Ero in giro, incrocio un negozietto di videogiochi, di quelli ormai rarissimi, il cui orologio è fermo ad un'imprecisata ora del tardo pomeriggio del '99.
Mi sono detto: «Bloodborne, no. Mi ero promesso di non prenderlo ora. Sono scarso. Troppo scarso. Non posso rischiare di buttare 70 carte così.»
Svolto l'angolo e trovo incredibilmente un parcheggio. Freno a mano. Mi dico «Cazzo se sono stronzo, entro e chiedo di Bloodborne, facendo finta di nulla. Se me lo vendono vuol dire che è destino. Altrimenti lo compro dall' Amico a 20 euro».
Che destino di merda, il mio.
Entro.
Negozio che se ci fossi capitato tipo a 12 anni sarei uscito fuori di capoccia per la roba che c'era: sembrava fermo tra fine anni '90 e i primi 2000.
Vado in fondo, vicino al bancone che s'intravedeva nell'angolo.
Il ragazzo: «Buonasera»
Io: «Salve, ha Bloodborne?»
Lui: «Certo! Sono 69,90».
[...]
Esco dal negozio, con il sacchetto in mano.
Non ancora inizio il gioco che già mi sento un po' frustrato. Frustrato ma felice. Come un marmocchio.
Ah Tfpers, quanto mi costate...