A me il paragone sembra azzeccato perchè ci potremo anche lamentare della mancanza di trama di Sucker Punch, ma a chiedere a molti quale sia quella della favola di Carrol non è che si otterrebbero facce meno perplesse, magari solo più imbarazzate
Temo di aver innescato un misunderstanding ^__^. La dichiarazione di Snyder che ho tirato in ballo mi è parsa un modo sintetico utilizzato dal regista per far capire in soldoni cosa ci si deve aspettare dal film. Sono d’accordo con te sul parallelismo tra
Sucker Punch e
Alice in Wonderland, sia dal punto di vista dell’approccio, sia sotto il profilo del ‘significato’ intrinseco. Del resto, considero pure l’opera di Carrol come “un inno tutto personale e tutt’altro che banale alla fantasia come prezioso propellente per affrontare la vita”, così come lo sono anche
Il Mago di Oz o
La Storia Infinita (il romanzo di Ende, intendo, non quella baracconata invecchiata malissimo dell’adattamento filmico). In quella parte del mio intervento volevo solo sottolineare come
Sucker Punch non sia un’opera di mera derivazione carroliana, ma un prodotto che, soprattutto se recepito nell’ottica di una lettura emozionale (l’unica possibile?), si sviluppa in maniera assai personale
.
eravamo in 10 a vederlo divisi in questo modo: 9 merda, 1 "9 e mezzo capolavoro".
A questo punto, si vede che nove persone su dieci controllano la lista degli achievment|trofei prima di iniziare la first run a un videogioco
.
Scherzi a parte
, essendo
Sucker Punch un film molto personale, mi pare del tutto comprensibile che ci siano forti oscillazioni di gradimento tra persona e persona, dovute ai differenti tipi di sensibilità|gusto degli osservatori
.
Trovo solo un pochino stiracchiati i raffronti, seppur moderati, invero, con
Shutter Island e
Scott Pilgrim. Con il primo
Sucker Punch condivide appena il contesto ambientale del centro di cura mentale e l’ombra della lobotomia, ma, nella pellicola di Snyder, questi elementi sono utilizzati quali mero pretesto per dare un setting e innescare i pochissimi elementi logici della trama, rivelandosi del tutto marginali alla polpa del film (tanto che, senza spoilerare, essi vengono chiamati in causa veramente poco de facto).
Scott Pilgrim, invece, si concentra molto su un momento ben definito della vita, l’adolescenza, modulando attorno a questo tema la forma e i contenuti in maniera molto specifica (complice anche il comic originale, ovviamente).
Sucker Punch, invece, mi sembra trattare il rapporto fantasia-vita in modo assai più generale, nonché malleabile, dove l’età delle protagoniste è, anche in questo caso, un mero pretesto e il film può produrre un impatto emotivo indipendente dal riferimento anagrafico
.
qui in usa bombardano di pubblicita' a manetta.
sembra una terronata senza domani, quindi lo guardero' sicuramente, che' devo riprendermi da Black Swan
Occhio che partendo da questi presupposti puoi rimanere veramente deluso! Sono il primo qui dentro (o il secondo, dipende dalla velocità dell’
Amico, ma son questioni di fotofinish
) a dire “il film è bello perché trashosissimo!” quando capita. Ma questo non è il caso di
Sucker Punch, fidati, la battaglia si consuma proprio su un altro campo stilistico. Purtroppo, il problema è che il trailer è stato montato ad arte per attirare quanta più gente possibile, con la promessa di un film cafone, easy atque caciarone (come è accaduto con la presentazione di
Kick Ass, per capirci). Non è un caso che ieri in sala ci fossero anche una manciata di padri con i rispettivi pargoli in età da seconda/terza elementare e almeno un paio di questi se ne siano andati dopo i primi QUINDICI minuti di film.