"1c0n work tales - phase 3: fai pure come se io non ci fossi"Arriva la delegazione per la certificazione ISO.
Tutti i capi sono truccati da gara: giacche originale di Laventino, cravatte di Bolce e Vaccana, scarpe Timberlake e Bike.
Senza contare la masnada di "Face like dicks" e "Gaping assholes ready for creampie".
Ad un certo punto, mentre il carrozzone degli orrori si aggira per le nostre postazioni, controllando che tutto funzioni a dovere (anche se non abbiamo la carta da culo nei cessi, che pure cadono a pezzi: ma tanto loro oggi non hanno alcuna intenzione di cagare) ecco che tutti si fiondano su di me per capire in che modo lavoro.
Incredibilerrimo! Sono così emozionato da emettere un sottile ed acido peto di nonchalance senza che nessuno se ne accorga (Segreto professionale).
L'enorme sacco di mmmerda che si siede al mio fianco ha un alito pestilenziale ed un aspetto ancora peggiore. Come se non avesse cagato per tutta la giornata.
Mi chiede cosa sto facendo.
Faccio in tempo a dire: "Ecco, io..."
Da li in poi attimi infiniti in cui il mio superiore risponde alle domande che a me vengono poste; attimi in cui io divento burattino del mio capo. Ci manca solo che mi infili una mano nel culo per farmi muovere le labbra.
Sono Rockefeller (non il miliardario, il pupazzo di Jose luis moreno), solo che non ho nemmeno una battuta buona da dire.
Perchè non posso parlare.
Poi tutto finisce.
Se ne vanno.
È come se mi fossi svegliato dopo essermi pisciato nelle mutande e poi tutti i miei amici fossero entrati in camera per vedere cosa fosse successo.
E magari chi legge pensa che sia finita.
Sono arrivati in quattro a darmi pacche sulle spalle.
"Sei stato bravo" mi dicono.
Non so se piangere o se ridere.