vabbè, quelli son contesti leggermente differenti però, sep, quando ero giovane e selvaggio con voglia di pogare, nel totale spegnimento di cervello mi divertivo sempre a lanciarmi nel pogo di miriadi di band thrash/black/grind/death/HC pederasta di cui non sapevo neanche un brano ovvio. Per certi generi, che si basano molto sull' "impatto", l'attitudine e il groove, non serve sapere il repertorio per dire "sì cazzo, questi sul palco ci san proprio fare", anche perchè son band che - se capisci quello che intendo dire - non hanno neanche bisogno di scrivere, canzoni.
(ricordo un'ntervista di Nicke Royale degli Hellacopters, che diceva di fatto di aver deciso di formare la sua band di rock'n roll perchè - da batterista degli Entombed e con il death metal in generale - s'era anche rotto il cazzo di passare una vita con la musica 24/7 ma senza mai suonare una "canzone"... penso che abbia centrato il punto!)
Il death/brutal non ha bisogno di variare troppo il suo canovaccio, il black pure (e gli Immortal ne son maestri), poi chiaro, quanti più portano avanti la storia di un songwriting nel genere (Opeth per il death, Enslaved per il black etc...), tanto meglio.
Per quanto limitante possa essere l'assioma, 'tenderei' a dire che sì, più c'è una certa vena compositiva - o costruzione melodica - nella musica di un'artista, e più il repertorio va conosciuto, per meglio poterlo apprezzare dal vivo.