Discussione molto interessante, devo dire di trovarmi in accordo o meno coi diversi utenti in base a un misto di aspettative/esperienze pregresse/esperienze maturate.
Quando voi filosofi del bel gaming

snobbavate AC c'è chi non ha mai mollato e chi ha vissuto ogni cambiamento del franchise anno dopo con gioie e dolori.

Adesso che da Origins l'impostazione è cambiata AC è diventato un oggetto di bel gioco, level design magistrale e fondamentali del gameplay degni.
Per me, da amante storico delle serie, questo non è mai veramente avvenuto.
Con onestà intellettuale ecco la mia votazione dei TFP Awards 2017:

ossia candidato ma non vincente della Delusione dell'Anno. Coerentemente con le mie idee.
"Ma come, ti sei sucato AC3, AC Syndicate e compagnia stealthante e questo ti ha deluso?"Sì, perché Origins è davvero la concretizzazione del "
cambiare tutto affinché non cambi nulla".
Dopo 10 anni a prendersi gli insulti sulla qualità scadente del gameplay, sul fatto che sia un gioco massificato, serie-regina del "non-gioco" e rappresentante drammatico del open world come categoria ludica del non-senso videoludico, quello che mi attendo da due anni di pausa è una RADICALE RIVISITAZIONE DEI COSTRUTTI LUDICI ADATTA A TOGLIERSI DA QUESTA SITUAZIONE.
Che non ci sono stati, proprio per niente, in tutti quei campi che attengono alla qualità stessa del videogiocare.
Sono anch'io felice che Origins abbia un mondo stupendo e sterminato ma non è che la saga prima difettasse in bellezza ambientale, semplicemente non aveva questo motore grafico.
Sono grato della storia appassionante di Bayek ma le storie degli AC sono sempre stare motivo di coinvolgimento e interesse, più o meno coerente con l'epoca.
Questo non è mai stato in discussione e questo non doveva cambiare. Ed era un valore anche prima, misconosciuto dai più. Tombe, parti archeologiche-storiche. esplorazione, stupore: c'erano già. Ora le vedi applicate un OW radicale.
Poi la differenza sta nel gradimento personale ma questo è un fattore imponderabile.
A cambiare doveva essere altro e non è avvenuto.
1) Cosa me ne faccio di un combat che mutua male Dark Souls e convive con sporcizie e idiozie di ogni genere? Allora mi tenevo il Batman del poveri con la contromossa su tasto, almeno era coreografico. E che si banalizza dopo poche ore, presentandosi identico a se stesso fino alla nausea.
2) Cosa mi fa uno stealth a tutto campo dove non pago le conseguenze del mio agire in modo incontrollato? Ammazzi 2-3 guardie non visto , sei rapido e veloce ma tanto se ti vedono sticazzi, di metti a combattere e ammucchi cadaveri. Ripetere 1000x, sempre uguale. La sincronizzazione serviva a questo in passato e un AC da finire con sincronizzazione al 100% non era forze così rapido e veloce ma aveva più spessore. Per gli interessati.
Oh intendiamoci, divertente e molto. Quello conta. Ma di raffinatezza videoludica io non scorgo niente.
3)Unita a questo cosa qui, un'AI da capre che non è una sfida nel caso del combat totalmente sbilanciato e diventa ridicola al momento dello stealth poiché non punitivo.
Quando si rifletteva sul cambiamento di AC ci si riferiva a questo? Non credo.
Ac, conosciuto per la sua mediocrità ha perpetuato i suoi difetti, in una forma diversa. Dopo 10 anni questo doveva cambiare, che tanto lo so che le piramidi me sai fare bene così come lo era Notre Dame o il Colosseo prima.
Questo per dire non che mi faccia schifo ma che è sempre quel caro, benedetto AC che è mediocre da giocare e che è affascinante da visitare, con in più il boost delle nuove tecnologie. Per cui non ho mai capito il plauso rispetto a quello che sarebbe cambiato, accresciuto e migliorato sul piano sostanziale e non formale.
Per me, la gente, ha solo iniziato a capire come approcciare un open world con libertà totale, il vero pregio di AC.
E se ve lo dice uno che la saga l'ha sempre difesa e che vede nella cultura egizia, greca e romana il suo massimo soggettivo concepibile beh, un motivo ci sarà.
Questo riferito anche a Odyssey che, togliendo da una parte e mettendo dall'altra, migliorando quello e peggiorando altro, condivide lo stesso destino.