Si potrebbe aggiungere il
maschicidio come aggravante uguale e opposta.
Non ci vedrei nulla di strano: a questo servono le aggravanti, anche in altri ambiti: specificare un elemento di dolo in più (concreto rispetto alla vittima, ma anche simbolico in riferimento a un paradigma culturale).
Non esiste un dibattito sul maschicidio perché i casi saranno, sparo, 1:1000?
Forse meno.
... Ma dai tempo a certe lesbo-femministe incarognite di sentirsi sufficientemente forti

(e con questa battuta spero di aver anche chiarito la mia posizione tutt'altro che polarizzata e "radical chic" sulla faccenda

)
P.S. grazie a
@Yoshi che apporta ottimi argomenti, tutti più che condivisibili. E anche a
@piwi.
@Ivan F. &
@Red Alex : sì, bilanciare costi e benefici ha la sua importanza. Come evitare di auspicare imposizioni dall'alto divisive.
Per questo, riprendendo il discorso di Yoshi poco sopra, quando affronto questi argomenti specifico sempre che accogliere con apertura mentale alcune libere pratiche autonome (nonché libero dibattito su di esse) non vuol dire mettere una croce SI/NO su un cambiamento linguistico-culturale immediato. Non siamo chiamati a votare nessuna fantomatica legge.
C'è chi sente il bisogno di usare la Scevà, chi l'asterisco, e nel farlo non fa torto a nessuno. Applica, appunto, un bisogno. Più che legittimo.
Di converso, chi si indigna per la sua mancata applicazione da parte di tutti, qui e ora, per me rimane un cretino. Ma sono frange estreme, estremamente minoritarie eppure amplificate nella percezione collettiva da una certa narrazione di destra populista.
Mi sembra che entrambi non abbiate coscienza di questo scarto quantitativo, o fingiate di non averne, ed è un gran peccato.
P.P.S la scevà è scomoda, più che altro da scrivere. La difficoltà di lettura è invece solo un fattore temporaneo, imho. Novità = maggiore difficoltà.
Tempo al tempo, e alle tastiere di renderla raggiungibile, potrebbe diventare una norma consolidata. Vedremo.
A me non fa impazzire, ma se leggeste l'articolo che ho linkato in precedenza, scoprireste per tramite di linguista competente che è effettivamente il carattere fonetico usato in diversi dialetti del meridione d'italia per terminare i nomi indiffirentemente dal genere (scugnizza/o si pronuncia in ugual modo che sia maschile o femminile, con la scevà appunto).
Questo molto prima, sia sul piano temporale che su quello identitario, della decodifica dell'Italiano burocratico, massificato, maggioritario, normalizzato.
Questo non rende certo la scevà automaticamente più funzionale, ma mi sembra almeno interessante e rilevante da un punto di vista culturale.
L'asterisco è più funzionale, ma non ha pronuncia alcuna. Non mi fa impazzire neanche questo.
Rispetto chi lo usa, però, se non mi impone a mia volta di usarlo.
Personalmente, un po' per scherzo e un po' sul serio, ogni tanto scrivo i plurali neutri con entrambe le vocali appaiate (es: carei ragazzei).
E' una soluzione tutta mia che trovo funzionale e anche "divertente". Non faccio parte di nessun collettivo femminista al momento, però, quindi dubito di avere la capacità penetrativa (ehr) perchè si diffonda ^__^