Ovvero, sappiamo certamente nella società attuale quanta importanza abbia l'apparenza. Ed è questa messa in evidenza che rende i più fanatici e i meno retrattori della cura per se stessi.
Ma il giusto equilibrio qual'è?
Non è forse importante dare un immagine, un impatto di se stessi positivo, a prescindere da cosa c'è sotto i propri vestiti e i propri profumi?
Non è forse, giacchè siamo fatti di carne, giusto abbellire secondo un nostro gusto personale il corpo per rappresentare noi stessi?
Avere cura, ordine della propria immagine?
Quando è giusto? Quanto sbagliato?
Ogni commento estremo sarà mal accetto.
Questa è riflessione.
“Per quanto una persona possa essere ornata di gioielli, il cuore può tuttavia aver vinto i sensi. ?La forma esteriore non costituisce la religione e non tocca la mente. Così il corpo di uno sharamana può avere il vestito di un asceta, mentre la sua mente è immersa nella mondanità.
L’uomo che dimora nei boschi solitari, eppure brama la vanità del mondo, è un mondano, mentre l’uomo in vestimenti mondani, può avere il cuore che si libera in alto verso pensieri celesti.
Non vi è differenza tra il laico e l’eremita se entrambi hanno bandito il pensiero del sé”».
«È mondanità quando si abbandona il mondo, ma interiormente si è parte di quel mondo di invidia, cupidigia, paura; si accetta l’autorità e la divisione fra colui che sa e colui che non sa. È pur sempre mondanità quando si cerca il successo, vuoi la fama, vuoi la conquista di ciò che si può chiamare l’ideale, o Dio, o qualsiasi cosa.
A guardar bene nel campo dei sannyasi e dei santi, si scopre che la bellezza e l’amore sono molto lontani da essi. Ne possono parlare, ma sono uomini di dura disciplina, violenti nel loro autocontrollo. Così, in sostanza, benché indossino il saio nero o di color zafferano o la porpora cardinalizia, sono tutti molto mondani. È una professione come un’altra, non certo quel che si dice una professione spirituale. Alcuni di essi dovrebbero fare gli uomini d’affari e non darsi arie di spiritualità.
Il successo di raggiungere il Nirvana, il Paradiso, l’Illuminazione, non è diverso dal successo negli affari. Un uomo che ha successo nella vita, che guadagna moltissimo denaro, cresce, si espande, cambia e continua sulla linea del successo. Non c’è molta differenza tra questa persona e chi ricerca la verità. Entrambi stanno cercando il successo.
Quando vi è questa comprensione, allora tutto è finito. Allora siete fuori da questo mondo, sebbene viviate in esso; benché cerchiate di fare qualcosa nel mondo, siete completamente estranei.
Perciò è importante non dividere la vita mondana e non mondana. Senza il mondo della sostanza, il mondo materiale, noi non saremmo qui»(Khrishnamurti).