Beh applausi a scena aperta all'analisi di Gladiatore.. che molto mi ha ricordato Abiusi in certi passaggi, anche se con i piedi per terra, cerca di pubblicarla anche da qualche altra parte.
Oddio, forse troppo generoso in generale, in linea di massima abbiamo materiale validissimo ma che non viene sviluppato a dovere.
Come se ci fosse una vocina "eddai, facciamo il seguito se va bene, mica dobbiamo investire tempo e risorse per renderlo più complesso e sputtanare soldi?".
Sì dai, manca qualcosa: perché se il raffronto banale a cui si deve sottoporre Shadows of the Damned è quello con Resident Evil 4, io devo tirare indietro ciò che avevo detto iniziandolo, viste le premesse, ossia che questo titolo è l'evoluzione di Resident Evil 4. Assolutamente no. Si tratta di un innesto che probabilmente darà vita ad altro.
Come si fa a mettere sullo stesso piano la varietà e l'intesità di situazioni di RE4 con Shadows of the Damned? Non si può. Eppure hai un gameplay per molti versi superiore; purtroppo un game design che non si spreca. Affatto. A parte i già citati scontri con i boss, che del resto non sono molti e danno quello che devono dare. A me ha fatto come l'impressione che dopo il primo atto (Atto 2, insomma), qualcosa ha dovuto far restringere il progetto rispetto a quello che era e poteva essere in origine.
Un esempio solo: l'altro cacciatore di taglie. E se si fosse alleato a noi? Una figura così tratteggiata, perché inserirla per così poco? Non torna qualcosa. E questo appunto è solo uno degli espempi. Che dire dei cartelli dei gironi infernali? Troppa poca carne al fuoco, dai. E lo shooter 2D? Perché ricorrente, boss compreso? E il big boner? Poteva essere qualcosa di più no? Io vedo chiaramente la volontà di ripiegare e restringere diverse situazioni di gioco, fino al gioco stesso.
Ovviamente non si può non menzionare l'immaginario: facile vedere Mikami al game design (che non brilla certo di grande inventiva per quanto riguarda storia e setting) e Suda appunto come story writer. Ma più che la storia, che è un misto di cliché interpretati in chiave ironica e originale, si ha a che fare con uno scenario che ha veramente colpito nella sua interezza e logica.
Si ha la sensazione che tutto questo sia già esistito, da qualche parte, e tutte le stranezze di SotD non sembrano tali. Di materiale su cui sviluppare un grandissimo gioco ce n'era. Peccato che non si stato fatto.
Un gioco davvero ridotto all'osso in termini di level design; ma intellettualmente superiore sia per gameplay che per immaginario, entrambi poco sviluppati, al di sotto di quanto avrebbero meritato.
PS: sono fortunato evidentemente, i bug non mi hanno colpito, solo sfiorato in rare occasioni.