Autore Topic: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?  (Letto 12604 volte)

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Offline alterbang

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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #45 il: 16 Lug 2010, 00:24 »
Ho 4 anni. giocando con gli amichetti all'asilo inciampo e finisco con la nuca contro un appendiabiti altezza bambino che mi colpisce zona cervelletto.
Cado come una pera e vado in coma (o quasi, non ricordo il termine specifico).

Mi risveglio il giorno dopo, in ospedale: nessun danno riportato (e qui partiranno le battute :D), ma tutt'ora so cosa è successo solo perchè le maestre lo raccontarono ai miei: rimosso completamente.

Offline Timmy Bristow

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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #46 il: 16 Lug 2010, 07:05 »
Ho 4 anni. giocando con gli amichetti all'asilo inciampo e finisco con la nuca contro un appendiabiti altezza bambino che mi colpisce zona cervelletto.
Cado come una pera e vado in coma (o quasi, non ricordo il termine specifico).

Mi risveglio il giorno dopo, in ospedale: nessun danno riportato (e qui partiranno le battute :D), ma tutt'ora so cosa è successo solo perchè le maestre lo raccontarono ai miei: rimosso completamente.

In realtà in pieno stile X-files (perché ovviamente non puoi essere umano) ti hanno sedato, fatto esperimenti (da lì la ferita al cervelletto) ed impiantato aggeggi vari nella nuca. Poi la scusa dell'incidente è veramente infantile: infatti se la sono inventate le maestre dell'asilo!

Offline omotigre

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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #47 il: 16 Lug 2010, 09:17 »
A me fortunatamente non è mai successo nulla di estremo, infatti sospetto di essere il prescelto, almeno finchè non mi spatescerò da qualche parte, anche perchè sono sempre rimasto illeso vicino a persone che si sono fatte male sul serio.

La prima è una cosa pesantissima.
Ho 7 anni, è luglio, sono insieme a mio fratello di 11 anni, è pomeriggio e ci annoiamo. Tutti i nostri, più che altro i suoi, amici non ci sono. Allora prendiamo il manualone delle giovani marmotte della disney e vediamo come passare il tempo. Mio fratello decide di tentare l'esperimento della mongolfiera. Con un cartoncino e colla crea una mongolfiera come illustrato, poi con un batuffolo di ovatta e con dello spirito, si doveva accendere una fiammella, che avrebbe dovuto far scaldare l'aria all'interno del contenitore di cartone, che in teoria avrebbe dovuto cominciare a lievitare. Eravamo soli a casa, e per cercare un pò di fresco ci eravamo messi nella tromba delle scale. Mio fratello aveva preso la bottiglia dell'alcol da 2 litri. L'esperimento non funzionava, io mi annoiavo e lascio mio fratello a giocare da solo, rientro in casa a guardare la tv. Dopo pochi minuti sento un boato immenso e vedo mio fratello in fiamme che corre verso di me. Panico. Purtroppo mio fratello doveva aver alimentato la fiammella direttamente con la bottiglia dell'alcol... Mia madre dal piano di sotto è corsa in suo aiuto, io ero scappato sul balcone sconvolto. Mio fratello porta ancora i segni di quell'incidente, io per un soffio mi sono salvato.

Ho 15 anni, con i miei amici decidiamo di andare a vedere Dracula al cinema. Per la prima volta andiamo all'Adriano a Roma. L'Adriano era un cinema immenso, prima che diventasse un multisala, e prima ancora era stato un grande teatro. Noi non ci eravamo mai stati all'Adriano. Arriviamo con forte ritardo, ma ci fanno entrare lo stesso in galleria. Solo che per arrivarci c'erano un'infinità di scale che si incrociavano, rampe e rampette, sembrava un quadro di Escher. C'erano centinaia di porte tutte uguali, perchè poi capiamo che la galleria è divisa proprio come un vecchio teatro in tanti balconcini. Nei apriamo una e chiaramente essendo tutto buio in sala, non capiamo nulla. E poi andiamo di corsa perchè il film è già iniziato. Chiudiamo e proseguiamo, ne apriamo un'altra, vediamo teste di persone che ci borbottano qualcosa. Avanziamo finché non ne troviamo una vuota. Entriamo ma siamo ancora disorientati, non capiamo neanche dove sia lo schermo. Poi ci accorgiamo di essere i posizione troppo laterale, ma gli occhi non si sono abituati. Passiamo da un balconcino all'altro senza nemmeno rendercene conto, cercando di trovare un posto comodo, ma poi quasi ci rassegniamo a rimanere lì. Un mio amico dice che ha trovate delle scale che dal balconcino scendono in platea, ma poi pensiamo che forse sotto è tutto pieno, è troppo buio per capire, il film è iniziato e rimaniamo dove siamo, non scendiamo le scale.
Alla fine del primo tempo riaccendo le luci e finalmente capiamo. Per prendere posizione abbiamo scavalcato i bassi muretti, che dividevano i vari balconcini. Ma non ci sono scale per scendere in platea. Guardiamo meglio e rimaniamo sconvolti. Il mio amico, senza accorgersene, nel buio più completo, era salito sul parapetto, che non era molto alto, e aveva messo il piede oltre, toccando la punta di una lampada che era spenta, e aveva pensato fosse un gradino. Se avessimo deciso di scendere si sarebbe fatto un volo di quasi 10 metri piombando sulla platea inconsapevole :o
« Ultima modifica: 16 Lug 2010, 09:19 da omotigre »

