Nei giorni scorsi è stato pubblicato il protocollo sanitario per la ripresa dei campionati, lo trovate qui e qui.
A una prima rapida occhiata, qualcosa mi dice che sarà ben difficile che la stagione si possa effettivamente giocare fino alla fine. Per esempio, se dopo la ripresa dovesse comparire un positivo accadrebbe questo:
- isolamento fiduciario con sorveglianza attiva;
- ripristinare tutte le misure più «rigide» di distanziamento e sospendere temporaneamente gli allenamenti di gruppo fino alla ripetizione dei test molecolari rapidi (2 test a 24 di distanza) e sierologici e verificare la loro negatività. I test sierologici saranno ripetuti entro 5-7 giorni;
- la pulizia e la sanificazione dei locali secondo le disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute, nonché alla loro ventilazione, dandone tempestiva comunicazione al datore di lavoro, all’RSPP e al Medico competente.
Non seguo molto in questi giorni, comunque domenica sera a Sky Calcio Club, parlavano di due mesi di ritiro, da inizio preparazione fino al termine del campionato, senza possibilità di contatto con l'esterno. Il ritiro sarebbe per la prima squadra, lo staff e i giocatori della primavera per i rincalzi.
Quante persone muove ciascuna squadra, tra giocatori, staff tecnico e personale di supporto? E' molto ottimistico pensare che non spuntino fuori dei positivi, bloccando nuovamente tutto. A quel punto, quali saranno le regole relative a una nuova sospensione, presumibilmente definitiva? Ormai la scusa dell'evento imprevisto è venuta meno, la FIGC deve dichiarare adesso come determinerà gli esiti dei campionati in caso di blocco definitivo delle partite.
Gravina l'ha detto anche da Fazio, la FIGC vuole concludere in un modo o nell'altro il campionato, perché pare ci siano già alcune squadre sul piede di guerra (Lazio?), pronte a far causa alla federazione, in caso di annullamento.