Non so se sta storia era giunta anche da voi ma qui era arrivata ad essere piuttosto grossa con gente seriamente preoccupata e che aveva smesso di tirare giu' torrenti.
In pratica il torrent di Dallas Buyers Club era stato rilasciato con una sorta di tracker all'interno che permettava di vedere queli IP scarivano il file ad esso associato e lo condividevano. La cosa era stata fatta scientemente dalla casa di distribuzione per poi poter andare a rompere il cazzo alla gente chiedendo soldi.
Fatto sta che inizialmente la corte de sarcazzo aveva imposto agli ISP di dare al distributore accesso alle informazioni personali legate a quegli IP, con il distributore che aveva dichiarato che avrebbe inviato loro lettere richiedendo il pagamento di $9,000 dollari per infrangimento di copyright (avete letto bene, NOVEMILA a testa
).
Gli ISP ovviamente hanno fatto appello (che se la gente sa che le loro informazioni possono essere mollate cosi' facilmente ci pensano due volte a sottoscrivere) e la cosa ha bloccato il rilascio delle informazioni.
La sentenza di appello dice piu' o meno: ok, potete avere le informazioni di questi utenti... pero' dovete pagare un bond di $600,000 per garantire che i dati verranno usati solo per rivalervi su chi ha scaricato, non per altro, se infrangete i vincoli bye bye soldi.
Ovviamente questo ha bloccato un attimo la casa di distribuzione, che ha anche provato a dire una cosa tipo no dai $600k e' troppo, facciamo che ve ne diamo solo $60k e ci date le informazioni solo per il 10% della gente?
Sure mate, pernacchie da parte della corte e caso chiuso.
Io non avevo alcun dubbio sarebbe finita cosi'
http://www.smh.com.au/technology/technology-news/dallas-buyers-club-abandons-fight-against-aussie-pirates-20160210-gmr37y.html?&utm_source=facebook&utm_medium=cpc&utm_campaign=social&eid=socialn%3Afac-14omn0012-optim-nnn%3Apaid-25062014-social_traffic-all-postprom-nnn-smh-o&campaign_code=nocode&promote_channel=social_facebook