Offline Aether

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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #48 il: 16 Lug 2010, 09:58 »
Ah beh, qua per me la lista è lunga.
Pensandoci, mi chiedo come mai sono ancora qui.
Andiamo in ordine pseudo-cronologico

1) 7 anni, Rodi. Vado a nuotare, mio padre dice di non andare troppo al largo. Non lo ascolto, provo a tornare a riva, non ci riesco, la corrente mi tira dalla parte opposta. Dopo 3 galloni di acqua salata ingerita riesco a urlare un paio di "aiuto!", mio padre in modalità Baywatch mi raggiunge in 0,3 parsec, mi trascina a riva, mi sfonda il culo di sculacciate, e torna a respirare.

2) 9 anni, Folgaria. Stiamo sciando, pista larga ma con un mega-dirupo sulla destra. Mio padre segue con gli occhi me e le mie sorelle, siamo capaci di sciare ma un po' troppo imprudenti. Ci sono lastre di ghiaccio, una sorella cade a terra e attacca a piangere. Mio padre ci dice di fermarci, va ad aiutarla ad alzarsi e le chiede se sta bene. Nel mentre io vado, non riesco più a frenare, faccio una curva, ghiaccio, mi sdraio. Comincio a scivolare verso il dirupo, lento ma inesorabile. "Papà? Papààààà!!!" Mi sento spacciato. A 10 centimetri dal bordo del dirupo mi si pianta una racchetta da neve tra le gambe (non sui maroni, per fortuna), mi ferma. Mio padre mi tira su, raccatta i polmoni, e torniamo a sciare.

3) Ho circa 11 anni, giro in bici con un amico, lungo una statale. A un certo punto decidiamo di tornare indietro. Non so per quale motivo non guardo dietro di me, sono sicuro non ci sia nessuno, attraverso la strada. Suono di clacson improvviso, mi dico "cazzo, sono morto". Botta, cado a terra. Fortunatamente la mercedes che schizzava nella mia stessa corsia mi ha urtato solo la ruota posteriore. Un paio di rotazioni, cado e botta in testa (non troppo forte per fortuna). La bici è rotta, ed è QUELLO che mi preoccupa. Il tipo allucinato scende dalla macchina e mi chiede se voglio essere portato al pronto soccorso, dico "no no non c'è problema". Raccatto la bici, mi faccio 2 km trascinando la bici e il mio amico mi segue.
Inutile dire che mia madre quando ha sentito il racconto è quasi svenuta.

4) 13 anni. Solito giro della domenica mattina in edicola con mio padre, c'era anche mia sorella che stava facendo pratica per prendere la patente. Usciamo dall'edicola, mi siedo sul retro del Suzukino bianco, comincio a sfogliare The Games Machine. Mia sorella fa manovre in un piazzale, mio padre le abbaia ordini, no qua, no là, gira, etc. A un certo punto sento "Frena, frena! FRENA!!!!". Buio. In pratica quel genio di mia sorella era riuscita dal parcheggio di un supermercato a finire in un fosso, cadendo nel frutteto di un tipo. La jeep si è ribaltata, il tettuccio non mi ha schiacciato solo perché era una Suzuki rinforzata.
Polso sinistro con frattura scomposta, piccolo bernoccolo. Nota di colore: quando ci ha accolti in casa il proprietario del frutteto, ci ha fatti sedere. A me (unico vero ferito dell'incidente) si è seduta accanto la figlia down. Non ha mica cominciato a tastarmi esattamente dove il polso era rotto, facendomi un male indicibile? Assurdo.

