’edizione della MARIETTI – 1954, che non traduce, ma si limita a riportare il termine ebraico), traducono al singolare. In altre parole, si ostinano nel sostenere che ט un PLURALE DI MAESTA' ma lo omettono nella traduzione, che riporta sempre e comunque il termine al SINGOLARE.
Il fatto che le traduzioni italiane traducano al singolare non è solo perché identificano il termine come un plurale maiestatico, ma anche e soprattutto a motivo dei verbi usati. Esempio: Il testo di Gen 1:1 dice "
Bereshit barà Elohim" e non "
Bereshit barù haElohim". Il testo riporta
Barà= creò (al singolare), non
barù(al plurale) e il termine Elohim senza l'articolo determinativo. Se fosse un plurale cambierebbe tutta la struttura della frase. La grammatica è grammatica.
La questione della VARIABILITÀ VOCALICA al testo ebraico tirata spesso in ballo da Biglino, è totalmente arbitraria e surreale.
La possibilità di cambiare senso ad una parola ebraica con il cambiare le vocali può valere SOLO per rarissime parole e non per un INTERO TESTO, e anche nel caso di un cambio vocalico di una singola parola, resta di fatto che essa non sarebbe in grado di trasformare il messaggio principale di tutto il testo biblico, cioè con l'eventualità di un cambio vocalico di un singolo termine ebraico, non si riuscirebbe comunque a trasformare il messaggio CREATIVO E DIVINO (per carità, di natura fideistica ma qui non entro) in un messaggio ALIENO o di mortali EXTRATERRESTRI come ipotizzato da Biglino e compagnia bella.
Si tenga conto che avversa alle conclusioni ufologiche basate ormai sull' abusata questione della variabilità vocalica del significato del testo biblico ebraico, esistono traduzioni in altre lingue fatte dagli ebrei stessi a partire dal 3º secolo a.C. come la LXX greca nella quale si evince che ben MILLE anni PRIMA della fissazione vocalica da parte dei masoreti, il SIGNIFICATO del testo biblico ebraico era ben definito e PRATICAMENTE UGUALE A QUELLO ATTUALE EBRAICO VOCALIZZATO, e che anche nel testo ebraico stesso di allora, esso aveva le parole CHIARAMENTE BEN SEPARATE, e quindi ben definite come SIGNIFICATO le une dalle altre, e non come erroneamente pretendono alcuni mal informati che dicono che prima della VOCALIZZAZIONE masoretica del 700 o 800 d.C., il testo ebraico era scritto con "SCRIPTA CONTINUA", cioè senza distinzione tra parole e per cui si poteva separare le parole a piacimento e a scopo personale, cosa che invece dai documenti di Qumran (3º sec. a.C.- 70 d.C.) viene assolutamente confutata.
Infatti già da questi testi scritti ben 1000 anni PRIMA della vocalizzazione masoretica, essi risultano scritti con parole ben definite e SEPARATE le une dalle altre, proprio come avviene con il testo ebraico attuale.
Quindi non è possibile nessuna fantasiosa teoria di un significato differente del testo ebraico, dovuto ad una fantomatica variazione delle vocali nel testo, indizio della loro appartenenza a un linguaggio alieno comune (??)
Per quanto riguarda la possibilità di tradurre Elohim con un termine che rasenta una pluralità come "GRUPPO", è assolutamente discutibile per non dire errata.
Infatti non si capisce PERCHÉ in tutti quei casi in cui ELOHIM si riferisce, chiaramente ad UN GRUPPO, cioé ad una UNITÀ COLLETTIVA come quella di fasi déi o un gruppo di giudici terreni, angeli (messaggeri) celesti
(cherubini e serafini) e angeli - messaggeri terrestri ecc, il verbo NON RIMANE SINGOLARE per indicare il SINGOLO "GRUPPO" elohim, ma compaiono verbi e aggettivi al PLURALE EFFETTIVO.
Per quanto riguarda la difficoltà nel capire perché coloro che appartenevano al popolo di YHWH avessero scelto di seguire dei falsi déi, se non esistevano realmente, questo è verosimile se si tiene conto che YHWH non viveva e si manifestava visibilmente con gli israeliti 24 ore su 24, per cui la sete umana di farsi un oggetto VISIBILE della divinità era FORTE e molti vi cadevano; un esempio emblematico di tale atteggiamento è il vitello d'oro che gli israeliti si costruirono per dissetare il loro desiderio carnale di un dio visibile, visto che per un periodo lungo, ne di YHWH, ne di Mosè, che era salito sul monte santo, non si sapesse più nulla.
