Appena reduce dalla combo di demo Strider e LOS2. Mi è passata la voglia di vivere, onesto.
Al di là degli aspetti prettamente ludici, è l’estetica che mi fa cadere le braccia, in entrambi i casi. Credo che ci voglia un’abilità fuori dal comune per riuscire a ignorare totalmente il design dei giochi ispiratori (ricco di personalità e di spunti fecondi, tra l’altro) e, allo stesso tempo, proporre qualcosa di così anonimo, asettico, quando non derivativo nella maniera più becera. Questa gente deve avere una laurea ad honorem in NON-graphic-design.
Già il copiaincolla spregiudicato di LOS mi aveva lasciato assai perplesso e ora mi vedo pure i Titan del Warhammer buttati nella mischia, tanto tutto fa spettacolo. Cioè, comincio a rimpiangere gli ultimi episodi di Silent Hill, che, con tutti i loro limiti, almeno conservavano i punti cardine della poetica visiva propria della serie. Tecnicamente LOS2 sembra bello, beninteso, però a me risulta solo pomposo, senz’anima.
Il gameplay, per quel poco che è mostrato, si muove su stilemi collaudatissimi, di conseguenza si lascia giocare per inerzia, offrendo il minimo sindacale di sollazzo. Poi, dopo un furioso button mashing per sfuggire al nemico più pericoloso della demo (ovvero le cut scenes, da sconfiggere con la combo “Questa sequenza può essere saltata, la vuoi saltare?, Sì”), si arriva al Titan del Warhammer… di LEGNO, in tutti i sensi. Così, anche le più modeste aspettative subiscono un duro colpo.
Non avevo pretese, eh, mi bastava un “buon gioco medio”, ché mi sono dedicato al solo retrogaming per un paio di mesi abbondanti e il miglior modo per re-interfacciarsi con il presente è iniziare ex novo un titolo “onesto”, per poi passare al backlog e/o a roba di maggior interesse. Ma dopo la bordata della demo e le recensioni assai stroncanti, mi sa che lascio perdere.
Spero comunque che, dopo questa performance, a Cox e soci tolgano il reboot Contra, seriously.