5) 18 anni. Vacanza a Rimini, falò in spiaggia con amici e compagni di classe, avevamo appena dato la maturità. Quella sera c'era la mia ex che si stava smoinando un mio "amico", eravamo tutti ubriachi come asini, a me viene la balla triste-molesta, comincio a vagare per la spiaggia. Sento il sole che picchia in fronte, una brezza fresca mi sveglia. Mi guardo in giro, mi gira la testa, sono sdraiato sul bagnasciuga, dove probabilmente ho dormito. Comincio a girare, il paese non mi sembra troppo familiare. Chiedo a un passante, scopro di essere a Riccione  :o
Rifaccio tutta la strada indietro, trovo l'hotel, la camera. I miei amici, tra sollievo e incazzatura, mi dicono: "MA DOVE CAZZO ERI FINITO???"
Io mi butto a letto e mi addormento.

6) 25-26 anni. Festa di laurea di un mio amico. Non mi ricordo molto della serata, so che avevo bevuto l'impossibile ed avevo cominciato a parlare solo in inglese, non stando mai zitto. Quello che so è quello che mi hanno raccontato: in pratica sono salito con dei tipi che mi dovevano portare alla mia macchina, ma ero talmente molesto che mi hanno fatto scendere, e lasciato ubriaco in giro per la strada. Ho camminato tipo a cavallo delle righe bianche di una strada provinciale alle 3 di notte per non so quanto, tant'è che qualcuno ha chiamato la croce verde. Per puro caso un altro amico stava tornando a casa, e ha visto la scena, mi ha caricato e mi ha riaccompagnato a casa.
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Offline Wis

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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #49 il: 16 Lug 2010, 10:56 »
Aether Donnie Darko.
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Offline Aether

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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #50 il: 16 Lug 2010, 11:52 »
Penso anche me ne sfuggano altri di episodi, quelli sopra sono i più "eclatanti".
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Offline Goffraiden

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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #51 il: 16 Lug 2010, 13:26 »
Or mi sovviene...

Capodanno 2006 (alle soglie dei 21 anni), andiamo a festeggiarlo in piazza a Siena. Tempo inclemente, piove tantissimo e c'è molto, molto freddo. Io a un certo punto mi ritrovo con una bottiglia da 2L piena di vodka alla menta e tanta tristezza nel cuore, bevo. Tutto. Ben presto perdo ogni capacità di discernere tra bene e male e decido di andare in bagno, senza dirlo a nessuno. Vado, opero, esco dal bar.
Panico. Ho questa vividissima immagine di tutta la piazza (è una piazza che verso il centro va in discesa, quindi si vedeva tutto da dov'ero io) letteralmente PIENA di gente, tutti scuri causa pioggia, in più sono senza occhiali e non so assolutamente dove siano i miei amici. Ricordo che ho pensato: "e adesso?", ho davvero avuto paura. Magari non di morire, però...

Fortunatamente, i miei amici mi hanno trovato, e sono riuscito a stare nella foto di mezzanotte (sì, tutto questo è avvenuto BEN PRIMA dell'anno nuovo):
Spoiler (click to show/hide)

Il ritorno a casa è stato traumatico, sul telefono avevo 23 chiamate non risposte dei miei e tremavo come una foglia, avendo praticamente dormito ore con il sedere a mollo nell'acqua gelida. E da allora non riesco più a bere la menta :-[
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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #52 il: 16 Lug 2010, 14:39 »
Il mio primo ricordo in assoluto è l'immagine di un fondale marino. Avrò avuto due anni o giù di lì e sguazzavo con la mia ciambella quando un'onda mi ha capovolto: sono rimasto con la testa sott'acqua e le gambette all'aria, senza possibilità di raddrizzarmi. Ho ancora stampata in mente la sensazione di terrore per non poter respirare, mentre guardavo gli scogli verdi e i guizzi delle bavose. Fortunatamente mia madre era vicino a me ed è riuscita a intervenire in tempi utili.

Anche la caramella in gola non me la sono fatta mancare. Questa però non la ricordo, me l'hanno raccontata. Ero a casa di mia nonna, mangio questa caramella dura, mi rimane in gola. Mia madre presa dal panico mi prende e corre verso l'ospedale (che era proprio là davanti, ma insomma...). Per fortuna mia nonna trova un momento di lucidità inaspettato, mi prende in braccio di forza e mi tiene a testa in giù dalle caviglie.

C'è persino una terza volta in cui sono sono rimasto per un tempo indefinito senza respirare. Avevamo in affitto con altre famiglie di amici un podere, dove passavamo tutti i week-end. Davanti alla porta d'ingresso c'era un alto pergolato d'edera, con una salita poco a lato, e un bel giorno ho la brillante idea di afferrare un ramo-liana e gettarmi dalla cima della salita come Tarzan. Chiaramente l'edera si strappa, io cado di schiena perfettamente parallelo al terreno e mi si blocca la mobilità della cassa toracica.