In ultima analisi, che ELOHIM riferito a YHWH, non possa indicare una PLURALITÀ EFFETTIVA di altri DÉI, non solo lo si evince dalla questione filologica e grammaticale dei verbi e aggettivi al SINGOLARE adiacenti ad ELOHIM, e dal fatto, come già indicato, che altri termini con desinenza in (...IM) siano tutti al SINGOLARE come la lista sopra e sono tutti termini presenti nel libro del Genesi, ma ANCHE da una esplicita dichiarazione TESTUALE e CONTESTUALE che YHWH è il SOLO ad aver creato tutto, e SENZA CHE ESISTESSE NESSUN ALTRO DIO ACCANTO A SE. Infatti benché anche di Mosè si dice che era "elohim" con verbi al SINGOLARE, questo non indica affatto che Mosè fosse UNA PLURALITÀ DI DÈI Mosè era uno soltanto, ma questo termine "elohim" riferito a creature non indica affatto che Mosè fosse per natura VERO Dio ma solo un RAPPRESENTANTE del UNICO E SOLO VERO Dio YHWH, infatti solo di YHWH è scritto :
"
TU SOLO SEI DIO!"
SALMO 86:10 ( testo CEI = Salmo 85:10 )
"
poiché tu sei grande e operi meraviglie; TU SOLO SEI DIO".
Si confronti:
DEUTERONOMIO 6:4 "
Ascolta Israele: YHWH il nostro ELOHIM, È UN SOLO YHWH.
1RE 8:60 "
affinché tutti i popoli della terra riconoscano che YHWH È DIO E NON CE N'È ALCUN ALTRO".
DEUTERONOMIO 32:39 "
Ora vedete che Io SOLO SONO DIO e che NON ESISTE ALTRO DIO ACCANTO A ME..."ISAIA 43:10 "
...Prima di me NESSUN DIO fu formato, e DOPO di me NON VE NE SARÀ NESSUNO";
ISAIA 44:6 "
...Io sono il primo e sono l'ultimo, E FUORI DI ME NON ESISTE DIO".
ISAIA 44:24 "
così parla YHWH, il tuo Redentore, colui che ti ha formato fin dal seno materno: << io sono YHWH che ha fatto tutte le cose; IO SOLO ho spiegato i cieli e ho disteso la terra, SENZA CHE VI FOSSE NESSUNO CON ME".
ISAIA 45:5-6 "
io sono YHWH E NON CE N'È ALCUN ALTRO; FUORI DI ME NON C'È ALTRO DIO! Io ti ho preparato sebbene non mi conoscessi perché da oriente a occidente si riconosca che NON C'È ALTRO DIO ALL'INFUORI DI ME; io sono YHWH e NON CE N'È ALCUN ALTRO ".
ISAIA 45:21-22 "
Proclamatelo, fateli avvicinare,[...]Non sono forse io YHWH? FUORI DI ME NON C'É ALTRO DIO, Dio giusto, e non c'é savatore fuori di me. Volgetevi a me e siate salvati [...] Poiché IO SONO DIO, E NON CE N'È ALCUN ALTRO.".
SALMO 86:10 ( testo CEI = Salmo 85:10 )
"
poiché tu sei grande e operi meraviglie; TU SOLO SEI DIO".
Con tutte le regole grammaticali finora esposte ben presenti e coerenti.
GLI ALTRI "elohim" descritti nella Bibbia, sono solo RAPPRESENTANTI dell'unico e vero ELOHIM YHVH, cioé i giudici umani di Israele o rappresentanti o messaggeri spirituali di Dio cioé ANGELI, CHERUBINI, SERAFINI, mentre in altri contesti, con "elohim" si indicano IRONICAMENTE o SPREGIATIVAMENTE i falsi déi sia di metallo che di pietra o legno, ma altre volte "elohim" è riferito sempre e solo IRONICAMENTE o SPREGIATIVAMENTE agli uomini che presumono un indebito riconoscimento divino come gli imperatori Nabucodonosor, Cesare ecc., cosa che biblicamente spetta solo a YHWH.
Sono tutte trasformazioni cultuali di un popolo che, arrivato in una nuova terra, deve riconoscere il proprio Dio rivelatosi, prima come MONOLATRIA e poi come UNICO DIO. Quell'unico Dio che in una forma non rivelata si proponeva ai popoli della terra di Canaan nelle più disparate forme.
Di tanti e vigorosi attacchi portati alle religioni da parte di studi non confessionali nel corso dei secoli (penso soprattutto alla Old e New Quest cristologiche), le teorie di Biglino non destato preoccupazione né scalpore in ambito accademico proprio a causa della profonda infondatezza di alcune revisioni di schemi traduttivi ormai acclarati ed assorbiti da tempo anche da chi religioso non è.