Due commenti interessanti. Visto che sono stato il primo (credo) a lanciare il paragone azzardato tra i due giochi, e vista la lucidità di analisi di entrambi, mi vien da dire che Last Guardian smuove esigenze emotive che o ci sono, o non ci sono (più). Esigenze che con Inside non c'entrano nulla.
Per me Last Guardian parla al bambino interiore con una sensibilità che da un lato non è lontanamente all'altezza di quella del nonno Ico, dall'altro rimane comunque piuttosto rara. Tutto, a quel punto, sta nel bisogno del singolo giocatore di nutrire quel bambino sensibile*.
E in quel tutto mettiamoci in tranquillità ogni valutazione di merito sull'intelligenza dell'impianto narrativo, sulla funzionalità del gameplay, sulla pregnanza nell'uso della narrazione interattiva, etc.
*Per dirne una tra tante: personalmente non cago più di pezza i film Ghibli (evidentissima ispirazione per LG soprattutto nello scenario finale) da un lustro abbondante, dopo 15 anni di adorazione. Selavì.
(Inciso: il gioco di mezzo di Ueda non parlava più al bambino ma se vogliamo all'adolescente, al ventenne ribelle. Giusto per non dare per scontato che Ueda sappia fare solo quella roba lì.)