A 16 - 17 anni, invece, ho avuto un'esperienza mistica e ho capito che la storia del sesto senso ha un fondamento tangibile. Stavo camminando accanto a un amico, in un parco della mia città. Procediamo su un vialetto fianco a fianco e io, non saprei razionalmente dire perché, mi fermo. Il mio amico non se ne accorge e fa qualche passo avanti, quando il ramo di un albero gli piomba a pochi centimetri, esattamente dove sarei stato io se avessi continuato normalmente a camminare. Cosa ho pensato quando mi sono fermato? Non so, non ricordo. Cosa ho pensato quando ho visto il ramo per terra? Ho pensato: "cazzo, prevedo il futuro!!!"
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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #53 il: 16 Lug 2010, 14:45 »
Ne scordavo un'altra, persino più eclatante.

Avevo circa 12 anni ed ero a sciare Pila, insieme agli stessi amici con cui avevamo il podere. Nonostante le proteste di noi ragazzetti, i nostri genitori ci avevano imposto di usare il casco.
Nel mio casco adesso c'è un buco grande come un pugno, frutto dell'impatto contro un masso durante un fuoripista. Senza quel benedetto casco verde probabilmente sarei morto. Anche con quel benedetto casco verde, in ogni caso, sono dovuto rimanere a letto due giorni. Che ogni volta che inclinavo la testa mi sentivo scuotere il cervello.
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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #54 il: 16 Lug 2010, 20:04 »
io cado di schiena perfettamente parallelo al terreno e mi si blocca la mobilità della cassa toracica

Belan, quasi dimenticavo che è successo anche a me, due volte. In una, giocavo col triciclo di un bimbo più piccolo, peso totalmente indietro, pedalatina, il robo parte davanti e BAM parallelo al terreno, qualche secondo senza riuscire a respirare. Idem una volta che son finito giù di schiena da un muretto, ma lì sapevo che "di lì a poco" sarei riuscito a respirare e non ero così agitato...
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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #55 il: 16 Lug 2010, 23:53 »
Sì, anche io sono rimasto almeno 3 volte senza riuscire a respirare.
Però non è che si rischia la vita (anche se la prima volta mi sono cacato sotto). :)
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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #56 il: 17 Lug 2010, 02:39 »
Figata!
Allora, ho 32 anni, sono obeso, mangio come un plotone di Bakunin e i valori schizzano alle stelle. Ricovero d'urgenza, precoma diabetico. Del ricovero, della tac, dei viaggi in ambulanza da un ospedale all'altro non ricordo un cazzo, il secondo giorno non ho riconosciuto mia moglie che mi era venuta a trovare in terapia intensiva (e li tutti i parenti si son cagati nelle mutande). Dopo 2 settimane d'ospedale (mai stato in ospedale in vita mia) e dopo aver subito tutte le umiliazione che un uomo puo' subire pur di restare vivo, sono rinato a nuova vita. Ora sono di nuovo obeso ma il diabete non c'e' piu', ma l'ennesima dieta e' all'orizzonte.
Ah, mentre ero ricoverato il primario disse a mio padre che sono vivo solo perche' non fumatore e astemio, altrimenti lo scorso Marzo sarebbe stato il secondo anniversario della mia dipartita.
Tie', mani nei coglioni.


mmmmm ma l'obesità è dovuta a disfuzioni fisiche?
perchè altrimenti potresti pensare di fare una salto dallo psicologo, magari ti può aiutare un bel pò.

Offline MaxxLegend

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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #57 il: 17 Lug 2010, 08:46 »
Penso che lo dicesse in tono scherzoso, per non dire "sovrappeso".
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Offline MrSpritz

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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #58 il: 17 Lug 2010, 14:04 »
Se è vera la massa che dice di avere non può essere che obeso.

Offline l'Amico

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Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
« Risposta #59 il: 17 Lug 2010, 16:04 »
Se è vera la massa che dice di avere non può essere che obeso.
Uber obeso, pesavo 160 kg.  :D
Ora sto di nuovo a dieta, il 2 Ottobre dovro' fare da testimone al matrimonio di un amico e la mia forma fisica non dovra' attirare l'attenzione della gente piu' della sposa. Comunque a quei livelli non ci sono piu' tornato, per fortuna.
Ma che palle pero', ingrasso pure se bevo l'acqua.
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