Diciamola così: se si parla di Dio identificandolo con quell'entità di cui parlano i "testi sacri", allora no, è abbastanza evidente da come funziona la realtà che non può esistere. Anche se le scritture non fossero pesantemente rimaneggiate, cosa che molto evidentemente sono, rimane comunque il fatto che qualcuno ha deciso di interpretarle in un modo e che quello dovesse valere per tutti. Io ho creduto, o almeno mi ci sono sforzato, per lungo tempo, poi quando ho cominciato a pensare solo con la mia testa ho riformulato molto il mio concetto di religione e di divinità. E penso: qualcosa di me è già stabilita quando nasco, ma buona parte della mia storia me la creo io. E il libero arbitrio non può coesistere con un essere che si prende cura di tutti noi. Questo è il pensiero che ci hanno inculcato quelli che vogliono che la gente stia zitta e subisca perché così avrà una "ricompensa". O quelli che fanno porcate perché "Dio me l'ha comandato". Palle. Però non rifiuto l'idea dell'ultraterreno e dell'eterno, anzi. Ma quello in cui non credo è nella grande balia celeste che da una parte mi ama immensamente e dall'altra si segna sull'agendina tutti i miei "peccati". La mia divinità sta anche nel fatto che so riconoscere il bene e il male nelle mie azioni, senza bisogno del giudice supremo. Io sono una parte di Dio, in quanto tale posso decidere cosa fare di me e come comportarmi con gli altri. Fermo restando che ci sono cose che, da qualunque parte le si guardi, rimangono brutte.